27 agosto, 2012

E otto!

L'estate duemiladodici, questo è sicuro, verrà ricordata oltre che per le Olimpiadi, una macchina sfasciata e le vacanze brevi, certamente anche per la quantità di progetti di knitting che si sono portati a termine. Complice uno Sposo molto impegnato e una Figliola rimandatissima, ci si è organizzati e si è dato il via a una vera e propria produzione seriale di scialli Abyssal di ogni genere, foggia, colore e filato. Qualcuno regalato, moltissimi per la scrivente e la Figliola Fedifraga. Un progetto di knitting ha dei risvolti che non si immaginano nemmeno, se non ci si ferma a metterli a fuoco per bene. Molti pensano che si inizi dal modello. Niente di più falso. Un progetto di knitting che si rispetti inizia dal filato. E ben lo sanno le squinternate, quelle di Qui e quelle del Resto del Mondo,  sdilinquite per gomitoli, matasse e affini. Ne sono prova tangibile gli armadi, le cassapanche, i cassetti, financo le scansie in cucina piene zeppe di meraviglie colorate dai nomi blasonati o da comunissime matasse scovate chissà dove, dal mercato al web. La scelta di un filato non esiste, è lui che sceglie te, pavoneggiandosi sullo scaffale, brillando più degli altri nel cestino, facendosi languido e morbidissimo al tatto, il gomitoli si sa, conosce bene la sottile arte della seduzione, sa benissimo che per niente al mondo mai te ne potrai andare dal negozio, allontanarti dal banco senza di lui. Ancora non sai che cosa ne farai, l'importante è averlo. Più tardi, a casa, mentre lo sistemerai accanto agli altri forse ne avrai già un'idea su cosa diventerà o forse no, non è questo l'importante. Il secondo step è il modello. Anche qui, nessuno o quasi fa una ricerca capillare, non si confronta, non si misura, non si soppesa se questo o quello. Si vede e si dice, Ecco, Farò Questo. Senza retropensieri, senza dissertazioni, senza tentennamenti. L'estate del duemiladodici ha segnato una produzione straordinaria di scialli in seta e cotone, e già si pensa ai filati dell'autunno, qualcuno azzarda anche smalti abbinati ma sono sottigliezze. In questa mia estate così strana ho avuto tempo e modo di lavorare tanto a maglia, cosa che mi piace, rilassa, conforta, solleva, estrania, concentra, diverte, appaga. Inscindibile da essa, il progetto Cuore di Maglia, che si avvia trionfante a compiere 5 anni il prossimo marzo. E tutte le persone che girano intorno a tutto questo.

Un progetto di knitting nasce da un gomitolo accarezzato in un negozio.
Tutto quello che viene dopo, è puro lusso.
Grazie, Anna, per gli stitchmarker col cuore.

25 agosto, 2012

I sabati d'agosto.

