27 febbraio, 2009

Gira.

Gira il mondo gira nello spazio senza fine. E' questa la canzone che me lo ricorda, avevo due anni sì e no, eppure me la ricordo, così come il gelato da Rodolfo e le mattonelle bianche e nere del vicolo, l'aiuola di menta e quell'odore di salmastro, il mare era lì così vicino. Gira il mondo gira, girano le cose, la vita, sorrisi e lacrime, abbracci e abbandoni, baci e addii. E' un giorno triste, per la mia famiglia e per me, per la mia bionda zia che ha perso l'amore della sua vita, quello lottato, quello strappato, combattuto, e vinto, da quasi cinquant'anni accanto a lui. E' più di una vita e più di un amore, e noi da fuori, possiamo solo guardare, provare a immaginare. Non sapremo mai. Di quanto amore, di quanta infinita tenerezza, di quanti giorni e ore e minuti sono fatti tutti questi anni insieme. Viene da chiedersi cosa succede adesso, di quale solitudine, di quali lacrime, di quali singhiozzi disperati, silenziosi , di quali sguardi persi e lontani, quali giorni ci saranno e quali sere e quali minestre e quali risvegli e quando e come. Lui, ad ogni battesimo dei miei figli, ad ogni Comunione, ad ogni festa di quelle importanti, i suoi occhiali dorati, la sua borsa da medico, il suo passo da corsia. Lui, ora c'è e tra un attimo non c'è più e tu cerchi e cerchi e non lo trovi, chiami e non risponde, e nessuno di noi ha avuto il tempo di salutarlo per bene, e allora aspetta, prima di andare via, aspetta che ti canto una canzone ...gira il mondo gira nello spazio senza fine...

26 febbraio, 2009

Da avere.

Il libro, non le rose. Perchè anche se sono un pò sfiorite le ho salvate dal secchio dell'umido e le ho messe a bagno. Le rose, non il libro. Perchè è pienissimo di schemi facili e d'effetto. Il libro, non le rose. A me piacciono, in genere, quelle semplici, arancio, bianche, non tanto le rosse. Le rose, non il libro. E poi, ha delle fotografie semplici, un pò retrò. Il libro, non le rose. Ho tagliato il gambo cortissimo e le ho lasciate così, a galleggiare nell'acqua. Le rose, non il libro. Quindi, un bel giro all'edicola più vicina e sarà vostro. Il libro, non le rose. E se poi al ritorno vi imbattete in Said, l'ambulante che sorride, ve le comprate tutt'e due. Il libro e le rose.

24 febbraio, 2009

Odore di casa.

Io e la Princi, sole per qualche giorno. Una vacanza nella vacanza, potrei dire, dacchè i figlioli maschi al gran completo e lo Sposo Illustrissimo si son regalati questo giretto estemporaneo, così, robe da uomini. Noi qui, ci si sciala eccome. E si fanno cose che, con la famiglia tutta, sono di ben difficile attuazione. Per esempio, si può ciondolare sul corso, amiche e bambini di amiche al seguito, a guardare pigramente le vetrine, salutare, fermarsi a chiacchierare. Oppure, un gelato in cremeria, quella che fa la panna montata più buona del pianeta, quella con le seggiole di velluto e i quadri antichi alle pareti, antichi come le sciure che ivi si trovano a bere il thè e ci passano il pomeriggio, a niente, niente, niente fare. La Princi ed io, in questi giorni, ce la spassiamo. E parliamo, parliamo, parliamo e ceniamo senza nemmeno apparecchiare, così, sul divano, e ci inventiamo là per là il programma del giorno dopo. Parliamo, sì. Di scuola e di niente, di Ma Tu Mamma Come Facevi Quando, e Hai Mai Preso Un Due, Mamma? Poi, di botto, Ma Secondo Te, Ma Che Odore Ha La Nostra Casa. Bambina. Questa casa è un'isola, e le isole, di solito, hanno mille odori, mescolano mille profumi tutti insieme, e quel che ne esce è un mix perfetto di aromi che si trova solo lì. Questa casa sa. Di fiori, quelli che compro all'Esselunga nei vasi davanti alle casse, quelli con la carta di plastica che tolgo subito perchè mi fa tristezza. Sa di caffè, al mattino presto, sa di biscotti bruciati, di ragù la domenica mattina, sa di menta quando siete malati e metto le goccine nell'umidificatore e il Vicks a tonnellate a voi, che non ho mai saputo se funziona o no, quel che so è che fa già sentire un pò guariti e coccolati, come la spremuta, che fa di arancia tutta la cucina. Sa di pane, sa di candele a Natale, di formaggio fuso del toast, sa di maglie sudate dopo una partita a calcetto, sa di ammorbidente quando fuori è freddissimo e si stende di sotto, sa di vaniglia quando giro le bacchette di legno nella boccettina sul camino. Sa di lenzuola pulite, di coperte in naftalina a fine ottobre, sa di fritto qualche volta, e tuo padre brontola e spalanca e ci fa gelare perchè proprio non lo regge, eppure, gli dico, in qualche modo dovrò pur friggere! Sa di coccole, di budino al cioccolato, sa del mio profumo che resta un pò sulle scale quando vado via, sa di schiuma da barba il sabato sera e di bagnoschiuma alla ciliegia. Sa di menta, di borotalco,di salvia e di camino, di incenso e di quaderno nuovo. Questo, bambina, è l'odore della tua casa. E lo porterai con te e lo riconoscerai fra milioni di altri, e ogni volta che lo troverai, ci affonderai la faccia per sentirlo meglio. Questa casa è un'isola, ma un'isola speciale che si può portare con sè ovunque si voglia. Farai lo stesso tu, fra mille anni, e porterai un pò di questo odore in una boccettina, nella casa che sarà la tua. E non lo scorderai mai. E poi, se vieni vicina vicina, ti dico ancora tutte le cose che vuoi sapere, e ti racconto mille altre storie, di quella volta che e di quell'altra che, compreso che di due ne ho presi eccome, in matematica, eccome se ne ho presi, ma guai a te, Bambina di Zucchero, ecco, sa anche di zucchero, me l'ero scordato.

