31 gennaio, 2011

Mi ha svegliato la neve.

Ma come la neve,che assurdità, la neve non sveglia, com'è possibile. E invece sì, mi ha svegliato il silenzio che c'era, ieri, non oggi, perchè oggi non nevica già più, ma piove o non so cosa. Mi ha svegliato il bianco, più luce del solito, non so, le persiane delle mie finestre non le chiudo mai, non mi piace dormire al buio, mi sembrerebbe di perdermi qualcosa, come, ha già fatto giorno e non me ne sono accorta, mi piace vedere il buio che rischiara, la luce che si fa sempre più luminosa, bella scoperta, la luce luminosa la è già di suo. La neve alla domenica mattina aggiunge luce alla luce che c'è, calma alla calma che c'è, lentezza a tutto il lento del mondo, il brunch reale che si è servito a Villa Villacolle, a un classicissimo film d'amore che si è visto per le terza volta,  che ancora non mi capacito del fatto che il film finisca in modo diverso dal libro, ma non diverso poco, proprio completamente, e che ogni volta mi fa pensare che se fossi stato Nicholas Evans e avessi visto il film, avrei telefonato a Robert Redford e gli avrei detto Ma Senti Un Pò, ma poi, in fondo, a me Robert Redford MI piace da sempre, anche adesso che c'ha un'età, m'intendo, e forse sono stata anche  contenta che alla fine del film lui non morisse mentre nel libro invece sì, ecco, così se qualcuno vuole vederlo o leggerlo ho già rovinato tutto, ma poi, c'è ancora qualcuno che non l'ha letto o visto?
Cincischio e mi balocco e perdo tempo perchè stamattina sono bell'e imbambolata e vorrei, come tutti, del resto, che fosse ancora domenica, e che tutti fossimo qui, calmi e ciondolanti e indolenti, invece che c'è già un gran fermento e la colazione è già servita ai piani inferiori, e non è sontuosa come ieri ma la colazione di tutti i giorni, bella sì, ma con un occhio all'orologio, che treni e cose partono da Villa Villacolle, ed esami e scuole e lavori e appuntamenti, e io invece ho una casa che fa spavento, per minimizzare, e mi ci vuole davvero un caffè di quelli tosti per iniziare questa settimana, la neve è fuori e se ne andrà presto se piove o non so cosa, bello sarebbe tornare a dormire o stare qui a guardar di fuori, e allora la neve non mi sveglierebbe, la neve farebbe compagnia ai miei pensieri, a guardarla dal letto, dal caldo, sui pini e sui rami, ferma e intatta, proprio di cose brutte non me ne viene in mente nessuna.

28 gennaio, 2011

Frivolissimo week end.

