28 novembre, 2012

La Pioggia d'Oro.

Quella sera piovve molto.
Scrosci mai sentiti, che battevano sui vetri, con quel rumore sinistro ma un pò gradevole, il rumore della pioggia è un rumore amico, se sei a casa, un pò meno se sei in giro.
Piovve molto.
E capitò di svegliarsi anche nel cuore della notte, e rimanere immobili a sentire, piove o no?, sì piove, anche senza guardare sta piovendo ancora.
Si sapeva già, le previsioni lo avevano azzeccato, questa volta, pioggia e pioggia per giorni.
Quello che non si sapeva, era che anzichè acqua, dal cielo, quella sera, piovve oro.

Oro sulle foglie ai lati delle strade, oro nei viali, oro sul salice piangente della curva, che si pavoneggiava come mai in vita sua, il salice piangente ha sempre quell'aspetto triste e dimesso, il destino nel nome, ma quella mattina dorato e lucido era una delle piante più belle del villaggio.
Oro sulla vigna, oro sul pratino, che aveva preso in prestito le foglie dall'acero, un pò rosse e un pò oro, appunto.
Oro sui vasi dei davanzali, oro sul prato grande di sotto, oro sul nocciòlo, oro più carico sulla pianta di cachi,  solo i pini resistevano a quella pioggia dorata, e lucidi sì, ma verdi, ancora verdi, sempre verdi, per forza, il destino nel nome, anche qui.
La pioggia d'oro era caduta per tutta la notte, preparando uno spettacolo inconsueto da non perdere. 

Piove oro sui pensieri, oro sui dubbi e sulle grane, oro sulle mattine piene di cose, oro sulle telefonate sgradite, oro sulle malinconie.
Oro a cambiare le cose, oro a manifestare davanti alla scuola, oro sulle risate al telefono con Cristiana la mattina presto, oro sul caffè in centro con un uomo innamorato, oro alle piccolissime cose di ogni giorno, il disordine, le briciole, una calza a righe rosa dimenticata sul divano, oro sulla ricetta dei biscotti, sulla quiete accesa, sulla soddisfazione di un bel modo di stare, di sentirsi forti, o semplicemente calmi, pronti, un pò sereni.

L'oro di una mattina qualunque che la pioggia ha mandato giù dal cielo, non per caso, non per nulla.
Si cerca dentro sè e si trova sempre un bel regalo, la frase di una canzone da cantare sottovoce, una cosa da inventare, un progetto, un'amica nuova e così uguale, un libro che affascina e insegna, la voglia di fare e di non stare fermi lì a guardare la pioggia e a non dire niente, non dirsi niente, la pioggia vista da fermi è sporca e umida e fa male. Voglio pioggia che scalda, che consola, che diverte e sorride, voglio pioggia che canta per cantare con lei, scelgo pioggia frizzante, la sola che amo, non la pioggia che schiaccia e sotterra. ma la pioggia che cade anche ora, che vedo da qui, la pioggia che è oro.


26 novembre, 2012

I Piatti Rossi.