Sono quelli che passano più lenti, quelli di cui t'innamori quasi da subito, quando ti sorprendi a scrutare il cielo, Dicono Che Pioverà, eppure ti ostini a girare in Vespa, due gocce di pioggia e chessarammai. I sabati d'agosto hanno un gusto retrò di città abbandonata, che è tutt'altro che vuota, la gente se ne sta tappata in casa o se ne va al mare per il fine settimana, o in campagna o dove diavolo, certo è che in giro non c'è nessuno o quasi. La gente c'è dove deve essere, ci si incontra alla casa di Cuore di Maglia per l'ultimo knit cafè dell'estate, genti da ogni dove, con vettovaglie e sorrisi grossi così, e quanto mi è dispiaciuto farle aspettare davanti alla porta, odio arrivare in ritardo e in effetti in ritardo non sono mai, accidenti. Mai o quasi.  I sabati d'agosto sono quelli che ti mettono in pace col mondo, sono stati giorni faticosi, di quella fatica spray che è difficile da identificare, che ti passa sopra e ti lascia spossata, sottosopra, confusa. La pace arriva, e te la portano da Torino, dentro un piatto avvolto in uno strofinaccio da cucina, dentro un pacco di biscotti. E da Milano, fra dolci e cremine dal nome irripetibile, il pane croccante e  quegli abbracci, loro lo sanno, sanno sempre tutto, come faranno non si sa. Fuori è agosto, questo posto è un'oasi di frescura e di beatitudine, è il posto di tutte, dove ognuno si sente a casa, dove tutte sanno bene dove trovare i tovagliolini piccoli, lo zucchero, i bicchieri con le fragole. Si aveva bisogno di questa pace, di questo sano fare niente, di queste chiacchiere e di queste coccole, si sentiva la mancanza di un giorno speso a far progetti, a knittare come se non ci fosse un domani, ho finito uno scialle in poche ore, è un regalo importante, l'ho fatto con affetto per qualcuno che è stato vicino a me, in qualche modo,  ma la vicinanza è più preziosa se fatta da lontano.  Fuori, l'agosto della città, in un quartiere mai frequentato e figuriamoci d'estate, il sole a tratti, tra poco il temporale che forse mi sorprenderà per la strada, col suo profuma di erba e d'acqua, ma non mi fa paura, anzi mi piace, e poi è da mettere in conto, è estate forte, è estate piena, l'estate non è ancora finita, anzi la mia deve ancora cominciare, la tengo lì, intatta e rotonda, trasparente e perfetta, le altre finiscono e la mia inizia, forse proprio oggi, in questo sabato d'agosto.

19 agosto, 2012

Dammi una Vespa.

Ognuno di noi ha i suoi feticci, i suoi oggetti culto, le sue piccole manie. Con l'estate e i ritmi lenti e il caldo e l'afa, si ha forse un pò più tempo per mettere a fuoco le abitudini, le cose che ci fanno sentire bene, o anche soltanto che ci fanno sentire a casa. Sono giorni lentissimi e caldissimi, giorni che hanno da passare, giorni che ci si crogiola al fresco dell'aria condizionata, si portano a termine progetti di knitting uno dopo l'altro, solo cotone e seta, per il momento e in colori acidi e vivaci da perdere la testa. Si preparano insalate di riso thai, si fa larghissimo uso di basilico, pesche e profumo al pompelmo, si riscopre il potere rigenerante dell'acqua e menta. Anche la città nel suo assetto estivo ha un suo fascino speciale, soprattutto se anche il mezzo per girarla non è il solito di sempre. Niente ti fa sentire più libera, nulla è più consolatorio di un bel giro in Vespa nel caldo che fa, con la velocità discreta il sole diventa un prezioso alleato e non certo un nemico da cui scappare. In questo clima di semi ozio anche le notizie pesanti, soprattutto sapendo che non hanno avuto nessuna conseguenza, si affrontano con una certa sufficienza, vengono considerate con un certo distacco, ascoltando eroicamente il resoconto dettagliato di quanto successo e, una volta sincerati che nessuno si è fatto neppure un graffio, si archivia la questione, pensando a come porvi rimedio. Certo non ci voleva, ma la scala dei valori, degli affetti, financo delle amicizie si è così rimodellato in questi mesi, che ora è tutto così perfettamente chiaro, cosa ci importa e cosa no, a chi siamo cari e a chi no, che cosa è davvero fondamentale e cosa invece nemmeno per sogno. Cialde di filosofia in pacchetti da 3, riflessioni nel caldo di un agosto strano e strascicato, vissuto lentamente e  con lussuosa flemma, non è vacanza, ma ci si attrezza per farla sembrare il più possibile, e non è nemmeno male, in fondo, si organizza una piccola gita con le Amiche verso il Mare Vicino, a quello Lontano penseremo fra un pò, si scrutano le nuove foglioline delle piante sul davanzale, piccoli lussi estivi sui quali ci si concentra e davanti ai quali che vuoi che sia una macchina sfasciata se nessuno si è fatto male, la scala dei valori di ognuno subisce ogni giorno scossoni mica da ridere, e anche il cuore, allenato e perfetto, tiene duro e rimane impassibile, o almeno fa finta, salvo poi battere all'impazzata nel buio, quando nessuno vede, la finestra spalancata sulle rose sfiorite, il caldo e le cicale, dammi una Vespa e ti porto in vacanza.

