31 marzo, 2011

Gomitoli e mani.

Di strada ce n'è tanta. Tanta fatta, tanta ancora da fare. Tantissima, da non credersi, quanta ce n'è. Non è difficile, no, è solo qualche volta un pò in salita, qualche volta a curve strette, ma sono poche, pochissime. Il resto, è la meraviglia. Ci sono i viaggi verso le filature, ci sono i pomeriggi passati a sistemare montagne di gomitoli nuovi ma spaiati e disfatti e ingarbugliati come solo i pensieri delle donne sanno essere. A sgarbugliare però, i pensieri vanno veloci e alla fine sono tanti gomitoli messi in fila, messi in ordine nei sacchetti trasparenti, quelli per congelare. Ci sono i knit cafè, dove si parla e parla, e qualche volta un pò si litiga, anche, ma non è mica un litigare se poi alla fine si fa come facciamo noi. Ci sono le riunioni, quelle serie, quelle da prendere appunti, quelle da fare progetti, quelle dove ognuno mette del suo. Ci sono i pacchi che arrivano, ci sono donne che lavorano un pò dovunque, ogni donna ha una storia tutta sua che racconta con le sue mani e coi suoi gomitoli, e che vuole regalare a chi ne ha bisogno, a chi non ha proprio niente, forse nemmeno un affetto, nemmeno un pò di bene, un pò di caldo, un tetto sulla testa, a volte, nemmeno una mamma e un papà. E forse, nemmeno ancora tanti giorni da vivere.  Ci sono le volte che entriamo negli ospedali come si entra nelle chiese, un pò in punta di piedi, come a non fare rumore, lasciamo un pò di tutto questo e andiamo via, lasciamo un pò di noi, intrecciato coi punti e coi fili, lasciamo un pò di questo affetto, di questo incantesimo che ci unisce, da Savona a Catania, da Firenze a Trento, da Belluno a Roma. E poi Torino, Varese, Milano, Alessandria, Pavia...Siamo tante sì, intrecciamo da tre anni fili e mani e sentimenti, gomitoli ed emozioni, cerotti invisibili su cuori piccolissimi, storie tristi e piccole speranze, occhi chiusi e tubicini, e grandi forze e grandi lotte. 
Buon Terzo Compleanno, nostro Cuore di Maglia.

29 marzo, 2011

Ventisei Viole.

Io lo so che forse un po’ si arrabbierà. Lui non è tanto per queste cose,  lo dice sempre, Sanno Tutto di  Questa Casa, Appena Succede Qualcosa Lo Metti sulle Fragole. Infatti. Ma non proprio tutto tutto. Solo quello che posso e che mi sembra carino, e che mi piace. Come te. Anche tu mi sembri carino e mi piaci, e allora metterti sulle Fragole è un tutt’uno, ci sta, come dite sempre voi.
Stasera ci sarà una piccola festa, piccola perché non ci siamo mica tutti, e forse la festa vera è stata domenica sera tutti insieme in cucina che abbiamo riso così tanto che sembravamo tutti un po’ brilli, io di sicuro, che ridevoridevoridevo,  e se mi avessi chiesto Perché Ridi? Ti avrei detto che non lo sapevo e questa è la prova provata che uno o è scemo o è brillo o fors’anche tutt’e due.
Volevo un centrotavola da festa, che sapesse di primavera, le rose non ci sono, i fiorini gialli cadono appena li tocchi e poi sono gialli e non mi piacciono. Allora. Allora sono uscita nel pratino, il gatto mi ha seguito sospettoso, per essere certo che non tentassi di salvare qualche altro coniglietto,  che avrebbe saputo ben lui, il gatto, che cosa farne di un coniglietto. Ho colto delle violette, selvatiche, profumate e bellissime. Le ho legate con un filo, e le ho messe in un bicchierino di mia nonna, di quelli piccolissimi, che razza di vasi ci vogliono per le violette, solo i bicchierini delle nonne vanno bene, nessun altro. Ci ho messo anche un nastrino. E’ un centrotavola così ridicolo. Ventisei viole per te.
Ventisei viole per dirti buon compleanno, figlio grande di questa famiglia, Quasi Ingegnere di questa casa, che non ti sono madre ma quasi, così testardo e preciso, così adorabile, così uguale a tuo padre, figlio arrivato già grande, figlio anche un po’ mio, Figlio del Cuore.

