15 agosto, 2010

Alternativa.

Un pò selvatica, anche. Ho risposto a un sms di B, non quella del 12, quella della RAI, sono circondata di B, al momento. Come Mi Stai? mi si chiedeva. Ti Sto Bene, si rispondeva, Misantropa e Selvatica. Persino un pò  Orsa, mi si passi il termine. Ti sto che mi piace far le cose che a Ferragosto  non fa nessuno, prendere l'acqua alla fontana, leggere un libro in un giorno, non cucinare per niente. Nessuna grigliata, ci pensano i ragazzi, quella dozzina di ragazzi che mi sono trovata in casa quest'oggi, 6 conviventi e 6 raffazzonati qua e là dai conviventi medesimi, ma li conosco da sempre, sono gli stessi di ogni estate, solo, ogni estate più grandi e più belli. Stasera, gran soirée. Il cinema all'aperto, forse un gelato più tardi. Nessun Ferragosto fu più alternativo, più semplice, più felice di questo. Felice. Una parola che non scrivevo da un pò.

13 agosto, 2010

Anche se.

Anche se quest'anno niente isole greche.
Anche se quest'anno Amaranta se ne sta buona buona in porto, a farsi bellissima, pronta per il prossimo viaggio, da qualche parte nel mondo.
Anche se quest'anno è mare stanziale e non vagabondo e selvaggio.
Beh, io sono qui. A pagina 28.
Che nostalgia, però.

12 agosto, 2010

Il CiliegiaScialle. E le ViolaVitamine.

La sciocca estate del duemiladieci, chissamai perchè sciocca, poi, verrà ricordata per una serie di faccende e questioni. Prima fra tutte la mia totale dedizione, la mia entrata nel tunnel, il mio disturbo ossessivo compulsivo nel fare scialli di ogni foggia, colore, filato e dimensione. A dirla tutta, ho messo sù un discreto commercio. Questi cosi piacciono, eccome se piacciono, sono antichi eppur nuovissimi, e danno un che di mistero anche al più banale degli abbigli. Trasformano infatti un jeans blasonato + maglietta di Zara in un look vincente e super glamour. Robe da intenditori. L'ultimo nato nella Casa sul Mare è questo qui, purissimo cotone color ciliegia matura, bello e semplice, da fare ad occhi chiusi o quasi. Spererei di poterlo tenere per me. Anche perchè, esso, lo scialle, è dello stesso colore delle mie vitamine, quelle che mi ha prescritto il mio Amico Farmacista dell'Isola. Esse, infatti, contrariamente a tutte le vitamine che ho sempre preso in vita mia, gialline, bianchine, arancionine e trasparenti, esse, dicevo, sono viola. VIOLA! VIO-LA!!!! O meglio, color del CiliegiaScialle. E soddisfatta son'io di tale, inaspettata coincidenza. Che sciocca estate, quella del duemiladieci. Ogni scusa è buona per farsi una carezza, di cotone o vitamine, color delle ciliegie mature.

10 agosto, 2010

Di quanto cielo.

Cadranno stasera. Ne sono cadute già ieri, una gigantesca e una più piccola, le uniche che ho visto. Gli altri un sacco, io due soltanto. Sarà che mi stufo subito di stare lì col naso per aria, immobile, e se guardo di qua cade di là e viceversa.  Quanto nero del cielo, quanto buio e quanta luce tutta insieme. Un cielo a a schiacciarmi, ad avvolgermi e sollevarmi, a sotterrarmi e pestarmi, fino a non farmi respirare, a farmi volare in alto, ballerina delle stelle, girandola di luce o nero lenzuolo a bendarmi gli occhi. Il cielo che parla e non ascolta, il cielo lucido che ti rincuora e ti accarezza, nel tuo disperare, nel tuo essere sempre come in tensione, come sulle punte, come, non eri una ballerina? Non so ballare questa danza di luce, non so nemmeno legarmi le scarpette, ci vogliono nastri d'argento e una polverina che fa volare e rende leggeri e trasparenti e tu e la tua gonna di voile, cucita con i raggi della luna e gli aghi d'oro della corte del Re. Balla, balla con le stelle che cadono, attenta a non cadere anche tu, affèrrale per la coda e fatti trascinare, chissà dove cadono, chissà dove vanno e da dove vengono, stelle di mille anni fa, solo loro sanno di quanta luce son fatte, di quanti desideri e promesse, di quanti occhi e mani e abbracci e vieni più vicino. Tu balla e balla insieme a loro, ballerina che inciampi e cadi, la treccia sfatta e il vestito strappato, balla come sai, ballerina del buio e della luce, del cielo che un pò piange e un pò ride, dei puntini brillanti nel blu, improvvise, scie luminose, di un colore che non sai, lacrime del cielo, di quanto amore mai, di quanta luce mai, di quanto cielo mai avrà bisogno questo cuore per imparare a contare le stelle.