Ognuno ha le sue piccole manie, le sue fisse, piccoli riti, abitudini, tradizioni di casa. Lassù, nella Casa in Collina, ce n'è una in particolare che sembra che nessuno noti, che non gliene importi niente a nessuno, e invece poi scopri che piace a tutti, che tutti sono legati a questa o a quella piccolissima abitudine che credevi invece soltanto tua. Una di queste sono il cambio dei piatti. Ci sono i piatti dell'estate, quelli dell'inverno, quelli delle feste comandate, quelli delle cene con gli amici, quelli spaiati per fare prima, quelli a cuore quando si è romantici, quelli coi mesi, quelli jap, insomma, impossibile che non abbia mai raccontato di questa storia dei piatti, almeno una volta. E poi ci sono i Piatti Rossi. Non sono un vero e proprio servizio di piatti, perchè ne ho soltanto 15, e non è nessun servizio, o è da 12 o è da 18, in nessun negozio mai si troverà un servizio da 15. Sono molto invernali, rossi a pois, a stelle, a fiocco di neve, e si mettono la prima volta che c'è una festa importante o un pranzo speciale, più o meno verso le vacanze di Natale. Ieri, i Piatti Rossi hanno fatto la loro prima comparsa sulla tavola della mia famiglia, riunita al super completo per il fine settimana. Due giorni di arrivi e di chiacchiere, di un attimo di smarrimento della PrinciCheCresce, di confidenze, di piccoli momenti preziosi, al caldo, non solo quello che veniva dal camino, ma quello più raro, del cuore, del sentirsi al sicuro, protetti, come avvolti da una polverina sottile di cose belle, di calma, di condivisone e benessere dell'anima. I Piatti Rossi facevano bella mostra di loro stessi sulla tavola lunghissima, alla quantità inimmaginabile di penne al ragù che si sono servite a pranzo, sono stati protagonisti indiscussi del thè del pomeriggio, a pari merito con la mia famosa torta al cocco. Sono poi stati utilizzati sul divano, per un pranzo take away dalla tavola mai sparecchiata, vuoi dolce o salato, scegli tu. I Piatti Rossi sono il segnale che in questa casa si ha voglia di stare insieme e di farlo spesso, coi figlioli sparsi fra Piemonte e Liguria, presi da lavori e università, storie d'amore e esami di stato e di vite diverse del figliolo più grande, perso nel suo mondo speciale. I Piatti Rossi sanciscono l'inizio della stagione fredda, del camino e delle torte, del rallentare fino all'anno nuovo, e poi riprendere la corsa più carichi e appagati, nutriti da piccolissimi segnali, carezze, abbracci in ingresso, bacini di buongiorno, giri per casa per vedere se sono rientrati tutti, e poi chiudere la porta col chiavistello grande, clac!, siamo tutti qui dentro, proprio tutti, il mondo di fuori non può riguardarci se non in minima parte, qui dentro è un'isola, di pace e di bellezza, non si può chiedere di più, Beh, certamente qualche volta le urla le sente anche le mia vicina di 4 case più in là, volano dei vaffanculo grossi come astronavi, mai fra lo Sposo e la Scrivente, s'intenda bene, quanto fra i figlioli maschi, ma è la regola, nessuna famiglia al mondo è tutta zuccherini e cinguettii, men che meno questa, dove si è lanciato ogni tipo di oggetto contundente, dalle pere ai cavalli a dondolo, non ultimo il mio Sposo e il suo ormai leggendario lancio del piatto sul soffitto. Ma graziaddio, era marzo. I Piatti Rossi non erano in uso. Meno male.

23 novembre, 2012

Genti Mondane.

Non c'è niente da fare, uno mondano non è che ci diventa, o lo è o non lo è.Può anche capitare come nel caso medesimo stesso e personalissimo che una la fosse, un tempo non lontano, paradossalmente quando i bambini erano piccoli e noi si usciva e si usciva spesso, tacchi e perle e vestiti da gara, e che ti capitasse di andare a salutarli, loro in pigiama davanti alla tv o a disegnare con la tata e tu, profumatissima e truccatissssssima, , Fate i Bravi e Andate a Letto Presto Che Domani Quando vi Svegliate la Mamma e il Papà Sono Qui, e loro a dire ok, senza troppa convinzione e la Princi Come Sei Bellissima Mamma. Orbene, negli ultimi anni m'è passata la voglia o forse sono mancate le occasioni, o forse l'idea di andare a una cena con quattro mummie per niente divertenti, o all'ennesima festa dove sai benissimo chi è l'amante di chi, allora no  grazie non mi va. Ma oggi è diverso. Oggi si andrà a un evento mandano e per giunta senza l'Illustrissimo Sposo, ch'è roba da donne questa qua, mica lenticchie.
Oggi, Cuore di Maglia, associazione benefica che ho inventato e rappresento, è stata invitata a un evento mondano ma di quelli speciali.
Essì, è proprio oggi. Cuore di Maglia è sponsor tecnico, che è un nome pomposo e bellissimo per dire che noi lì ci saremo e avremo uno spazio tutto per noi, che allestiremo per benino, all'interno di uno spazio fighissimo, dove si presenterà un blog che diventerà la Bibbia, il Verbo, cioè Massaie Moderne, che c'ha pure la radio, che è troppo strana e divertente, e tutto sarà in collaborazione con La Cucina Italiana, e sarà contenta la mia amica Luisa La Castellana, che non vedo da un pò, lei che la Cucina Italiana la sa a memoria o quasi.
Noi saremo lì, dalle 18,30 di stasera. Cuore di Maglia di cose belle ne ha fatte tante, e qui non serve la falsa modestia, sì, ne abbiamo fatte proprio tante e tante ne faremo, ivi compreso inventare dei veri e propri gruppi che lo formano, tutte insieme. E allora, non si sta lì a dire Cristiana, che di CdM è la VicePresidente, Emma, Anna, Azzuka eccetera, ma si dice Le Torinesi per brevità, e Le Bolognesi, e Le Alessandrine, ovvio, zoccolO durissimO di questa cosa che scalda la vita di tanti, non solo dei piccini, e Le Casalesi, e Le Milanesi, e Le Fiorentine, insomma, veri e propri club che per Cuore di Maglia fanno tanto, tantissimo. E che non perdo occasione di ringraziare, nemmeno adesso, nemmeno qui.
Oggi sarò con Le Milanesi, che hanno dato il la per questa giornata, allo Spazio Arc Linea di Corso Monforte 28.

