26 marzo, 2013

Alle viole non importa.

fa ancora così freddo.
è incredibile come il tempo atmosferico possa condizionare i giorni di tutti, si guarda fuori e si dice, Ma No, ancora brutto, ancora vento gelido e nessun fiore, ma come, chi si è rubato la primavera, i colori, i profumi di pulito.
Solo loro non ne tengono conto.
Ieri, un giro veloce nel prato grande dietro casa, per vedere che aria tirava, per vedere se davvero la primavera se ne  stava legata e imbavagliata da qualche parte, per vedere se davvero a marzo inoltrato non ci fosse il minimo cenno di risvegli e nuove cose.
In effetti, sì. rami secchi e fogliame, solo l'alloro aveva qualche foglia più chiara, di quel verdino tenero di foglie appena messe.
L'alloro e loro. Le viole.
Lungo tutta la siepe e ancora più in là, intorno al cespuglio del ribes e delle fragoline selvatiche, le viole, le primissime, offrivano il loro sorriso timido a chi passava di lì. A me, nella fattispecie.
Alle viole non importa se il sole tarda a farsi vedere, alle viole non importa se c'è il vento che le scuote e piove e piove. Loro trovano riparo sotto la siepe dell'alloro, sotto le foglie del tarassaco, si fanno scudo fra loro, non abbassano la testa mai, restano lì a sfidare il freddo inusuale di questo marzo sfacciato, coraggiose macchie di colore in un prato stremato da tanto inverno, da tanta neve, da tanto fango e foglie umide.
Le viole resistono, non si impicciano delle forsizie che proprio non ne vogliono sapere, nè del ciliegio che si è ammutinato, neppure del lillà che ha ancora i rami grigi come il cielo sopra di lui.
le viole non soccombono alle intemperie, han da fiorire e fioriscono, nonostante tutto.
Mi sa che un pò viola sono anch'io.

21 marzo, 2013

Spring.

Ieri mi hanno chiesto Ma è Fiorito il Tuo Giardino?
No, purtroppo no.
Ancora troppo gelo e tropo inverno e troppa neve e perfino un attimo di nebbia, questa mattina e ancora ghiaccio, quello da grattare via dal vetro che sembra granita al limone, per dire.

Nessun fiore, poche gemme, almeno quelle sì.
Ma voglio fare di questa primavera una primavera speciale.
colorata e allegra e un pò rumorosa, un pò incasinata ma di cose belle, canzoni e festicciole, niente di opulento, piccole cose, una festa la si può inventare in 5 minuti, non occorrono cartoncini di invito o telefonate, è festa se stai bene, è festa se sei con chi ti va, è festa che fai le cose che ti piacciono, e le cose che invece non ti piacciono tu le riesca a fare con leggerezza, con un minimo di grazia, senza sbuffare, senza lamentarti, senza dire E Sì Però.

Farò della mia primavera una primavera di cose belle.
di belle parole
di bei pensieri
di belle genti intorno a me
di belle intenzioni 
di belle passeggiate
di bei progetti
di bei messaggi come questo, di un attimo fa. Sei Dolce Mà.

anche senza i fiori in giardino,la mia primavera è già iniziata.

19 marzo, 2013

Sognare il sole.

Corro.
Corro sempre.
Non scappo. Corro e basta.
Sogno sempre di correre. A prendere un treno, a un check-in, a prendere i bambini a scuola.
Corro , a volte velocissima che prendo il volo, a volte che non riesco e mi impantano e mi infango ma devo correre, correre piu' forte.
Non so interpretare i sogni e nemmeno ci credo.
Che strani i miei sogni della notte anche se credo di sognare solo alla mattina presto, appena prima di svegliarmi, tanto i miei sogni sono lucidi e reali e me li ricordo cosi bene.
Il sole di oggi e' un regalo del cielo, e' una piccola carezza nel pantano che c'e', che se guardi bene non e' vero ma abbiamo imparato cosi' bene a lagnarci che adesso non la finiamo piu'.
Voglio avere solo bei pensieri oggi.
Voglio ridere di gusto e giocare un po'.
Voglio le cose che mi piacciono e le persone con cui sto bene.
E stanotte forse non sognero' di correre e correre.
Stanotte, voglio sognare il sole.

17 marzo, 2013

Tunnel of...socks.