Niente di meglio. L'inverno è ancora così lungo, domani saranno i giorni della merla, fa un freddo ma un freddo ma noi qui ci è presa secca la voglia di pizzi e trine e cose sciocche, ma così sciocche, che ieri al knit siamo state così bene e perfino la Patti, sempre così elegante e misurata, se n'è andata alla Jacques Tati, ridendo e ridendo, noi il giovedì si sdilinquisce proprio, abbiamo riempito la saletta del BioCafè, eravamo un sacco e tra colli e cardigan, cerchietti a treccia che ancora fan faville, scialli e stitchmarker, siamo state come da un pò non stavamo, non so, adesso si può proprio dire che la nuova stagione del knit è iniziata alla grande, nessuna di noi avevi pensieri tristi o stava male, o aveva ansie e angosce, ed è un caso fortuito e dorato, considerando che tutte abbiamo famiglia e figli e cose e menate e tristezze sotterrate da qualche parte. Frivole, che si fa incetta dei saldi di Zara, dove le cose qualunque che era già un furto pagare 40 euro adesso costano 9 o 10 e allora perchè no, alla fine. Vero che non ti serve, vero che hai un armadio che straborda, ma si può dire di no a una camiciola che costa solo 5 euro? No che non si può. In più, da pochissimo si è scoperto Fashiolista, che è una figaaaaaaata, come dice la mia Amica delle Perle, che è un pò come guardare la vetrine o entrare nel negozio e dire, ok, Me Lo Tiene Da Parte? e ci puoi mettere tutto quello che vedi nel web e che ti piace, che fa parte di te, che ti compreresti, che poi, a vedere tutto insieme sembra davvero di mettere il naso dentro al tuo armadio, ci sono le cose che ami da sempre, e questa nuova mania, il pizzo, che ieri ci ho provato coi leggings, ma davvero, era troppo, troppo freddo anche per me che già medito che forse si potrebbe già andare in giro senza calze. Frivola son, nella mattina del venerdì, frivola son che tra poco mi calerò  nell'astigiano per un bel progetto, frivola ma sul pezzo, sissignori, che oggi la mia casa sarà a pienissimo regime, dal pomeriggio, Fidanzata con Cagnolino, sembra il titolo di un quadro, il PiccoloIng. fa lievi richieste di menù per il pranzo di domenica, saremo tutti e sarà un bel casino, un bellissimo, caldissimo, chiassosissimo  casino.
Così son le donne frivole, che il giovedì si sdilinquiscono e il venerdì son bell'e pronte a organizzare, a fare e a preparare, l'animo leggero, perfino un pò felici che detta così sembra un peccato, che le tristezze,le angosce e le menate le hanno sì, ci sono sì, ma che davvero si sono nascoste, sotterrate da qualche parte e almeno oggi, a ben pensarci, nemmeno si ricorda più dove.

27 gennaio, 2011

Le'ts go knittin'.

Nevica così piano che sembra una musica, anzi, adesso che guardo meglio forse non nevica nemmeno più. Non mi piace quando nevica sul niente, mi piace solo quando nevica sul bianco, quando si ferma e non quando si scioglie prima ancora di toccare terra. Diciamo che fa finta di nevicare. Sul calendario della cucina, quello dove si scrivono le cose sacrosante, oggi è segnato KNIT col pennarello. Perciò, nel pomeriggio colà ci si recherà, ben compunte, che già la scorsa settimana abbiamo disertato e non è così  che si fa, perdiana! Ci porteremo uno dei nostri lavori iniziati, quelli che si intravedono dal cestino, non sono tanti, sono soltanto due, ci sono stati periodi in cui i progetti non terminati, lasciati a metà, dei quali ci si era improvvisamente disamorati strada facendo, erano una mezza dozzina. Ora no. Faccio neckwarmer a decine, per figlioli, amici dei figlioli, per la PrinciTeen, financo per il mio Sposo anche se non è che se lo meriti granchè. Ier sera, verso l'ora nona, aveva l'animo giocoso e burlone, ha ben pensato di farmi un dispetto innocentissimo, e non volendo ha peggiorato vieppiù un incidente occorsomi settimane orsono, dacchè ebbi l'idea malsana di farmi cadere una pentola di rame su un piede. Lui scherzava, ma io piangevo, giuro, come se, non paga, mi fossi fratturata una seconda volta  e lui, mortificato, inginocchiato, penitente, a mani giunte chiedeva Come, Come, Come degg'io rimediar a cotanto soffrir? E io, piangente e madida, rovesciata alla bell'e meglio sul divano in preda a indicibili sofferenze,  incapace di proferir parola ho sussurrato fra le lacrime "Hermés". Ma mi sa che non ha sentito.

25 gennaio, 2011

Il volo.