Il miracolo dell'Ora Legale.

Non c'è via di mezzo, o si ama o si odia. Nella fattispecie, io l'adoro. L'ora legale è il bello, la vacanza, la luce, il sole, la meraviglia, i tavolini sul Corso, il tempo ritrovato, i picnic, il fare tardi a tavola a chiacchierare, il terrazzo, i fiori, le erbe aromatiche nel vaso, i panni stesi che sanno di pulito, i gelati, la bici. Certo, i primi giorni non è il massimo, e non credo di essere l'unica ad essere un pò storneggiata, un pò sballata, come se dovessi smaltire un jet-lag, come a dovermi riprendere da un volo di 24 ore, non so. Certo, dura pochissimo. L'ora legale permette di fare una serie di cose, compreso una passeggiata nel dopo cena, qualora se ne avesse la voglia, che fuori è tutto un profumo di erba e fiorellini, che non ci sono ancora del tutto ma che sai che arriveranno fra pochissimo. E' guardare le luci della città lontane ma nitidissime, che di solito le vedi poco  o non le vedi affatto, confezionate come sono spesso in un bel foglio di nebbia lattiginosa. Inoltre, cenare con la luce è bello davvero, significa che la giornata non è ancora del tutto finita e che ci sono ancora cose lente da fare, stare un pò sul muretto, esaminare i boccioli delle ortensie, per le rose, ancora c'è tempo, mi sa. Stamattina è un mattina legale, nel senso che è già lenta e luminosa di suo, ci sono cose da fare in città in tarda mattinata, piccoli lussi e piccoli doveri, la posta centrale, il pane del vicolo, intercettare l'Amica delle Perle in Via San Lorenzo, che se no quella mi parte di nuovo e allora. La luce guadagnata in questo fine settimana passato è un piccolo, piccolissimo passo verso l'estate, l'inverno è affascinante con le sue nevi, i suoi maglioni e i suoi camini, ma ci vuol ben altro, per stare bene. Ci si convince che le cose siano un pò diverse e in fondo lo sono,  ci si veste di un nuovo ottimismo, un bel foulard di leggerezza e di beatitudine, si esaminano le questioni con più filosofia, non so. Si scelgono con cura vestitini leggeri e colorati, si sorride per un nonnulla, si ha più voglia delle cose.  A volte, ma guarda, un pò di luce in più, che grandi grandissimi miracoli riesce a fare.

27 marzo, 2011

Poteva sembrare strano. Ha organizzato tutto Lei. Trent'anni non sono mica sassolini, sono un sacco, tanti che non sai se li metti in fila, trenta, lo senti che suono che hanno, trenta è una vita fatta, è un'eternità, un sacco davvero. Ritrovarsi dopo trent'anni dalla fine scuola è stata un'idea che mi è piaciuta subito, i miei compagni di scuola, qualcuno l'avevo incontrata per caso, ogni tanto, ma sono la furesta, sono quella che se n'è andata via, che ha cambiato città e che non ha nemmeno fatto la quinta insieme a loro. Non c'entra. E' stata una sera esattamente come pensavo fosse, di abbracci e di racconti e di risate ma di quelle che ti fanno tenere il respiro per un pò, che ti fanno lacrimare gli occhi e tossire, dopo, di quelle che proprio ti capitano così di rado che le tieni lì, come le tazzine belle nella vetrinetta della nonna, da usare ogni tanto, se no si sciupano. Ci avran presi per matti in quella piazza, in una sera che più limpida non poteva essere, siamo arrivati un pò per volta, riconosciuti quasi subito, divertiti a guardare che strani giochi aveva fatto il tempo sulle nostre facce, le persone alla fine non cambiano poi così tanto, e ritrovi lo stesso modo di ridere, la stessa gestualità, lo stesso modo di fare che ricordavi nei corridoi della scuola, all'intervallo, in gita. Che bello è stato, ieri sera, essere ancora lì, a chiamarsi per cognome, a raccontare, ad ascoltare, a ricordare cose che magari avevi dimenticato e a mettere insieme un pezzo di cammino che è stato il mio, il nostro. Ci sono diventata grande con alcuni di loro, sono stata ragazza impertinente da sette in condotta, smarrita in lacrime per mesi, quando non sapevano più cosa inventarsi per farmi ridere un pò. Non ho dimenticato loro, non hanno dimenticato me. L'ho capito dai loro abbracci, dai loro sguardi di affetto vero, come di chi sa bene come sei, anche se è passato così tanto tempo e cose e  vicende, non è vero che il tempo che passa è così un male, le persone non cambiano mica così tanto, no, anche dopo trent'anni, no, sono sempre le stesse, quelle che ami, non cambiano mai.