13 agosto, 2012

Il Bottino.

Il lunedì qui è giorno di mercato. Da non confondersi con quello del giovedì e del sabato, che è mezzo mercato, cioè metà della piazza dell'orologio, il lunedì è mercato tutt'intero, cioè tutta la piazza. E fin qui, ci siamo. A me i mercati piacciono un sacco, adoro questo qui e ho adorato quest'altro, spesso non compro niente e guardo solo, ma qui il lunedì il mercato è una scusa bell'e buona per vedersi. Stamattina è successo così, l'Amica delle Perle e la scrivente, con la partecipazione straordinaria di Biancaneve alla spasmodica ricerca di una borsa turchese. Le vacanze in città hanno aspetti nascosti che nemmeno sai, che non puoi immaginare se non li provi davvero. Il caffè di stamattina ha avuto un altro sapore, un pò da gggita, un pò da turiste. Anche gli avventori del corso non sembravano gli stessi di sempre e qualche turista c'era davvero. Trovata la borsa turchese nella bancarella all'angolo, quella che Afef sostiene essere di certi miei amici ma giuro, non li ho mai visti in vita mia, ma che hanno certe borse carinissime a 20 euro e difatti me ne sono accaparrata una a settimana, verde acido e  rosa, abbinandoci per forza di cose uno scialle in tinta, e che lo dico a fare,  meditando l'acquisto di quella arancione, gli acquisti seriali sono la mia specialità. Stamattina, complice la Princi, provata dalla lezione mattutina di latino, abbiamo saccheggiato bancarelle di gioielleria, si fa per dire. Un bracciale di gomma, copia nemmeno tanto fedele di un altro bracciale di grandissima tendenza, un secondo bracciale tutto rose e intrecci, un paio di orecchini sberluccichi di un bel rosa antico e un altro paio di orecchini, a mezzi con  la Princi, color verde petrolio, uguali ugualissimi a un cotone che possiedo e che riposa beato nel cesto della lana, ben protetto da una bustina trasparente, è misto seta, meglio essere precisi. Stranamente l'Amica delle Perle non ha comprato nulla, anche se ha messo gli occhi su un collanone di perle (ovvio) viola che le piaceva tanto e che è stato un delitto lasciare lì, ma Ella, si sa, è allergica alle chiusure e pare brutto fare apporre una chiusura di platino purissimo a una collana del valore di euro 3. Fatto sta che alla fine il mercato lo abbiamo girato in lungo e in largo, sospirato al banco delle espadrillas coloratissime, Ma Ti Ricordi?, adocchiato una zeppa improbabile con ramage floreali e tacco trasparente, contrattato una mantovanina a quadretti vichy di un bel lavanda chiaro, che starebbe un amore alle finestre di Cuore di Maglia, toccato stoffe e strofinacci, gomitoli e cose, con lentissima indolenza, con l'ozio beato tipico della metà di agosto. Ora, rimirando il mio bottino che nella sua completezza non arriva a euro 10, mi punge vaghezza di utilizzare quel cotone verdino che possiedo e inventare di sana pianta uno scialle all'uopo studiato. Forse,a nche Biancaneve, nella quiete (!) della sua casina ne starà studiando uno color del cielo da sfoggiare con la sua borsa nuova di zecca. E l'Amica delle Perle? Ella, ne sono certa, sta usando tutte le armi possibili per carpire dal suo Illustrissimo Sposo le astuzie della gioielleria al capitolo Come Cambiare la Chiusura di una Collana. La comprerà, alla fine, ne sono più che certa. Può forse l'Amica delle Perle rimanere senza perle? Non sia mai. 

10 agosto, 2012

Nel concavo Cielo sfavilla.