Così uguale a me. Gli stessi occhi grandi di un colore così chiaro, verde menta, verde che brilla, verde lucido dei suoi begli anni confusi. Le stesse manie, le scarpe, i colori, più precisa, forse, più ragionevole, ma sognatrice e romantica e credulona Ma Dai? E' bella mia figlia, è bella per come ride, per come canta nella sua stanza, per come guarda fisso e profondo, per come è seria, qualche volta, silenziosa, troppe volte, riservata, in sè. Così uguale a me eppure già voltata per iniziare a camminare per un'altra strada e un'altra vita, la sua strada e la sua vita, che è giusto, è normale, ma che non è ancora tempo e mai lo sarà, per me. E' bella mia figlia, e quando la vedo accanto a me nelle vetrine o nello specchio del bagno, vedo il tempo che ha giocato, mescolato le carte e fatto me, la madre, uguale a lei, la figlia, che uguale sembra a me ma in fondo è tanto diversa, e che è uguale è la storia che mi racconto perchè così saprò come fare, perchè così saprò capire, interpretare, che tornare a casa alle 11,30 o a mezzanotte è proprio uguale, ma alle 11,30 è meglio, mezzanotte è l'ora dei grandi, Ma Mamma, Sono a Casa di V. a Guardare un Film, Mica in Mezzo Alla Strada. Lo so, bambina che bambina non sei più e nemmeno vuoi che ti ci chiami. Lo so e vado a tentoni, cerco di imparare da te come si fa ad esserti madre, che non è come coi maschi, tu sei un cuore di tulle trasparente, sei pizzo prezioso, sei porcellana finissima, sei fiore raro. I tuoi fratelli hanno anime belle e cuori dolcissimi, ma il cuore degli uomini ha petali diversi dal tuo, ha colori diversi e diverso il profumo. Lo imparerai presto, lo so. Io non sono ancora pronta per vederti grande, amore mio, anche se vedo che lo diventi ogni giorno di più, hai gambe lunghissime  e grandi idee e progetti e domande, che forse alla tua età io non avevo. E ora sono qui, figlia, davanti a te, a dirti, cresci e vola verso il mondo che vorrai e che spero sia esattamente come lo desideri, che sarai una donna meravigliosa lo so già da ora, ma tu, cuore di pizzo e porcellana, aiutami un pò, e fammi essere la mamma della bambina che eri, ancora un pò. Perchè a volare c'è tempo e che per me, la tua mamma, ancora tempo non è.

La regola.

La regola è che di regole non ce ne sono. Anzi, qualcuna. Non troppe però. Regola per stare bene, per iniziare bene il giorno che è qui, per aver finalmente voglia di uscire e camminare e guardare le vetrine o andare per saldi, ce ne sono un sacco ed è vero che non mi serve niente ma i saldi sono fatti apposta per comprare cose che non servono, ma che costano così poco che proprio non puoi lasciare lì. Ma sono diventata oculata e morigerata e ancora non ho fatto nessun giro di saldi da nessuna parte, perchè ci vuole metodo, cura ed esperienza, non è che si va a così, a caso. E' un giorno bianco, una mattina senza capo nè coda, ma c'è la musica in cucina e questo è un bel segno, i ragazzi stropicciati sono usciti da un pò, merende e foglietti per ripassare cose e ancora pensieri della notte conservati con cura sotto la sciarpa di lana pesante. La scrivente si bea ancora dei venti minuti a sua disposizione per farsi i fatti propri, ciondolare in camicia da notte e vestaglia a quadretti rossi tipo picnic, ecco, questo fu un acquisto nei saldi, e quando ho questa vestaglia un pò country, ma così calda e avvolgente, vuol proprio dire che sto bene e che mi prendo il mio tempo, e che non schizzo fuori per accompagnare i ragazzi e che c'è tempo. Che strane creature sono le donne normali, da quali semplici, sofisticatissimi, microscopici, banali marchingegni sono azionate, rotelline e fili, ingranaggi e minuscoli bulloni. Ci vuol poco a danneggiarle e pochissimo a ripararle, un niente a tenerle funzionanti, allegre e solari come solo le donne che conosco sanno essere. Oggi, un buongiorno speciale alle donne che so e che ammiro e apprezzo, alle donne intelligenti e forti e bellissime, a quelle che mi leggono ogni mattina, forse ancora in pigiama, o dall'ufficio o dall'iPhone, a quelle che andranno per saldi e forse compreranno una vestaglia rossa a quadri, per avvolgersi le mattine d'inverno, che non sono ancora i giorni della merla ma che fa un freddo becco uguale, quelle che si ritagliano momenti perfetti da vivere piano perchè durino di più. Quindi buongiorno, fra poco un altro caffè e poi via, sarà un bel giorno di gelo, faccende e questioni. Ma si cerchi di fare almeno tre cose che ci piacciono, tre cose che ci rendono felici, tre cose che fanno bene al cuore. Tre cose, è la regola.

