30 gennaio, 2010

La lavagna della cucina.

E' una lavagna di ardesia, di quelle da scuola, ma messa per il lungo, dacchè per il giusto non ci stava. Non sopporto quelle bianche coi pennarelli, che poi hanno solo verde, nero, rosso e blù e non riesci mai a cancellare completamente e anche dopo anni vedi ancora che quel giorno là ti mancavano il burro e le uova e l'avevi scritto lì per non scordarti di comprarli. Sulla lavagna della mia cucina si scrive di tutto. Si fa matematica quando qualche zuccone non capisce, si fanno i disegni coi cuori per la festa della mamma. Si scrive Domani Vado In Gita e Mi Servono 10 euro. Comprare il cibo per il gatto, o cibokatte, come aveva scritto la ragazza ucraina che lavorava da noi, e da allora sempre CiboKatte scriviamo. Si fanno i disegni osceni. Torno Tardi. Svegliatemi alle 9. Ha Chiamato Noemi. Non ho Allenamento. Concerto di Emma Rinviato. E cose così, ma col gesso, non con i pennarelli indelebili. Oggi, nella casa in collina, e sulla lavagna della cucina della casa in collina, è comparso un Lasagna Day. Un numero imprecisato di Scapestrati Giovinastri, Compagni di Merende del Liceale, sarà ospite quest'oggi a pranzo per celebrare tale evento, appunto, il Lasagna Day. Che tradotto vuol dire che oggi ci sono tre teglie di lasagne fatte dalla scrivente e famose in tutta Europa, per sfamare i giovanili sbrani degli Scapestrati di cui sopra. Non so ancora quanti saranno ma mi sono portata avanti e ho apparecchiato per 12. Meglio togliere, che aggiungere, diceva Donna Letizia. Ma mi sa che non toglierò un bel niente, così Donna Letizia starà in pace.

From Ireland.

La meraviglia, quella vera, quella per cui noi tutte qui siamo un pò fissate, noi qui che disquisiamo di Noro e Kauni e lana estone e pattern, noi che ci infervoriamo per un Mormor, noi che facciamo i Kal, gli swap e i k2tog, e i circular neeedles e la Zimmerman, noi che ce la tiriamo anche un pochino, essù, va detto, ce la tiriamo eccome quando ci dicono, fate la maglia, ah sì, anche mia nonna. Imbesuite, sciocche e vuote personucole, ferme al dopoguerra, assolutamente non attente, persone non informate sui fatti, persone non a conoscenza che il mondo è andato avanti mentre loro sono rimaste indietro. Noi qui, che andiamo in sollùcchero per una matassona di lana morbida dentro cui affondarci le mani, annusarla, esaminarne il peso, lo spessore, passarne un filo fra due dita, immaginare sedute stanti esattamente che cosa ne verrà fuori, farne un calcolo su quanta ce ne vorrà e se si fa il campione, e con quale misura, circolari o dritti, vediamo un pò, in riunioni e consigli d'amministrazione che nemmeno la Marcegaglia. Noi qui, tre giorni fa, ci è presa secca di comprare della lana, bella scoperta, ma non già una lana qualsiasi, ma lana irlandese, mica uova sode. Afef ed io, infervoratissime, ci siamo trovate e alè, dal tavolo della mia cucina, abbiamo scelto tinte, ponderato la quantità, un minimo per iniziare, e poi un container, per finire, abbiamo rapidamente calcolato il cambio dollaroeuro, lei, mica io, eccimancherebbeancora! e alla fine chiuso il mio viola pc soddisfatte, impazienti, felici. Ieri la suddetta è già arrivata, un paccone rosso talmente ciccione che non stava nemmeno sul muretto. La lana che arriva direttamente dall'Irlanda, comprata qui ,è di una bellezza rara a trovarsi, una morbidezza che scalda, dei colori meravigliosi uguali sputati a quelli del sito. E se anche ben so che uguali sputati non si dice, so che le fissatone come me, quelle del knit, per intenderci, sanno bene che cosa intendo. Identical spat. Ecco, tradotto in inglese fa più bella figura.

29 gennaio, 2010

Scialla.