Le Genti Mondane sono mondane a modo loro, sono nient'altro che le Genti Strane che vanno a una festa, che non hanno fatto in tempo ad andare dal parrucchiere, che non si comprano un abito nuovo per l'occasione, le Genti Mondane che piacciono a me sono quelle che fanno tutto di corsa, la spesa, il sugo, le cose per essere puntuali all'appuntamento in Duomo, le Genti Mondane portano con sè stesse medesime i loro ferri del mestiere che sì, dovranno far vedere che a fare una scarpina ci vuole proprio pochissimo e che non è vero per niente che fare la maglia è da Nonne Papere babucche con la dentiera e le pantofole. Le Genti Mondane sono quelle che ogni occasione è buona per vedersi e stare insieme e fare una busta di tutte le menate e nasconderla da qualche parte per un pò, con lo smalto steso benissimo, per una volta, e un rossettino niente male per venire bene nelle foto. 
Così, chi si trovasse stasera, per caso, a passar per di là, faccia un salto in Corso Monforte, noi colà vi aspetteremo, colà saremo, ci riconoscerete, siamo quelle che ridono e fanno la maglia, le menate le abbiamo nascosto per un pò, noi, le Genti Strane che vanno a una festa.

21 novembre, 2012

Il mio oggi.

Voglio farmi un regalo. Anzi, una serie di regali. Anzi, voglio farmi un regalo al giorno, da qui a sempre. Ho cominciato ieri, in realtà, che era il 20 novembre e ho pensato, che data stupida, il 20 novembre, perchè non renderla un pò speciale. Ci hanno anche pensato gli altri, a renderla un pò speciale. E i regali sono stati più di uno. 
Chi ha letto le mie storie del libro nuovo per Cuore di Maglia che esce il 1 dicembre ha detto che sì, erano belle bellissime. Chi mi ha chiamato dal Regno dei Biscotti mi ha detto che sì, era ora che andassi a fare un ripassino, proprio io che ho perso tutti gli appunti che avevo preso diligentemente al Regio Corso di Biscotti, vado a fare un corso, e di che cosa? marketing? advertising? yoga? no, biscotti, e tutti a guardarmi biscotti???? sì, biscotti.
 Chi ha passato con me una parte del pomeriggio mi ha regalato il suo modo di essere che mi piace tanto e che per questo sono mie amiche, io sto solo con chi mi piace, e che mi fa bene, l'ho imparato da poco, le persone pesanti le ho accantonate da un pò, quelle che io, io, io, mio, mio, mio, mi facevano venire la nausea così ho fatto un pacco e le ho spedite via da me. E questi i regali di ieri.
 Invece quelli di oggi ancora li devo scegliere. Ho un libro nuovo di zecca sul comodino, in realtà ne ho 3, un polpettone spagnolo che mi affascina, l'ultimo di De Carlo che quando si vede si deve comprare, subito, e annusare, subito, senza nemmeno leggere la sovraccoperta, così, preso e via, come quando compri il burro, mica ci leggi sopra, lo prendi e lo metti nel carrello e ben lo sa Maria Luisa, Docente Biscottara, che ieri ne ha comprata una quantità invereconda, invereconda sì, quanti millemila biscotti dovesse fare non me lo ricordo. E poi ho un terzo libro, quello che hanno letto tutte tutte, quello delle sfumature che ho giurato che mai avrei letto perchè qualcuno mi aveva fatto una recensione spicciola che mi faceva ridere e che non posso qui riportare, ma che rendeva benissimo l'idea e allora mi son detta, ma se lo hanno letto tutte tutte, perchè io no, e allora la mia Amica delle Perle è accorsa in mio aiuto e mi ha prestato il primo e così ier sera ho letto i primi capitoli e al primo congiungimento carnale mi sono detta tutto qui? e sbadigliando sono ritornata al mio polpettone sulla rivoluzione spagnola, che mi piaceva di più, tenendo Andrea De Carlo sul comodino, che c'ha pure una bella copertina e lo tengo lì, per le occasioni.