09 agosto, 2010

Scialla e Smeralda.

E' verde smeraldo. E' morbidissimo. E' brillantissimo. Fatto in questi giorni di mare e di mare e di spiaggia raramente e piscina ogni tanto e sole sempre sole, tanto sole, che oggi è andato via, però. Scirocco, si dice. Ci aspettano giorni non magnifici, ma a me questo tempo qui non è mica che mi dispiaccia, certo che no. Verde speranza, verde bosco, verde fogliame, verde verdissimo, verde purissimo, chi di verde si veste eccetera. Sforno scialli a una velocità che fa spavento, li faccio per inerzia, un pò li copio e un pò li invento. Li faccio e li metto lì, li faccio e li metto la sera in terrazza, in paese, al mercatino della sera che ha le stesse collanine da sempre, gli stessi anelli di conchiglia, gli stessi bracciali di cuoio intrecciato. Li metto a colazione, sulla camicia da notte, perchè a quell'ora il giardiniere, che Dio lo benedica,  passa di qua e mica mi voglio mostrare discinta e scollacciata, ben mi copro, talebana e osservante, timorata e pudìca.  Questo ho sostenuto a mia discolpa con il mio Sposo, che però ha osservato: Ma Se è Pieno di Buchi! Vero è ben. In realtà, ultimamente  il Giardiniere passa e ripassa dalla mia porticina, anche se  l'irrigazione funziona benissimo. Si vede che lo Scialle Smeraldo c'ha il suo perchè, il suo percome e pure il suo bel quantunque. Per non parlare del cionondimeno. Ma devo studiare uno schema senza buchi. Il mio Sposo, chi lo sente, se no.

07 agosto, 2010

Ode al Cetriolino Solitario.

Pigre mattine nella casa davanti al mare. Sole a picco e cielo blù, confusione un pò dovunque, che agosto sarebbe se no. La bellezza è che si può scegliere, se il caos o il nulla, se la spiaggia affollata o il lussuoso silenzio del patio inondato di sole e di profumo di limone. In mattine così, ci si  può dedicare senza indugio a qualche piccola, piccolissima faccenda domestica, che so, stendere una lavatrice che non si stirerà, nemmeno sotto tortura, il lavaggio velocissimo di un pavimento e uno soltanto, un'occhiata al frigorifero per vedere che cosa manca, in previsione di una spesa da caserma programmata per non so quando. Ed è lì, nel frigorifero, che è avvenuta stamani la beffarda scoperta. Ora. Nella gestione di questa scombinatissima e meravigliosa combriccola di Sposo, Figlioli, Compagni di Merende, Amiche di Scuola e Passavo Di Qua, mi avvalgo non già di uno stuolo di domestici in livrea e crestina, ma degli abitanti stessi della Casa Davanti al Mare. Che sono, eccezion fatta per il Capitano, fanciulli o poco più. Che sparecchiano sì, una task force di tutto rispetto, ma che lo fanno di fretta, il richiamo delle rocce è troppo forte, c'è la festa in spiaggia fino al mattino, devo trovarmi in piazzetta fra mezz'ora, stasera, stelle a secchi dalla piscina. Così è. E così capita che stìpino tutto alla rinfusa, velocissimamente. E' questa la triste storia del Cetriolino Sottaceto, dimenticato mesto e solingo nel suo vaso deserto, quando tutti i suoi compagni erano già stati divorati all'aperitivo. Lui galleggiava quieto, nel suo liquido asprigno, e si domandava il perchè e il percome di tanto silenzio, di tanta solitudine. Sono gli scellerati abitanti di questa casa, caro il mio bel Cetriolino, che rassettano senza guardare, che fan tutto al volo, di fretta e di furia, pur di scappare presto a vivere le fresche sere di quest'estate pasticciata e meravigliosa. Non ti angustiare perciò, se ti trovi solo nel tuo barattolo e perdona questi figli sciagurati. E perdona anche la scrivente, fossi per caso io l'autrice di tale scempio. Anche io sparecchio di fretta per aver più tempo per guardare il cielo e le stelle, per camminare fino in fondo alla strada nel buio più buio, per sentire il profumo del mare e il rumore del vento fra i cespugli. L'estate pasticciata e meravigliosa sembra  inizi ora, anche per me. 