Ne voglio vedere manciate, tonnellate, vagoni interi. Voglio stancarmi di contarle. Non ricordo di aver mai visto stelle cadenti in collina, ma la notte di San Lorenzo è una notte speciale da sempre, un pò magica e misteriosa e si sta tutti lì, il naso al cielo, a vedere quel miracolo improvviso, quella cosa che è un attimo e non c'è più, ma che per quell'istante ti regala la Bellezza Vera, il mistero dell'universo, l'immensità del cielo. Che bella cosa le stelle cadenti, possono passare mille anni e si guardano con la stessa intensità, la stessa meraviglia. Si guarderanno dalla collina, si sceglierà con cura un posto non troppo illuminato e si starà lì, il naso per aria, aspettando di vedere uno squarcio sottile di luce nel cielo, e poi un altro e un altro ancora. Nel frattempo, si stila la lista dei desideri, nessuna stella cadente può finire la sua corsa senza aver avuto il suo bel fardello di desideri da esaudire. E questo, prima che sparisca per sempre, il desiderio deve essere velocissimo e schematico ed espresso in tutta fretta, perchè sia efficace. Mi preparerò all'evento. Spero che le nuvole che passeggiano stamattina qui intorno non rovinino lo spettacolo e che il cielo sia bello lucido e scurissimo, un foglio nero dove le stelle cadenti possano ballare veloci, come il tratto lucente di un artista distratto. Il mio mucchietto di desideri è già pronto da esprimere, c'è un vento che viene dal mare e profuma di erba e di fiori, la notte di San Lorenzo è il segno che l'estate è al massimo, e le stelle cadenti sono una piccolissima illusione, una danza luminosa che fa pensare, ricordare, desiderare e stupire. Ciascuno scelga il suo tratto di cielo, il suo pezzo di mondo dal quale guardare, il suo desiderio più segreto. Le stelle che cadono, da qualunque posto tu le guardi, non deludono mai.

06 agosto, 2012

L'irrigazione ipnotica.

Con un titolo così complicato uno si aspetta chissà quale rivelazione, quale teorema, quale difficilissimo trattato. E invece no. Poche cose ti catturano come guardare gli spruzzi d'acqua che bagnano il prato. Non che abbia bisogno di uno bravo, o forse sì, ma stamattina mi sono incantata a guardare i giochi di luci, gli arcobaleni e tutti quei ghirigori che faceva l'acqua mentre bagnava il pratino di casa, come ogni mattina, intorno alle 8. Che scoperta, il pratino viene bagnato tutti i giorni sacrosanti, l'Illustrissimo Sposo ha messo a punto anni fa una sofisticatissima rete di tubicini e mini computer e timer e chissà cos'altro, affinchè ogni mattina, ogni sacrosanta mattina, alle ore 8 e qualcosa, ma sono io a non ricordare quel qualcosa, il timer lo ricorda benissimo, affinchè parta un gioco di spruzzi e rugiadine e gocciolamenti da far invidia alle migliori fontane del mondo. Stamattina, complice un sole di traverso, filtrato da nubi strane, non proprio minacciose ma lì, ferme, gli spruzzi del pratino hanno dato spettacolo, E io lì, sul terrazzo a guardarli rapita,  come si è davanti al fuoco, o alle onde di Capo Testa, o a guardare la neve dai vetri. Nessun pensiero viene male a guardare le milionate di goccioline che fanno un giro nel cielo prima di atterrare sull'erba, nessun veleno, nessuna tristezza passa per la testa, inebriata da uno spettacolo così esclusivo, nessuna gocciolina è uguale a un'altra, e a guardare bene, nemmeno riesci a distinguere i colori dell'arcobaleno, sai che c'è, fine. Iniziare la mattina con un posto in prima fila ai giochi d'acqua del mio giardino è un privilegio semplice a cui rinunciare sarebbe un delitto. C'è tutto un mondo dentro una gocciolina illuminata da un sole opaco.

03 agosto, 2012

Quante volte.