Succedono tante cose in una pigra domenica pomeriggio.
Si whatsappa con le amiche più e meno lontane, che sembra di averle lì, sedute sul divano.
Si twitta, ci si tiene informate sulle cose del mondo, si legge, uh quanto si legge in domeniche così, si fa persino la prova a scrivere sulle Fragole dal telefono. esperimento riuscito.
Ma questo fine settimana verrà ricordato pe run altro esperimento, di quelli che ci perdi il senno, di quelli che credevi impossibili e invece alla fine, di quelli che c'è stato una vera esplosione, un vero trend, un vero dirsi Ma Và? Hai Provato?
Si ho provato e ce l'ho fatta.
Ho imparato a fare le calze, che di per sè è una cosa di poco conto, soprattutto per chi non capisce l'nsana passione che muove tutto questo, che c'è già una rete di informazioni che nemmeno il KGB, e quale filato e quali ferri, se carbonio o bambù, mica cose da nulla, signora mia, non è che noi si comprano i ferri di alluminio alla merceria della piazza, o dal Pesce, e solo chi è del mio paesello può capire questa cosa qui, quella del Pesce, intendo.
Ho imparato a fare le calze.
Ho disfatto, rifatto, ridisfatto e ri-rifatto e questo in un giorno, che mi ci si sono incaponita e che non avevo voglia di impegnare la mia testa in altre cose che non fossero ssk e magicLoop, e ogni tanto tutto questo aiuta, aiuta davvero e questa SockTerapy funziona, funziona alla grande, che fuori nevicava come a Natale e noi qui si facevano calzini, ma non solo io, almeno altre 3 o 4 sparse nella penisola, collegate a parlare di lana speciale, attrezzi speciali e tutte a dire, Ma Che, Davvero? e che roba è mai questa, ma le persone che frequento io sono così, sono quelle che si elettrizzano per queste cose e c'hanno mille mazzi e lazzi, e si concentrano a fare delle cose che non tutti possono capire, a che gusto ci sia a fare così, a sdilinquirsi su uno schema, a diventare bell'e scema perchè hai deciso che ce la vuoi fare e basta. e poi è domenica a la domenica uno la può passare proprio come vuole, o no?

Ho imparato a fare le calze.
la mia domenica è andata via così, ha galleggiato in un bel pomeriggio di casa e casa, di figlioli, di complicità calda e serrata, di cose belle, di progetti, ancora e ancora, perchè se metti insieme la passione e la tecnologia allora viene fuori una cosa gigante come questa qui, che mi sembra enorme e che forse la è davvero, e allora, tutto questo dannarsi su uno schema, tutto questo imparare cose nuove e sentirsi un pò diversa, gente strana che non sono altro, e con me tutte le altre, allora a me piace essere come sono e non mi importa se poi alla fine c'è chi ti dice Che Cooooosa? Le Calze? Ussignur.

A me non importa.

Sono entrata ufficialmente nel tunnel dei calzini fatti a mano, con lane speciali, tinture speciali, ferri speciali, e amiche speciali con cui condividerle, in ogni modo possibile, Twitter, Tumblr, Blogger, ce li ho proprio tutti,  sono troppo social, come dice la mia amica Silvia scuotendo la testa, ma tanto lo so che presto un paio di calze le vorrà anche lei e allora va bene.


15 marzo, 2013

Futuri e Maiuscole.

i giorni scivolano via così veloci che nemmeno ci si rende conto.
senza ritegno, senza rispetto, senza darti il tempo nè la voglia di fare tutte le cose che devi fare, che sono una quantità invereconda, certe gradevoli e certe invece no.

si assiste muti al cambiare della stagione, anche se di primavera poche tracce, in verità, nessun fiorellino nessuna gemma, nessun niente. E questo certo, non aiuta.

ho nel cassetto un migliaio di progetti, un migliaio di idee e una manciata di pensieri pesanti, di una sorta di piccole, piccolissime malinconie, un paio di rimpianti, nessun rimorso, nessuna angoscia che si possa chiamare così, nessuna cosa non detta. o almeno così pare.

i miei giorni sono giorni semplici, semplici e faticosi, qualche volta, semplici e meravigliosi, altre. Qualche volta, tutto insieme. 

in mattine come questa, dove nemmeno faccio la maiuscola andando a capo, dove apro il cassetto dei progetti e non ne trovo nessuno, solo quella manciata di pensieri, mattine dove niente mi riesce, dove il rumore dell'idraulico di sotto mi rimbomba nel cervello, dove il mio parlare è pieno di condizionali, dovrei andare, dovrei fare, dovrei preparare, dovrei scrivere, mi verrebbe in mente solo di sedermi in giardino, se non facesse troppo freddo, o di andare a vedere se alla fine qualche fiorellino è spuntato alla fine della collina, o se davvero l'albicocco non ha nemmeno una gemma.

e invece sto qui, il pavimento non è ancora asciugato e spero ci metta un secolo, lo laverò un'altra volta per avere la scusa di star qui a leggere i giornali e a guardare belle foto e a scrivere cose senza senso e a farmi rimbombare nel cervello i rumori dell'idraulico di sotto.
il cassetto dei progetti si chiude male, succede spesso anche al Cassetto del Tutto che ho sotto il forno e quando è così, lo svuoto per bene e butto via delle cose, ricette che ormai so a memoria, biglietti e scontrini, brutte di temi o fogli di appunti.

farò lo stesso.
butto quella manciata di pensieri che ogni tanto salta fuori, butto i miei momenti che non funzionano, butto le mattine che non mi riesce di fare niente.
e al posto dei condizionali dei bei tempi futuri.
i pavimento asciugherà, e quando asciugherà avrò mille cose da fare, e le farò al meglio.
alla fine, anche le gemme spunteranno.
E con loro, futuri e maiuscole.


Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...