Vogliamo dire che mi sono presa un giorno di vacanza? Vogliamo dire che mi sono regalata un giorno da dedicare a me e a me soltanto e unicamente, a me? Vogliamo dire che ieri era ieri e che oggi è oggi? E che non ci sono più mezze stagioni? E che i negri hanno la musica nel sangue? E che assolutamente sì e quant'altro? Eddiciamolo. Già esposi la mia teoria sull'inizio del fine settimana, che prima inizia e meglio è e devo dire di aver trovato una serie di adepti e che mi han detto benebravabis. Ben perciò, ecco che le azioni da svolgere in una mattina come questa, che siamo qui che giochiamo alla merla, e vediamo chi la capisce e chi sa, prendono subito tutto un altro sapore. Ci vuol coraggio a dirsi Oggi Non Farò Un Bel Niente, ma ognuno il proprio niente lo sa quale è, e qualche volta il mio niente è proprio uguale al CasinoDiCose di altri individui, altre donne, altre madri di famiglia. Insomma, ognuno c'ha il suo niente, signora mia, guardi, non me ne parli. La mattina di venerdì, gennaio ventinove, sta prendendo una bella piega pigra, come piace a me, cose da fare in città ma di poco conto e zero sbatti, forse un caffè con la mia Amica delle Perle, che a furia di brillanti mi sa che ci dovrò cambiare nome, ma come, non lo sa che i braccialini tennis tirano i fili delle calze? Mattinata scialla, qualche vetrina, qualche saldo dell'ultima ora, un nulla magnifico senza fatica, tanto che anche la mia sintassi e la mia metrica ne risentono e parlo come parlano gli Scellerati Figli Miei, sto scialla, sto scianti, stamattina mi va così.

28 gennaio, 2010

Il giovedì.

E bonjour, che è meglio. Bonjour di che? e chi lo sa. Si scorre con attenzione la lista delle cose per cui dovrebbe essere davvero un buongiorno, che è un giorno senza senso a pensarci bene, il giovedì è un giorno insulso, più del mercoledì, Sei Sempre in Mezzo Come il Giovedì, me lo diceva mia nonna quando le stavo tra i piedi, lo dico ai miei figli qualche volta, quando ci si accalca davanti alla lavastoviglie, ognuno mette il suo posto tavola a lavare, così è più semplice e io non mi sento la locandiera. Bonjour, allora. A decidere cosa ci piace e cosa no, far finta che si ha il lusso di scegliere, e invece, col cavolo, bonjour, che oggi c'è il Knit Cafè e le tue amiche e mille cose, bonjour, c'è un cielo di latte che non promette un bel niente di buono, bonjour, scròllati di dosso tutto quel che c'è da scrollar via, i pacchetti confezionarti ad arte solo per farti stare male, così, aggratis, le solite cose, le solite storie, che noiosa che sei, sempre a lamentarti, sempre a dire, Sì, Ma Io, Allora? E smettila un pò, sempre a parlare di te, sempre a cercare scorciatoie e sentieri, sempre a dire va bene, sempre a chiedere cose che tanto sai non ti riguardano, sempre a pensare, sempre a provare, sempre in mezzo, come il giovedì.
tumblr.la douleur exquise.

27 gennaio, 2010

L'Inutile Aggeggio.


Qualcosa mi dice che, sul globo terracqueo, siamo stati in 5 a comprare tale inutile, assurdo, delizioso oggettino. Me ne sono accorta da subito, quando ho fatto un mini sondaggio sugli abitanti della Casa In Collina. Guardate Cosa Ho Comprato e Indovinate Cos'è. E' uscito di tutto. Tutto, tranne la risposta esatta. E' un "tagliameleaspicchi-con levatorsolo incorporato-e già che c'è anche i semini". Non credo che sia questa la dicitura esatta, e sull'involucro era scritto in tedesco e ahimè, Ursula, la mia Amica Teutonica, non era accanto a me per farmi la simultanea. Insomma, è un bell'oggettino. Esso consta di una parte di plastica, color lavanda, eh già, a forma di mela, dalla quale partono a raggiera una serie di mini lame, affilatissime. procedimento. Si acchiappa la mela, si lava e si asciuga con cura, anche se a me la frutta lavata non piace perchè sa di acqua, e allora la lavo e la lascio lì e la mangio il giorno dopo, ma questa è una mia complicazione personale intrinseca e si legge con chiarezza nel mio libretto di istruzioni accluso. Ma torniamo alla mela. Acchiappata che si è, e posata su un piattino di colore contrastante, si poggia con grazia il tagliaemeleaspicchiconlevatorsoloincorporato e si esercita una pressione decisa sulla mela medesima. Gli ooooooohhhhhhh di meraviglia e stupore non si conteranno, fra gli astanti. La vostra bella mela verde Granny Smith sarà lì, succosa e croccante, bell'e pronta, senza semini e senza torsolo, per essere consumata. Si sa, una mela al giorno eccetera, e io che oculata son, ho anche comprato l'aggeggino per rendere più cool anche il rito banale di mangiare una mela. In casa scuotono la testa, l'Isoscele Sposo ha sibilato Uhm, Utilissimo, i ragazzi hanno fatto una smorfia di sufficienza. Solo la Princi, che è mia alleata in questo covo di maschiacci, mi ha guardato adorante e mi ha detto, Mamma, Ma Non Ce l'Ha Nessuno! E' vero bambina. Ci sarà un motivo.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...