Un altro regalo che mi voglio fare oggi è pensare a me, decidere se tagliarmi i capelli oppure no, se farmeli rosa o viola oppure no, se mettere i glitter sullo smalto oppure no, se sul rossetto Rosso Bibliotecaria Perversa che ho comprato ieri ci voglia la matita oppure no.

Dichiaro oggi la giornata dei regali scemi, della lentezza novembrina, del fatto che ogni tanto qualche cazzata si debba pure dire, che ieri avrei voluto dirne molte più cose alla mia Amica delle Provette, che si frivoleggia per resistere, per darsi un tono, per farcela e ce la si fa, sempre, sempre, sempre.

Mi regalo che oggi faccio solo le cose che piacciono a me, qualche scartoffia e qualche menata per un paio d'ore soltanto e poi via, vacanza, letio brevis, knitting compulsivo che ho tante belle buste di raso color fragola da riempire, me le hanno cucite  le mie amiche, un pò la Lisa e un pò la Simo, che lei di cazzate è la Regina, coraggio, c'è un sole che spinge dietro la nebbia della mattina in collina, ci sono dei colori così belli che mi verrebbe voglia di dipingerli, me li dipingo addosso e faccio in modo che restino lì, che mi facciano stare bene, mi regalo anche i colori delle foglie, e l'odore buono che c'è quando apro la finestra.

Oggi, regali per tutti, di quelli semplici e che costano poco, il mio oggi è così, ho voglia di leggerezze e di cose un pò sceme, deliranti, frivolissime, un regalo così al giorno, conoscendomi, non farò fatica.



19 novembre, 2012

Il tempo che non c'è.

Che passa e sfugge e scivola e va lontano, il tempo passato e quello che verrà, il tempo, la vita e i giorni e le mattine e poi le sere e poi di nuovo le mattine e tutto il resto, il resto che c'è in mezzo, il pomeriggio quando è ancora chiaro, il pomeriggio quando fa già buio, ma come, soltanto le cinque? e la  sera tardi, e poi la notte, di nuovo. Il tempo che manca, la voglia che avrei di fermarlo un secondo e fargli un pò di domande, cos'hai ancora in serbo per me, il tempo che vorrei e quello che non ho, che è molto di più, non ho il tempo per le cose che amo, mai abbastanza, ho una stanza piena di cose che non ho voglia di fare e un grattacielo abitato dalle cose che invece vorrei, a star seduta sul tappeto e leggere e a pensare a cose belle, guardare le vecchie foto senza malinconia, e avere bei pensieri e nessun rimpianto mai, nessun rimorso mai, nessun guaio da mescolare, nessuna dolore con cui fare i conti, nessuna paura da contrastare. E' un autunno di grandi scoperte e di grandi novità, di piccole, piccolissime gioie e qualche mancanza, qualche vuoto da colmare, qualche cambio di abitudini. E sogni tanti, fatti e messi lì, che tanto sognare si fa presto, e poi dipende che sogno è, se ti fa svegliare spaventata o se ci ridi a ripensarlo, ferma al semaforo, magari. I sogni sono le cose che vorresti e che non racconti a nessuno, sono la parte di te che non sai nemmeno tu, sono la confusione, l'impossibile, le cose mischiate alle persone, che strani i sogni certe volte. Il mio tempo è un tempo a tratti morbido come la seta, a volte duro come la roccia, che graffia e ruba, e porta via. Il mio tempo è il tempo delle cose solide, della mia famiglia che cambia e cresce e io con lei, dei miei affetti più profondi ricollocati in altri posti, sempre nel mio cuore sì ma in altre case e in altre città, e in altre vite che non sono questa, ma la vita propria di ognuno, e il tempo nuovo e quello per stare insieme alla fine diventa più prezioso e ancora più bello. Il mio tempo è quello che non ho mai, quello che trovo per fermarmi a scrivere, quello che cerco per star da sola o con qualcuno, quello che mi invento migliore per non sprofondare. Tempo ci sarà per uscirne fuori, per non arrendersi, per non farsi schiacciare, e per dire alla fine guarda questa foto, sorridendo, finalmente.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...