Quante volte si deve tornare indietro, cancellare e rifare, strappare il foglio e ridisegnare. Quante volte si deve tornare sui propri passi, convincersi che è la strada giusta e invece non è vero. Quante volte ci si deve far coraggio da soli, tirarsi fuori, scavalcare cancelli e staccionate immaginarie e correre, correre, scansare le pozzanghere e i buchi nel terreno e correre correre, e far finta di nulla, che è quella la strada giusta, corri e corri che va così, non guardare da nessuna parte nè indietro nè avanti. Indietro no, perchè sarebbe un attimo e molleresti tutto, avanti nemmeno, che la strada è ancora così lunga e impervia e pericolosa e infida e piena di sassi e di vetri rotti e di spine e rottami, e cose, quante cose. E' fatica, è stanchezza, è qualcosa che non sai, sono lividi piccolissimi, non è mica niente, poco più grandi di una monetina, sono lividi immaginari che non vede nessuno, sono botte invisibili, appena appena, uno dopo l'altro a sommarsi, uno sull'altro ad aggiungersi, graffi sottili, non è niente, è solo un graffio, non serve nemmeno disinfettare, un giorno o due e non si vedrà più nulla, ma livido su livido fa un dolore grande, graffio su graffio una ferita.

30 luglio, 2012

La Raccolta dei Mirtilli.

La si era buttata lì giovedì scorso, Perchè Non Andiamo a Mirtilli Domenica, allettati anche dall'idea di passare due giorni con gli Amici di là, quelli di sempre; quelli delle feste, delle vacanze e delle cene e dei Natali, anche. Così si è partiti. In realtà, si sarebbe dovuti partire all'alba, ma visto il mio sguardo smarrito e la zero voglia anche degli altri, si è deciso così: Si Parte Quando Abbiamo Voglia. E la voglia è arrivata intorno alle 11, minuto più, minuto meno. In realtà ci si aspettava una camminata più leggera, ma si sa, non è che il mirtillo MI nasca così, a portata di mano e per trovarlo non è che si debba andare in piazza San Babila, ma si deve giocoforza salire un pochino. Ho detto un pochino. Io non sono un'amante della scarpinate, men che meno della fatica, abiuro le salite, le sudate, i ciottoli, il mal di gambe, le ortiche, gli insetti, il fiatone, lo sbatti. Bene. Questi ingredienti c'erano tutti, insieme, c'è da dirlo, al gruppo di amici adorati e glorificati, quelli per i quali ti butteresti nel fuoco, per dire. E quindi , oltre al fuoco, per loro ti rechi anche in montagna, ti inerpichi su sentieri scoscesi e impervi, stai in equilibrio sulle rive per raccogliere i mirtilli che la tua Amica della Pastiera ti ha sfranticato l'anima che vuole farne marmellata e gelatina congelarli pure. Bambina, te ne porto quanto vuoi, in deliziosi cestini verdini, in un bel sacchetto di cellophane con il prezzo sopra, comprati in meno di due minuti all'Esselunga, con l'aria condizionata e in tutta scioltezza. Nossignore. Ella vuole quelli del Monte Soglio. E perciò, poichè l'adoro, soffro e mi reco.
Da lassù, il panorama è una delizia.

Non è stato così tragico, alla fine. A lamentarmi ci ho provato un pochino, sempre l'ultima della fila, anche dopo i bambini, anche dopo un papà con 15 chili di bambina nello zaino, io dietro, zitta e compunta, a scrutare fra le foglie e cercare i benedetti mirtilli. Che Lui, il Mirtillo, non è che si palesa e dice Son Qua, no, esso si nasconde alla vista e ha il cattivo gusto di crescere e prosperare in mezzo ai rovi, fra le ortiche, fra le foglie di melissa e di menta, fra l'erica bianca meravigliosa e selvatica. e poi, ci vuole mestiere, Lui MI è delicato, non è una mela che prendi e tiri giù, Lui lo devi prendere con due dita e stare attenta a non schiacciarlo, sennò la marmellata la fai in loco, direttamente, lo devi posare con grazie nella scatoletta verdina che ha portato la Elena, o nel contenitore di Silviaeeugenio, se no è la fine. 
Camminare in montagna non è poi tutta 'sta traGGedia, sono io che son noiosa ma con le Amiche giuste riesci pure a chiacchierare, e devi stare attenta a non scivolare dal troppo ridere giù per un dirupo. Di mirtilli ne abbiamo raccolti parecchi, forse non per barattolate di marmellata, ma di sicuro un bel pò di muffin verran fuori. E loro, le Canavesi, di cucina ne sanno, eccome se ne.

