09 ottobre, 2011

Top.Coat.Velvet.


 
Ora. Ci sono dei giorni in cui proprio non si ha voglia di cose serie, men che meno di tristerie, di menate, di cose pesanti. Ora. Càpita sempre più spesso ultimamente, che i miei sabati li trascorra con le mie Amiche, molto spesso qui, qualche volta in giro, i figlioli tutti sparsi per l'italico territorio, il mio Sposo impegnato in questo o quel progetto e che si tiene libero per la sua Amata e Virtuosissima Sposa, che sarei io, solo e soltanto verso sera. Càpita infine di avere al fianco un'Amica, di quelle recenti ma non per questo meno cremosa, non so come dire, certe cose si sentono da subito, a noi tutte questa qui ci piace per quel suo modo scanzonato di porsi, forse le rimproveriamo il millemillesimo tatuaggio che vorrebbe farsi, ma insomma, noi la si adora. Ed io in particolare adoro il lei quel suo non dire mai Non Posso, quel suo saper cucire, quelle sue borse colorate e preziose, quel suo essere sempre pronta per una nuova idea, un nuovo sogno, quel suo guidare per ore come me, il suo cuore grandissimo e, soprattutto, per superarmi in cazzate. Ella sa infatti un giorno o due prima della scrivente quale è la borsa must, il braccialetto introvabile, il locale giusto. Cose non fondamentali, ovvio, ma che in un mondo cattivo e malinconico e difficile, hanno il loro bel perchè. Perciò, ieri ho trascorso buonissima parte del mio pomeriggio insieme alla mia Amica delle Perle e a Lei. Dopodichè, avendo l'AdP terminato di foderare un cassetto con meravigliosa carta a gigli di Firenze, e dovendosi recare a sbrigare una certa faccenda di cannoli, siamo rimaste io e Lei, la mia Amica dei Tatuaggi. Missione: un'inaugurazione dove presenziare e poi, un paio d'ore di CC, ove si legga Cazzeggio Cosmico, che si fa cinque sei volte l'anno, non di più. Danni evidenti non ne sono stati fatti, se si fa eccezione per un vestituccio a rose e per questo, una meraviglia da apporre sullo smalto per renderlo opaco ed elegantissimo, nuova diavoleria di casa Chanel e assolutamente, dico assolutamente imperdibile, come già mi disse giorni fa la mia Amica della Moda. Così, ci siamo adeguate, non sia mai che una redattrice di cazzate non abbia il suo Top Coat Velvet, ma in che mondo viviamo. Càpita però che per Lei, l'AdT, non sia un periodo di lucente meraviglia, e che la veda lievemente pensierosa, ogni tanto, lievemente assente, ogni tanto, lievemente malinconica, ogni tanto. Perciò, da esperta ad esperta, so che farà tesoro di questo consiglio domenicale che sto per darle. Usi il Top Coat Velvet come pozione magica per tirasi fuori, per conservare bella e intatta quella sua risata, per tenere lontano i pensieri tristi e le preoccupazioni che per forza di cose si affacciano ogni tanto nella tua testolina by Aldo Coppola, che io e tutte noi sappiamo più che bene che queste settimane non sono uno scherzo per Lei. Di certo non risolverà un bel niente, certo non è che all'improvviso, voilà, tutto è magicamente a posto e scorrevole e lucido, ma almeno, un pochino aiuterà.  Da esperta ad esperta, s'intende. Il Top Coat Velvet opacizza soltanto lo smalto. Il sorriso, quello mai.

07 ottobre, 2011

Resto in cucina.


