Stanca, sì. Tanto, troppo, non ricordo di essere stata più stanca in vita mia, è una frase che non dico mai, Sono Stanca, mai, ma in questi ultimi due giorni, immotivata ed improvvisa, una stanchezza diffusa e pesante è passata a trovarmi, di quelle che non ti danno la forza di fare un bel niente, e le cose che fai le trascini e sospiri e sbuffi e dicci Cheppalle, non mi piaccio stanca, non mi sopporto stanca, mi dico che sarà il caldo, le mille cose, che è stato un inverno pesante e che adesso non c'è più, c'è il sole e i fiori e le cose belle, eppure tutto mi fa fatica. Forse, ad essere stanca non sono io ma la mia testa, il mio cervello, e anche l'anima, un pò, ma come diavolo può stancarsi un'anima, che cosa bizzarra, l'anima non si stanca, l'anima va avanti e corre e corre e non si ferma nemmeno se lo vuoi, così come il cuore, corrono insieme come agli argini, non ne vogliono sapere di fermarsi, nemmeno alla fontana, vanno avanti e nessuno riesce a star loro dietro. Sì, ho la testa stanca per i mille pensieri che l'hanno abitata nei mesi passati, che non è stata una passeggiata di salute, nemmeno un week end sulla costiera amalfitana, per dire, ma adesso è passato e allora che vuoi. Ho i pensieri che scivolano fuori, che scappano da tutte le parti, appiccicosi e piatti, come me. Sono un cumulo di contraddizioni e di fatica, sono di una noia mortale, sono una qualunque seduta su una panchina qualunque, che non sa se prendere l'autobus o rimanere lì seduta, le mani in grembo, lo sguardo vuoto, irriconoscibile e un pò scema, inconcludente e ferma, il niente totale. Mi passerà, non foss'altro per il sapiente mix di vitamine e intrugli e integratori e Supradyn e cose, dormirei sempre e la cosa mi spaventa, mi preoccupa e mi fa male, che cosa sono, che cosa ho, se fino a ieri l'altro stavo benissimo e ora sembra che mi abbiano rovesciato un pentolone di brodo bollente sulla testa, che mi abbiano schiacciato con lo schiacciasassi, passata nel mixer, frullata, ho mille cose da fare e la voglia di non farne nessuna, rimango qui, con la paura di sbagliare, con la paura di tutto, con la paura di me, donna qualunque e un pò scema, seduta su una panchina qualunque, a guardare passare gli autobus e a non prenderne nessuno. Per andare dove poi.