23 gennaio, 2011

L'aperitivo della domenica.

La Furetta è venuta ad aprirmi ballando, come fa di solito, nonostante i 38 di febbre. Mi serviva un foglio di carta da forno, dacchè le mie focaccine vanno a ruba e sono state richieste nonostante quest'oggi non fossero comprese nella carta, alla voce Sfiziosità. Noi qui si fa così, se manca un qualchecosa, noi si va dalla vicina di casa, che non è che sia la dirimpettaia, o quella del piano sotto o sopra al tuo. Essere vicini di casa qui vuol dire che la tua Casa in Collina è proprio appiccicata alla sua, di Casa in Collina. Io sovente vado a mendicar cose, nel senso che se m'acchiappa di fare una cosa e non ho l'ingrediente giusto ed è domenica ed è la una suonata, che problema c'è, io mi intabarro in qualcosa ed esco, cosìcomemitrovo, e suono al campanello. C'hai un limone, un uovo, un pò di farina gialla, il lievito per dolci? Così fan tutte. Non tutte però fanno come la Cicolita, che, pronti via, organizza in cinque e tre otto un aperitivo al volo, dove il Furetto e la Furetta aiutano a versare i salatini nelle ciotole, dispongono per bene i bicchieri, portano i tovaglioli ad uno ad uno. Noi qui ad ingegneri non stiam male, che ce n'abbiamo dovunque, in loco e fuori loco, vicini, appiccicati, che anche lei è Ingegnera assai, che mi domando come faccia ad essere amica con me se dispone con tale geometrica precisioni i contenitori delle carte, della pellicola e dell'alluminio, che le mie sono slabbrate e schiacciate e quando le prendo è matematico che mi cada e che ci faccia delle strade di alluminio per terra, e allora cerco di riarrotolarlo ma è tutto come già usato e non sta più nel cartoncino e della pellicola invece non trovo mai il capo giusto e ci sto le ore a grattarci sopra e a trovare il bandolo. Fatt'è che gli aperitivi improvvisati della domenica verso ora di pranzo sono i più belli del mondo, perchè un attimo prima eri in camicia da notte e subito dopo eri lì, vestita da casa,certo, perchè sei a meno di due metri da casa tua e c'è la regola che quando c'è qualcosa che non va noi si batte sul muro, lo stesso che  fa sentire a me quando lei si imbizzarisce coi Furetti e a lei quando segna la Juventus. 

L'aperitivo al volo della mia Regia Vicina di Casa in Collina c'è piaciuto assai, appollaiati nella sua arancio cucina dove presto troneggerà un Kitchen Aid ugualeuguale al mio, così il vino che mi ha fatto riedere mezza ubriaca ridendo ridendo ridendo in quei dieci passi, mentre la lista delle cose che le devo consta di un numero imprecisato di uova e litri di latte, di sale fino e grosso senza differenza, e ora anche un rotolo di carta da forno. E poi, questo alzare i bicchieri col vino rosè che ti prende subito alle gambe, è stato il modo migliore per salutare con un bel Ciao Cocca, la nostra Ester. Che bello, però.

22 gennaio, 2011

Cupcakes!