 
Resto qui, che è meglio. Che strano ottobre questo qua, me ne accorgo ogni giorno, il compleanno, San Francesco, già perchè io anche Francesca mi chiamo e anche Maria, Incoronata e Assunta me lo hanno risparmiato, come mi prendono in giro in casa, qualche volta. E poi oggi. Non un granchè, per me, non un giorno che vivrei, ne ho vissuto uno così tremendo anni fa, già, quanti, 31, accidenti, ogni anno uno di più, com'è ovvio che sia e io invece sempre a stupirmi, ma come, trentun anni, ma come può essere possibile. E allora, li penso, gli anni, i trentunanni, attaccati, uno in fila all'altro, come i chicchi di un rosario che sgrano a fatica, non mi piace ricordarli così gli anni che passano,che sono passati, da quel giorno che ha cambiato la mia vita, da quella di prima a quella di adesso, non c'era un altro modo, per caso? Mi piace pensare qi miei figli piccoli, questo sì, il matrimonio, quella volta che e le cose, e le feste e gli spaventi, anche, quella volta che son venuti i ladri, quanti anni erano, e poi le feste e le questioni, il lavoro, mi piace pensare solo alle cose belle degli anni che ho avuto. Non a questa qua. E ogni anno mi scopro un pò più cattiva verso questa cosa, verso il perchè sia successo allora e così, e verso tutto quello che poi da lì è arrivato, il dolore degli altri, non solo il mio, perchè un dolore così è davvero così gigante che fai fatica anche a tagliarlo in due, in tre, a dividerlo tra mio fratello, mia madre e me. E' un sacco pesante che mi porto dietro, sui camion dei traslochi che ho fatto, che vedo accanto alla valigia pronta per la maternità, al mio mazzolino di anemoni e fresia, alla mia fede lucente, ai dentini dei miei bambini, a trentuno alberi di Natale, anzi, solo trenta, quell'anno nemmeno l'albero di Natale si è fatto, in casa mia. Così, resto in cucina e guardo fuori, il sole, la terra calma, gli alberi morbidi della collina ancora troppo verdi per il giorno che è. Resto qui, come quando ho qualcosa da pensare e non ne ho voglia, in cucina anche i pensieri più terribili sembrano forse più lievi, penso distratta alle cose che ho da fare, anche se il mio pensiero và più in alto, oltre le nuvole, al di là del mio dolore e del mio volergli bene, ovunque lui sia, nel sole.

05 ottobre, 2011

Bugie.




In fondo, nemmeno mi dispiacerebbe se arrivasse davvero il freddo. Si ha voglia di lana, di maglioni, di sciarpe calde da avvoltolarsi intorno al collo, e affondarci la faccia, qualora. Da un lato ne ho voglia, dall'altro paura. Nel senso che poi mi conosco fin troppo bene e so che con il ritorno dell'ora solare e del buio e della nebbia, che mi piace, certo, ma poi io lo so, inizio a pensarepensarepensare e pensare non fa mica tanto bene, certe volte, anzi quasi mai, e lo so bene io che coi pensieri mi ci frullo il cervello, me coi pensieri cattivi, mica con quelli belli colorati di zucchero. Cionondimeno, ci si accinge a partire, lassù nella Casa in Collina, partire per DaNessunaParte, non è che ho le valigie in ingresso e dei biglietti in borsa, no, si parte per la giornata, per le cose da fare, dovrò decidermi a comprare una di quelle bombe che fanno passare subito la tosse, ma quale miele, ma quale propoli, qui ci vuole un  pastiglione di quelli seri, altro che storie. Si parte, si esce fuori nelle brughiera (!), si fanno cose e si risolvono questioni, ho una mezza dozzina di Multe Miste, un pò mie, del mio Sposo e di qualche figliolo, in città miste, noi qui si prendono le multe cicliche, o nessuna per mesi, o 6 in un botto, son cose. C'è una strana, stranissima nebbiolina che sembra fatta di bollicine invisibili, si cercherà nelle vetrine del Corso qualcosa che ci faccia iniziare ancora meglio una bella giornata di cose da niente, magari un pizzo, magari un gloss o un rossettone di quelli decisissimi, un pò mat un pò postribolo, ecco, di quelli che ci vuole il solvente per togliere alla sera e poi sì, la bicicletta, che ancora si può usare sù e giù per le strade cittadine, un golfino leggero basterà, le calze non sono pervenute e ancora non perverranno per un mese o giù di lì, ho detto di aver voglia di freddo e di lana ma non è mica tanto vero e poi, chissenefrega della tosse.

03 ottobre, 2011

Frescomattino.