25 marzo, 2011

Non Piace a Nessuno 2, il Ritorno.

La foto è orrenda, e va bene. Non so se si riesce a comprendere e a capire fino in fondo la bellezza, la meraviglia, il vero prodigio. L'anello. Fa parte anch'esso della mia privatissima collezione SeNonLoCompraviTu, nel senso che credo che ne abbiano venduti pochissimi esemplari. Un pò come la gabbietta, tristemente nota. Che però, molti ancora mi chiedono Ma Dove L'Hai Presa? forse per girare al largo dal luogo ove, o forse, chissà, perchè non han cuore di dirmi che piace un sacco anche a loro e in gran segreto se ne comprano una. Ma veniamo a Lui. E' un anellazzo di dimensioni inusuali, praticamente occupa tutto il mio dito medio e io che mondina son, non ho propriamente manine piccine, laboriose sì, ma piccine no. E' stato amore a prima vista, cercavo su TopShop un dono per la Princi, tutta presa da teschi e cose, e mi sono fermata a Lui. Elegante non è, fine nemmeno, anzi, sembra un pezzo di un'armatura medievale, ma mi piace così tanto che l'ho messo subito per andare a fare la spesa. Comodo? Beh, anche, dato che è semovibile nel suo movimento, è snodato, non è come una specie di ingessatura di metallo, esso si muove con le falangi sante della mia graziosa manina. Nel pomeriggio, poi, sono stata invitata a conoscere le CdM Valenzane, e subito dopo ad una palestra di arrampicata. Sì, esatto. Una di quelle palestre che alle pareti hanno tutte le montagnole e i mucchiettini colorati di forme strane, dove tu ci devi andare con una corda girata intorno alla pancia e in mezzo alle gambe, e tutt'intorno al sedere, mi pare, e un tipo di sotto che ti tiene, e deve essere un tipo cui stai veramente un sacco simpatica, se no, quello la corda la lascia andare e tu ti sfracelli al suolo, bambina, e poi ,che meraviglia, un sacco di quei ganci tutti viola metallizzati, quelli che usavo per metterci le chiavi, ma guarda tu a cosa servono veramente. Tranquillizzo gli astanti, non mi sono arrampicata, ovvio, anche se mi ero preparata e come sempre  avevo le calzature adattissime, un bel sandalino leopardato che ad arrampicare, mi aiuti a dire, ci stava secco. Rita, la fautrice di questo bel pomeriggio, mi guardava attonita e ha fatto tutto un bel reportage non a me, ma al Liceale che andava su e giù e ripeteva Che Figata, e saltellava per scendere, perchè a salire si sale a gattoni, ma a scendere devi saltellare, e mi sa che è divertente fare boink boink sulla parete, almeno questo ho capito dalla lezione. Ma non è roba per me. Io ero lì bella tranquilla, a rigirarmi il mio bell'anello che non piace a nessuno e mi beavo di ciò. Che poi per andare lì sopra bisogna mettersi tutta una specie di polverina di Trilli nelle mani, e la polverina poteva depositarsi  sul mio preziosissimo anello da pochissime sterline, un anello impolverato, non c'è limite al peggio. 

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...