Non è un gran sabato quassù, nella Casa in Collina. Nel senso che tutti se ne sono andati un pò dovunque, di qua e di là, c'è anche chi studia e tossisce all'ultimo piano e perciò non è minimamente disturbabile, anche se ci ho provato, sono andata sù con una scusa, mi ha sorriso di quel sorriso che vuol dire, Cortesemente, e io so già tutto, so decifrare i movimenti delle ciglia dei miei figli, figuriamoci gli occhi. Così, come spesso succede, ho pensato di metter mano alla dispensa e cucinare per plotoni e reggimenti, mi porto avanti per la colazione di domani, per la merenda, che ne so.  Così, ho provato i cupcakes, che sono velocissimi da fare e fanno la loro bella figura anche nei  pirrottini natalizi, vale ancora, no? Un bel piatto prezioso, che era un regalo per le nozze di mia madre, ed eccoli qua.
E' vero, cucinare distende, soprattutto fare dolci, mi piace il profumo di buono che si sente adesso, fuori ci sono bei colori rassicuranti, dentro un pò meno, dentro dentro, intendo.Ci sono pensieri che non si amalgamano, che non si fondono insieme come lo zucchero con le uova, ci si deve lavorare sodo per appiattirli per bene, per mescolarli a tutto il resto e farne una torta profumata. Nel frattempo, nel mood fra l'isterico e l'annoiato di questo sabato qualunque, che niente sembra essere dove è stato un secondo fa, voilà i cupcakes, ben disposti sul piatto di cristallo pesante sixty style, pronti per un thè da offrire con cura, da pucciare nel caffelatte domattina, o da portare a scuola lunedì. Un sole dorato và giù fin troppo veloce, la lavastoviglie ronza diligente, porto un dolcetto al mio figliolo studioso, è ora di merenda, non può dirmi di no.

21 gennaio, 2011

Ode all'sms.

Errori di ortografia già nel titolo, non si mette mica l'apostrofo prima della s, ehi, tu del terzo banco, tu coi codini e il fiocco rosa, sì, tu con il colletto di pizzo candido, scrivi quattro paginate e ripeti, Non Si Mette L' Apostrofo Prima della S. Già, ma c'è forse un altro modo per scriverlo? La mattina è questa qua, è venerdì e si aspettava un mucchio di neve lassù nella Casa in Collina, ma non due fiocchi e via come già si era detto, un mucchio proprio, da non riuscire ad aprire la porta, da non poter uscire per giorni e giorni ,perchè, le domandò, non è quello che hai fatto in questa ultima settimana, non uscire, non mettere il naso fuori dalla porta se non in collina coi cani? Giàggià. Sono uscita di rado, non ne avevo voglia, non ne avevo nè prosa nè poesia nè sentimento, ho fatto cose qui, mi sono appiccicata ai muri, incollata al divano, spiaccicata contro la finestra, sotterrata sotto il  piumone la mattina presto, ho indugiato al tavolo da pranzo prima di sparecchiare, quando tutti se ne sono andati per i fatti loro, e sul tavolo sono rimaste le briciole, la carta, la grattugia, e la buccia delle arance, ci faccio delle cose bellissime con le bucce, quadratini bellissimi, ghirigori, forme. La mattina sembrava così, piatta, ovale, oblunga, spiaccicata come me, ed invece. Il mio telefono fa glong, che è il segnale che qualcuno da qualche parte nel mondo ha qualcosa da dirmi e vuole dirmelo veloce, non per mail o cosa. DI solito, verso quest'ora sono i miei figli che mi dicono Ho Mal Di Testa, oppure Esco a Mezzogiorno, oppure Ho Scordato il Libro Sul Tavolo. Stamattina invece no. Era un bel messaggio, di quelli bellibelli, di quelli che fanno virare la giornata nel giusto senso, che ti fanno sorridere mentre li leggi, cambiare un pò, anche se non dicono nulla di specialissimo, solo un pensiero, una cosa carina, vedi? ero qui a fare altro e ho pensato di dirti ciao, sei contenta? Eccome se sì. In realtà anche ieri sera me ne è arrivato uno, Quante Punte Hai? che se l'avesse intercettato il mio Sposo Illustre Adorato DH, come dice Clarissa, avrebbe potuto pensare  che forse la sua Adorabile Sposa  intrattenesse  relazioni sado e anche maso con sconosciuti avventori, che so, l'Ingegnere Vicino di Casa, per puro esempio, o il Regio Architetto, e li prendesse a punteruolate sul nuziale talamo, così, per ingannare il tempo e aggiungere un pò di brivido. Ben si tranquillizzi, l'Adorato e Glorificato, le punte in questione erano punte da maglia e me lo chiedeva la mia Amica Strega, non so bene per quale motivo. Così, tra punte e colli, tra la Silvia che mi dice che per colpa mia ha la casa invasa di neckwarmer storti di ogni foggia e colore, e la Manu che si informa sulle mie punte,  inizia il fine settimana di una settimana che cancellerei. Così come cancello gli sms del tipo Mi Insegni il Magic Loop? Vàllo a spiegare all'InCegnere che di cosa innocentissssssima si tratta.
GrazieManuGrazieSIlvia

20 gennaio, 2011

Accesa e spenta.

