06 luglio, 2009

I pensieri dell'orizzonte.

Tanti e confusi. Strani, i pensieri che si fanno guardando l'orizzonte, proprio là, dove il cielo si bacia col mare. Arruffati e scomposti, senza forma, quasi, che se qualcuno ti chiedesse A Che Pensi? non sapresti bene che cosa da dire e la prima risposta sarebbe Niente, ma lo sanno tutti, a niente non si può pensare. Si è partiti presto stamattina, a motore stavolta, data la calma piattissima e si è andato avanti in una latta di vernice, altro che mare. Che bello, però. Da coricati e guardando laggiù, vengono i pensieri più strani, passati, futuri, pensieri serissimi e di scemenze assurde, chissà chi li manda i pensieri in testa alle persone, chissamai da dove arrivino. Qualcuno ti blocca il respiro, altri ti fanno sorridere, o magari ti fanno venire un magone impercettibile che ti affretti a scacciare, un'ansia leggera leggera, che scema che sono a pensare così. Tutto intorno è un lenzuolo silenzioso, nessun delfino, che peccato, qualcuno dorme ancora e tu sei lì, coi tuoi pensieri scarmigliati, nessun pensiero è così liquido come questi qua, che si fanno guardando una riga che non c'è, infinita e misteriosa, pensieri aggrovigliati, senza inizio nè fine, pensieri sciocchi e bellissimi, nati chissà dove, arrivati da laggiù, proprio dove il cielo si bacia col mare.

05 luglio, 2009

Un osso a Ios.


Si è scorrazzato in lungo e in largo con quelle motone a quattro ruote, non eleganti ma così buffe, un pò sidecar in verità. Si è saliti sù fino alla città vecchia, dove si cucca alla grande, dicono i Liceali, da dove ci si può beare di uno spettacolo di mare e rocce e colori e correnti che a disegnarlo non è poi così semplice. Alla fine, la pace. Si è così architettato un piccolo beauty, dacchè il più peloso dei componenti l'equipaggio, quella con gli occhi umani e in naso a Morositas, necessitava di un piccolo gadget da apporre al suo guinzaglio. Detto, fatto. In poco più di mezz'ora ecco creato per Lei, un osso di cotone dove riporre i suoi aggeggi. L'occorrente per incipriarsi il naso, per poter conquistare con un solo sguardo tutti i cani del porto, una spazzola speciale per le lunghe orecchie fuori scala, per renderle più soffici e fluenti. In realtà, questo osso di KrisKnits contiene soltanto i suoi sacchettini. Una vera principessa sa bene che non si deve lasciare traccia alcuna. E ci vuol classe, anche lì.

02 luglio, 2009

Il tutto.

Non so più come chiamarlo. Se azzurro, turchese, celeste, cobalto o cos'altro. Folegandròs, questo è il nome dell'isolotto silenzioso dove siamo arrivati quest'oggi, è tutto così, salvo qualche spruzzo di viola, come le finestre e la porticina di quella casa da dove mi hanno trascinato via a forza, Sto Qui e Non Mi Muovo Di Un Millimetro, Mai Più. Noi si cammina sciallati e ciondolanti, tutti i figli, un Amico dei Figli, cane annesso. Una brigata di filibustieri che cammina col naso per aria in questi vicoli di sassi, che si meraviglia dei ficus come sequoie, delle bouganville candide, e chi le ha mai viste, dei pergolati di ederina e plumbago. I figlioli mansueti a tratti, da sopprimere in altri, come nelle più classiche delle sceneggiature. Li affogheresti, a volte, li attaccheresti al pennone più alto altre, salvo poi, un secondo dopo, struggerti di tenerezza per il Giurisprudente che raccatta con dolcezza un gattino rossiccio, Lo Porto Con Me, ma come, non sei tu che giochi a fare il duro e puro? Questa ciurma è un delirio, una bellezza, un incubo vero, un brutto quarto d'ora, la gioia, la follia. Tutto quello che possiedo è qui. I miei sogni, i miei progetti, le mie cose più grandi, sono qui. La mia vita, il mio destino, la mia fantasia. Il mio amore, il mio futuro, le cose che ho sempre desiderato, tutto il mio cuore e la mia vita. Tutta quanta. Che urlino e bistìccino, che discutano e si accapìglino. Sono il tutto, per me.






Crochet in Santorini.

Si trova il tempo anche per questo. Che fa parte di quei progetti che iniziano in un modo e terminano un altro, càpita eccome. Una sciarpa? No, mi stufo prima e faccio un dischcloth. Un cappellino? No, mi viene troppo piatto, ci farò una presina, una presona, una tovaglietta rotonda, chemmimportammè. Questi qua dovevano essere degli shorts, di quelli da occultare con eleganza sotto le camiciole, mi son detta, ma sì. Ho iniziato con poca convinzione, ma un punto cos' semplice che andava via benissimo, senza dover pensare o contare. Tanto più che, con quello che ho intorno, ogni tanto si deve alzare lo sguardo e girarlo tutt' intorno, per forza di cose, non si possono fare delle cose troppo impegnative. Alla fine è diventata una gonnina, Carina, amaranto, traforata il giusto, effetto pizzo che va sempre bene e che sta un amore con l'abbronzatura. Mi piaceva così e così è rimasta, anche perchè proprio non avrei saputo come fare a unirla a pantaloncino e forse avrei dovuto contare, e misurare e fare delle cose strane e avrei rovinato tutto e allora, va bene così, lasciatemi le cose semplici che a quelle complicate ci penserò da un'altra parte. Ovunque, ma non qui.

01 luglio, 2009

Se guardi.

Si trovano angoli che non immagini nemmeno. Una macchia di tempera su un foglio bianco. Se guardi di qua, il mare, se guardi di là una serie ininterrotta di taverne e caffè e tavolini e seggiole e panche e divanetti, di un gusto sublime, che ti dici, che strano, sembra tutto così fermo e un pò indietro, anche, anni cinquanta, forse, e anche di più: i bazar del tutto, che vendono i secchielli e i salvagenti e le creme abbronzanti e che sanno di cocco e di gomma, e di sale, e le stuoie, infilate nei secchi e quei sandalini di plastica, quelli della colonia, per andare sugli scogli, ce li avevo rossi, mi ricordo benissimo. Noi qui si sta una favola. Un pò indolenti, in realtà, di quella indolenza concessa solo quando si sta in vacanza, l'orologio si tiene solo perchè è trasparente e un pò turchese e si intona con il mare, si controlla solo per sapere il tempo di cottura dei fusilli, che ci importa che ora sarà mai. Se ancora tutti dormono si esce con silenziosa circospezione, a guardare il fuori che c'è. Si può decidere la colazione, se farla qui o dove, si sceglierà con cura un pergolato, una tettoia di tende bianche, o quella casa laggiù, ricoperta di bouganville di un colore mai visto. Colori e colori, sì, se guardi di qui. Se guardi di là, il mare.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...