Cionondimeno la prossima volta mi organizzo.

Voi andate a mirtilli e io scialla a casa vi ricamo in pochissimo un bel quadretto.
E vi faccio pure una crostata.

Uhm....mi sa che mi urlano dietro, mi sa.

27 luglio, 2012

"Scrivi meno."

Così mi hanno apostrofato, ieri sera, le mie Amiche di Là. E non era un invito, anzi, una specie di rammarico, Perchè Scrivi Meno? ecco, il senso era più o meno così. E' vero, scrivo poco, scrivo niente, questa strana estate  in città mi sorprende e mi impigrisce, non che non abbia cose da raccontare ma forse anche i miei pensieri si stanno prendendo una vacanza, in questi giorni di sole, di colazioni in terrazza, di amiche, di prove di figlia unica, di grandi letture, di knittaggi compulsivi e di poco altro. Si riscoprono così gli aperitivi al bar del vicolo, lunghissssssssimi, lentisssssssssimi, in una città quasi deserta, eppure, tutte le mie Amiche di Qui sono ancora qui, appunto, e ieri al knit del giovedì c'eravamo quasi tutte, Afef assente giustificata, ma le altre tutte. Sono giorni che di cucinare non se ne ha voglia, niente che non sia una bella insalata greca o al massimo una frittata superlativa. Anche da questo ci si prende una pausa di riflessione, giorni sabbatici, un pò alla moviola, non saprei dire come. Ma di sciocchezze, mi aiuti a dire, ne so a manciate, ieri la mia amica Lulu mi chiedeva lumi, è confortante sapere che per le cazzate più cazzate, e mi si perdoni il termine dacchè non ve n'è un altro più appropriato, confortante è sapere che si chieda alla scrivente non già questioni attineni a bosoni e neutrini, ma ad esempio quale colore di smalto, se la zeppa va di sughero o se quest'inverno sarà l'inverno dei loafer.
Così si chiacchierava mollemente ier sera, intorno alle 21, ciondolando per una bella città tiepida, a fare un pò i turisti, che gli stranieri in realtà non eravamo noi, ma il fascino del giardino di Palazzo Ghilini ha conquistato anche me che ci ho stazionato davanti 3 anni aspettando la Princi che uscisse dal Conservatorio e non ci sono mai entrata, per dire. 
Che strana estate questa qua. Dal mare arrivano notizie frammentarie e confuse ma si sa che i figlioli colà sistemati si divertono un sacco tra feste in spiaggia e transumanze. Il numero dei coperti non è noto, ma è lì il suo bello.
Per il resto, si hanno molti programmi per i week end a venire. Una raccolta di mirtilli, per cominciare, e un giro in montagna, stavolta con le calzature adatte dacchè tutti ricordano perfettamente di quella volta che un buonuomo dovette prestarmi un paio di scarpe consone, essendomi io recata colà con due zeppe grigio perla che erano un amore. La fine di luglio in collina è densa di avvenimenti, si raccolgono le ultime albicocche del frutteto, ci si bea della straordinaria fioritura delle ortensie, si fanno scialli a una velocità indicibile, si legge al fresco sul divano, si pensa poco, e quel poco è già abbastanza.
Ogni tanto ci si chiede se tanta pigrizia, se tanta lentezza, se tanta beata indolenza  possano in qualche modo nuocere, se ci si rifugia in cose consolidate e conosciute per scansare una volta per tutte i pensieri improvvisi, le fatalità, i mille dubbi dell'esistenza, la profezia Maya, le grane solite, la gente pesante cui si è diventati insofferenti, l'ignoranza cui si è da sempre intolleranti, le cose di tutti i giorni.  La risposta arriva dalla porta, un'Amica di QuiQui, inteso come villaggio dove vivo, che ti suona il campanello Passavo di Qui. Allora, scopri che le cose belle del mondo sono davvero una quantità, che è del tutto inutile e financo dannoso stare lì a macerarsi l'anima con i Forse, con i Magari e con i Passati Remoti. Il mondo va per conto suo, le genti anche, e allora va bene così, e scusatemi tanto ma vado di fretta, ho giusto uno scialle color vinaccia che mi aspetta impaziente sui miei ferri circolari, ho una quantità di fanciulle che dorme in qualche stanza nella casa, ho ricette coi mirtilli da trovare e sperimentare. E ho uno smalto color del cielo, un libro che mi sta conquistando pagina dopo pagina, loafer sì, ma per ora quoto quel sughero arancione, Lulu. L'estate non è una stagione: è uno stato dell'anima. 