Senza soluzione di continuità, senza continuità e anche senza soluzione. Entro ed esco, prendo e poso, faccio e disfo, intermittente, come le luci difettose delle insegne dei motel, nei film americani. Mi accendo e mi spengo, così, senza un motivo, senza una ragione, mi sento in cielo e sottoterra in un secondo netto, mi succede ogni tanto, quando il cielo mi schiaccia, lo stesso cielo dove volavo un secondo fa, salgo e scendo, senza strade o sentieri, mi ci trovo e basta, ho un sorriso luminoso e un attimo dopo ho  la faccia del passaporto, la faccia da dissidente, da rifugiata politica, da scema. Esco, apparecchiata che manco ai Golden Globe e il giorno dopo sono sciatta e confusa, disordinata, storta, impacciata, Ugg e pigiama, capelli elettrici e la solita faccia da scema. La fortuna è che non c'è un giorno che sia uguale all'altro, la sfiga è che non sai mai, quando apri gli occhi, che giorno ti tocca vivere, a quale giro stiamo, come sarai, e ci vuole poco a capirlo, un minuto, forse meno. Non si chiamano sbalzi d'umore, io sono sempre io, ma è il mood che cambia, la percezione del sè, come dicono quelli che parlano bene, il sentimento, la ragione non c'entra, credo, io che di ragione non ho granchè, io, giri di giostra da far girar la testa, il pianto e il riso, la Torino-Milano e le curve dello Stelvio, la nausea e l'euforia, il nulla, il complicato, la quiete e l'angoscia, che sono due vetri della stessa finestra, dipende ben da che parte vuoi guardare. Cammino a tentoni, radente il muro, tasto per cercare un interruttore che accenda un giorno così, una stanza così, una strada così, e mi sento onnipotente a pensare che sarò io a decidere come sarà quest'oggi, ma onnipotente dove e come e in quale film, se non sai niente, se non sei niente e che non c'è l'interruttore o forse sì, ma prima devi trovare il contatore, è da lì che l'han staccata.

19 gennaio, 2011

Break Time

 La mattina non è stata di quelle semplicissime, ci sono volte in cui si ha voglia non di fermarsi ai box, ma nemmeno di partire prima, insomma, di non mettere in moto, con mille scuse, non si trova la chiave, fa freddo, si ha sonno, fame, sete e nulla risulta al mondo più seducente di una coperta e un letto, sia pure un divano, una sedia, uno sgabello, un angolo in piedi con la fronte sui vetri, un gradino delle scale, financo il pavimento, è di legno e certo non ci gelerà il sedere. Ad ogni buon conto si è partite, eccome, dicono che sia la serotonina a farla da padrona su testoline imbizzarrite, me lo diceva anche il mio Medico dei Pazzi che a stare troppo fermi ci si scioglie su questioni e menate, peggio di un cornetto Algida lasciato al sole. Ben perciò ci si è attivate per benissimo, e a metà mattina ci si è pure concesso il piccolo lusso del thè. Che proprio thè non era, è un regalo di Rosanna, e già a prepararlo, con la mini teiera e la mini tazza, ha tutto il suo bel dire. Bustine? Che volgarità. Questo infuso di frutti e scorzette di agrumi è conservato con somma eleganza in graziosi cartoccini di garza, che poi è un vero peccato buttare via, perchè sono troppo belli anche dopo infusi, voce del verbo infondere, cioè anche dopo che il thè è pronto, col suo un bel colore rubino. Così, la mattina ha tutto un altro sapore, di rosa canina e arancia, perchè dopo una tazza fumante e una chiacchiera a Roma con B., il livello di serotonina è deicisamente migliorato. Che sia essa contenuta nei pallocchetti di garza sopraffina? Per informazioni, chiederci Rosanna.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...