05 agosto, 2010

L'Azzu. A razzu.

A razzu. Nel senso di veloce, velocissimo. In sardo. Questo Azzu Shawl, sempre Lei, manco a dirlo, è stato messo sui ferri  non ieri, ma ieri l'altro, intorno alle 10 del mattino, giust'appunto dopo colazione. E doveva, per forza di cose, essere finito in frettissima dato che l'utente finale lo voleva, assolutamente, prima di abbandonare l'Isola. Così è stato. Complice i giorni di vento e di poca spiaggia, complice il fatto che io a far scialli, signora mia, sono diventata un vero asso, complice il tunnel e tutto quello che ci vuol mettere, eccolo qua, il Razzu Azzu è stato alla fine completato, giusto pochissimi minuti fa. Così, la Patti potrà sfoggiarlo ancora in questa estate, facendo schiattare d'invidia le sue Amiche Oltrepadane, e perchè no, diventando testimonial di una griffe  che si preannuncia di grande, grandissima tendenza. Senza scialle, d'ora in poi, nemmeno a buttare la plastica. In Costa Smeralda è già oggetto di culto. Figuriamoci a Torricella! 

Corrono le nuvole.

Velocissime, così veloci che non sai, non sai chi sono e dove vanno e se stanno arrivando o vanno via,  da quale parte devi guardare per capre bene. Corrono, non si può dire che vòlino, le nuvole non volano, passano e vanno, scivolano sul cielo, dove non c'è strada o sentiero, scivolano e basta, seguono una rotta fantastica, che c'è e non c'è. C'è qualcuno che soffia forte per farle passare, o per farle arrivare, per spostarle da qui a laggiù, per coprire il sole, per scoprire la luna di notte,  per farla riflettere preziosa sul mare, per illuminare il sentiero che porta alla diga, quanti baci di ragazzi in quel sentiero, quante stelle cadenti, quante albe guardate, promesse strappate, desideri lanciati in alto, a manciate. Le nuvole passano, stanno poco, i maestrale di oggi ci gioca come un matto, si diverte a sfilacciarle e ricomporle come fossero di pongo, di panna e di cotone, e loro corrono e corrono. No che non pioverà, nemmeno oggi, ci piace tanto questo tempo che c'è, il vento forte, la tenda che sbatte, le tende leggere che volano in alto. Intanto, le nuvole passano e passano, e alla fine c'è il lusso di poter scegliere, preziosissime nuvole che puoi decidere, se stare a guardarle o volare insieme a loro. 

04 agosto, 2010

Nascòndili.