19 luglio, 2012

L'estate lenta.

Mai avrei immaginato un'estate senza mare, senza il mio mare, ma forse a dar le cose per scontate ti fa perdere il valore, l'abitudine ammazza anche il più grande degli amori, anche quello per quel mare e quel profumo che mi tengo lì e che avrò tutto per me a settembre, forse, chissà. L'estate lenta della città è una cosa da scoprire, ci sono angoli che mai avresti detto che, mai avresti immaginato che. Mi piace l'andare lento di queste sere, i tavolini dei bar, gli aperitivi lunghissimi, i negozi aperti anche dopo cena, la gente che non ha fretta, che non scivola via, ma che si ferma con te a chiacchierare in piazzetta, magari in bici, Ancora in Città? Sì. Scopri angoli di casa tua che non conoscevi, in assetto di vacanza. Scopri che i gerani del terrazzo devo ritornare al loro posto, perchè lì il sole non arriva per bene e hanno un sacco di foglie, sì, ma i fiori forse hanno sofferto un pochino e allora è meglio che li riporti dov'erano. Scopri che le gite con le Amiche, le cene sotto i pergolati, le chiacchiere fitte fino a sera tardi hanno un bel sapore di fresco, la menta del vaso dà il meglio di sè dopo una certa ora, non è mai troppo tardi per andare a dormire, domani tanto si potrà dormire anche fino alle 8, volendo, o rimanere stesi a contemplare il cielo azzurrissimo che si vede dalla finestra. L'estate lenta è così, ci prova ogni tanto a portare pensieri  spigolosi e pungenti, di quelli che ti si piantano sul cuore e non ne vogliono sapere. Ma ci sono tanti colori, l'erba verdissima del pratino, la certezza che il mio mare mi aspetterà, e questo profumo della menta del vaso, nessun pensiero che fa male ha mai avuto la meglio, sul profumo della menta.

16 luglio, 2012

Sorprese d'estate.

Una domenica di luglio fresca e profumata è già una sorpresa di per sè. Se poi si può assistere all'insolito connubio di pizza con presentazione di collezione di scarpe., la sorpresa è almeno doppia. Che questo abbia luogo a La Grattarola, "postone"  sempre frequentatissimo ma che d'estate dà proprio il suo meglio, allora , beh, le sorprese sono mille.
Il suo nome è Oliva de Ambrogio. Le sue scarpe, un sapiente mix di materiali ricercati e semplici, la iuta che sposa la pelle, il pitone che si affianca al camoscio con un effetto insolito e particolare, trasparenze e zeppe multicolori fanno delle scarpe ODA, già citate su Vogue Italia, qualcosa di davvero originale soprattutto se presentate con grazia e semplicità proprio da lei.
La genialata, direi. Ho lasciato il mo cuore su queste verdi. Insolite, azzardate, inusuali. Bellissssime. L'intera collezione di Oliva la trovate qui.
Segnatevi per bene questo nome. E poi, non dite che non ve l'avevo detto.


Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...