20 febbraio, 2009

La camomilla.

Non che mi faccia impazzire il sapore. Ho anche trovato una foto che non mi piace, questa tazza coi girasoli mai e poi mai la comprerei. Solo, di camomilla avevo bisogno. Perchè in realtà, non mi piace il gusto ma tutto quello che la camomilla rappresenta. A cominciare da quando da piccola, aiutavo mia nonna a raccoglierla, spargela sui teli al sole prima e a sgranarla dopo, per conservarla poi, fiori intatti, nal vaso di vetro con tappo dorato che era stato della marmellata. Mi piace il profumo che ha, che si sente per la casa, mica solo in cucina. E poi mi piace il calore della tazza, quello che senti abbracciandola con la mano, e quel rumore che fa il soffiarci sopra per farla raffreddare, credo che la camomilla insieme al brodo di pollo sia la cosa che si raffreddi più lentamente in assoluto. Stasera avevo voglia di camomilla, forse per quel dolore sciocco che ho, non figurato, un dolore vero, non forte ma insistente, proprio qui, al cuore. Non so bene che cosa sia, di sicuro niente di grave, ovvio, ma per me che sono ansiosa, ansiogena, ansioserrima, sembra una cosa terribile. Perciò, ecco la medicina. Ho scaldato l'acqua nel pentolino, mica nel bollitore, perchè il bollitore serve per il thè e la tisana, una camomilla che si rispetti si fa solo nel pentolino, meglio quello un pò ammaccato, quello che mi è rimasto attraverso i mille traslochi e che per niente al mondo mai butterei via. Così, comincia il rito del mescolare e mescolare e soffiare, e assaggiare dal cucchiaino, e mescolare e mescolare, ma cosa mescolo se è senza zucchero. Mescolo perchè mi sembra che salga meglio il profumo, e dentro ci sento tutto quello che ci voglio sentire, è odore di buono e di cose che conosco, e so che mi farà bene e mi farà stare tranquilla e passare tutto, qual che sento e quello che no, e che è vero il sapore non è che mi faccia impazzire, ma la camomilla del pentolino mi guarirà e non è quella col fiore intero che mia nonna passava nel colino, ma un pò ci assomiglia e un pò me la ricorda, e a ben sentire, quel dolore insistente al cuore forse mi sta già passando. Anzi, è passato, di già.

19 febbraio, 2009

Il caos.


...gomitoli, schemi, forbici, giornali, ferri, cappellini, pon pon, bigliettini, fascette, scontrini, appunti, traduzioni, spille, sacchetti, rocche, centimetri, campioni, fili, scarpine, ferri, copertine, cuoricini, cose...
Se da tutto questo nasce questo...allora, vuol dire che va bene.
A tutte, grazie.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...