Lo vedi? lì c'è il mare, è così piatto stamattina, eppure qualcuno aveva detto che no, oggi ci sarebbe stato un caos di vento e sabbia, ma dove avrà guardato chi lo sa. E' silenzio e calma piatta, nessuno in giro, nella casa degli Orari Ribaltati, si vive di notte, si va a guardare l'alba alla vedetta e la spiaggia tardi, quando tutti vanno via. I pensieri sono tutti piegati e ripiegati su loro stessi, nascosti sotto un mucchio di magliette stropicciate, di federe lavate e non stirate, avvoltolati nelle copertine bianche leggere che ciascun letto ha in dotazione, la notte, si sa, da queste parti fa frescolino e verso mattina si dorme meglio se un pò più coperti. I pensieri fan così, si lasciano nascondere e non trovare, se non vuoi, se ne stanno rintanati, appiattiti e senza forma da qualche parte. Fotogrammi in bianco e nero di un'estate che non si sa, non si ha voglia di pensarli adesso, si piegano fin quasi a farli scomparire, com'era quel gioco, se pieghi dieci volte un foglio di quaderno ti rimane una specie di francobollo a mille strati, che puoi buttare nel cesto della carta, fare un buco in fondo al prato, dietro alla roccia, e fingere di dimenticartene per un pò, sono immagini in bianco e nero, sbiadite anche un pò, e con tutto il blu del mare proprio non ci vanno d'accordo. 

01 agosto, 2010

Forest on The Rocks.

Si vede appena, la roccia ne confonde il colore, ma mi piaceva questa immagine decadente, all'ombra dell'olivastro, e stavolta, Paola, l'ho messo al diritto, non come il Bouganville, che l'ho immortalato al contrario, e solo tu forse te ne sei accorta, ma è così bello. E' verdolino chiaro, l'ho chiamato Pistacchio, ma in realtà si chiama Kiwi, Blue Sky Alpaca, tre pallocchetti di un sapiente mix di alpaca e seta che mi ha regalato Daniela. E questo, già si sa. Quel che non si sa e che non mi spiego, è che non appena viene portata a termine la complicatissima operazione di bloccaggio, ecco che mi vien voglia, immediatamente, di farne un altro. Di scialle, intendo. E non mi spiego benebenebene il senso della questione. Lo scialle è uno strano, stranissimo orpello. Si narra, o meglio, Lei mi ha narrato, che lo scialle sia il capo di vestiario concesso alle Fate per passare dal loro mondo a quello terreno.  Sarà questo. Sarà il fatto che avvolgersi in uno scialle è un gesto antico e bellissimo, e ti fa sentire protetta e a posto, scaldata e accudita, non so come dire. Invincibile, in un certo senso, una specie di morbida, morbidissima armatura con la quale affrontare il mondo, la vita, le cose. Fatto sta ed è che di scialli me ne farò una tonnellata. Fata non sono, ma coi tempi che corrono, si fa trenta, trentuno e pure trentadue. E crepi l'avarizia.

Domenica Agosto 1.

Così c'è scritto sul Blackberry, stamattina. Che strano modo di scrivere le date, di intendere un giorno qualsiasi dell'anno, il primo d'agosto, estate piena, confusione e gente, solo per due settimane dicono qui, che di turisti in massa ancora non ce ne sono stati, e dopo il 15 se ne andranno via. Qui tutto tace, quasi tutto. La Princi e la sua Amica hanno deciso di fare una torta, dacchè c'è un altro compleanno da festeggiare quest'oggi, che è quello  del Compagno di Merende del Liceale, quello che ha preso residenza estiva qui da noi. Le bambine perciò hanno pensato a una torta di mele, da fare nel silenzio della domenica mattina. Il pane al rosmarino già quasi pronto, il sole e il vento, le cicale che se la cantano e se la suonano. I ragazzi dormono ancora tutti, ieri sera scorribande in Costa, ma rientrati ad un'ora decente, li ho sentiti far colazione verso le 4, prima di andare a dormire. Che buffo, far colazione prima di andare a dormire, ma in fondo, di Domenica Agosto 1, non c'è mica da stupirsi. L'unica cosa normale è la torta per Michele. Emmenomale. 

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...