 
Si sentono già le campane, ed è solo mattina presto, certo, mica le campane suonano al pomeriggio, o è sera  o è mattina. E poi, nemmeno so che campane siano, se quelle della chiesa della collina o se ella chiesa sulla strada, quella con la forma strana, che nemmeno la sembra, una chiesa. E' una bella mattina di ottobre, vien voglia di andare per i campi o sù e giù per la collina, è fresco ma ci sarà ancora il sole per una settimana almeno, o meglio, così dicono, chissà se è vero per davvero. Le ultime settimane sono state piene di cose, di gente e di faccende da fare, da gestire, da preparare. Ora, ci si rende conto che è proprio giunto il momento di fermarsi un pò, di riprendere in mano la questione casa, che qui hanno fatto gli anarchici per troppo tempo e sono stati anche bravi, devo dire. E adesso, si ritorna al normale, ai ritmi consueti, alle piccole, piccolissime abitudini di una casa qualunque. Un frescomattino, scritto così, tuttattaccato, capita giusto per fare le cose che si devono fare senza troppi traumi e  stendere fuori sull'abiurato stendino diventa piacevole, a guardare ogni tanto le ortensie rossastre che quest'anno non ne hanno voluto sapere di diventare rosa, e sono passate dal verde al bordeaux senza dire ba, senza colorarsi, senza fare le ortensie vere. E' bello cominciare la mattina stendendo di fuori, ci sono ancora le goccioline della notte, sul prato che nessuno ha ancora tagliato, nonostante le suppliche, le minacce, le offerte in denaro, gli ultimatum scritti sulla lavagna della cucina, niente, nessuno che abbia avuto l'ispirazione, il tempo, anche soltanto la voglia di dire, Massì, Oggi Taglio il Prato. Che resti così, alla fine, un pò selvaggio, scompigliato e disordinato, e che sarà mai, una delle regole di questa casa scellerata è che ognuno faccia quello che si sente di fare, nel limite della decenza e della legalità, che la si pigli scialla, che non si vada troppo per il sottile, è un frescomattino di sole regalato, ci sono migliaia di cose da fare e si faranno tutte, in grazia di Dio, con calma e sentimento, e l'unico vero pensiero che vorrò quest'oggi è capire bene da che parte viene il suono di queste campane. Del resto, di tutto il resto, m'importa poco o nulla.

02 ottobre, 2011

Forse dovrei.



Un pò mettere la testa a partito.
A questa età, intendo.
Quarantotto, che a scriverlo in parola fa ancora più impressione che il numero, non so.
E calmarmi un attimo.
E fare la grande,da oggi.
E.
- mettere il mezzo tacco e la calza riposante
- farmi i colpi di sole da menopausa, quelli orridi mezzi gialli e mezzi grigi
- mettere solo smalto rosa perlato
- vestirmi da sciura di mezza età, è questo che sono alla fine, no? Gonna a pieghe al ginocchio, twin set e spille col cammeo.
- starmene a casa a cucinare e spolverare, in ciabatte e vestaglia
- farmi la messimpiega ogni santo venerdì, dalla pettinatrice, ma la messimpiega coi bigodini e sotto il casco leggere i giornali di gossip e commentare a voce alta con la mia vicina : A me 'sta Belen proprio non piace.
- avere come argomento principale figli, marito e calcoli alla cistifellea, non guidare in autostrada, trovarmi un circolo per giocare a burraco.

E invece.

Oggi è il mio compleanno, è un bel giorno di sole e di caldo ed è proprio strano che al mio compleanno faccia così caldo, lo so per certo.
E so già che metterò le calze solo a novembre inoltrato, e che quest'inverno avrò tacchi da paura e continuerò con il mio hennè rossissimo finchè non sarò stufa e che metto smalti spaventosi e molto glamour, e che ieri me ne hanno regalato una manciata ed ero così contenta che per me li avesse scelti una ragazzina, e che ieri avevo dei pantaloni strani fatti a pelle di serpente e che cucino un sacco sì ma scalza e con la musica a manetta e che dal parrucchiere ci vado ogni mattina sotto la doccia e che la cistifellea non so nemmeno bene dove sia, che odio, odio, odio con tutta l'anima tutti i giochi di carte che non siano rubamazzo e che posso guidare per 10 ore fermandomi una volta soltanto per una CocaZero e che per me Belen, Corona e Compagnia Briscola sono la Fiera del Chissenefotte.

Bene. Buonissimo compleanno a me, 48 suonati, oggi festa grande con tutti i miei figlioli, le mie Amiche Torinesi che fanno anche la mia parte a Manualmente, il sole fuori che scalda ancora, un bell'autunno dorato che autunno non sembra ancora, la torta, le cose, che bello sarà.







Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...