16 ottobre, 2008

Il restyling.

Ma sì, che ogni tanto ci vuole, c'è da rinnovarsi, cambiare un pochino. Non troppo, quel tanto che basta per respirare cose nuove e lasciare tutto come sta. Si può cominciare un pò dove si vuole, se da noi stessi propri medesimi o se da ciò che circonda noi stessi propri medesimi. Noi qui, si è cominciato da lì, è già l'incipit di questo scritto la dice lunga sul come sarà. Si è cominciato a rinnovare un pò casa, si sposta questo da sù a giù, mentre ciò che era sù lo si mette giù. Poi si cambia colore a questo qui, poi si crea un angolo intimo e accogliente un pò più in là. Le tende non so, quel quadro lì mi ha stufato lì dov'è, non si potrebbe mettere là? Si prova, si studia, ci si consulta, persino il talamo nuziale verrà cambiato, che indecisi siam su un letto serissimo e uno con la faccia di Diabolik e Eva Kant, non so proprio se riesco a spiegarmi per bene. Dopo aver approntato le modifiche alla casa ecco che ci si appresta alle modifiche personali. Non si cambierà colore, non si sposteranno le cose da sù a giù, non si creerà un angolo accogliente (!) ma ci si limiterà, con eleganza, a un taglio di capelli un pò diverso, sempre lunghissimi ma con qualche modifica, un massaggio rilassante, magari, un fard illuminante, al rossetto abbiamo già pensato, insomma, qualcosa che faccia subito novità. Il restyling personale è quanto di più consigliato e consigliabile possa esserci mai. Fa bene al cuore e allo spirito, all'anima e all'intelletto. Non ci trasformerà, ma almeno ci darà un pò di brio, una scossa leggera, una spintarella verso il meglio, verso un semplice benessere, una lieve sensazione di serenità. E se poi non assomigliamo per niente ad Eva Kant, beh, fa niente, dai. Gli uomini, si sa, preferiscono le brune.

15 ottobre, 2008

Leggera.

Soffia e svolazza, trova un soldino, trova la strada in un lungo cammino, certo è difficile ma prova, coraggio, siamo in ottobre, mica di maggio. Gioca a sorridere, a farti un caffè, gioca a lasciare tutto com'è, salta la corda, fai quel che puoi, c'è qui una torta, una fetta la vuoi? Scaccia i pensieri al di là del giardino, butta le lacrime dentro al cestino, una risata ci vuole, lo sai, lo dici sempre e non lo fai mai. Certo che passa, è un attimo in fondo, passa col dito sul tuo mappamondo e trova un posto lontano che sai, socchiudi gli occhi e ti ci troverai. Calma, fanciulla, l'autunno è così, un giorno di no e un giorno di sì, se soffi più forte la nebbia andrà via, prova, fifona, vedrai che magia. Soffia svolazza e ricordati che, in fondo ciascuno fa tutto per sè, e tieni il tuo cuore un pò sciocco com'è, siamo in ottobre, ecco perchè.

13 ottobre, 2008

L'acchiappo.

Me ne è venuta voglia, diciamo. Di una cosa non troppo impegnativa, ove non si debba contare (già, come farò?), ove non si debba usare troppo il cervello già troppo impegnato per altri lidi, ove si sappia dove si comincia e non si conosca ancora il traguardo. Che cosa apparirà? come la Settimana Enigmistica, quella da colorare gli spazi coi puntini, ero una vera campionessa, da piccola, solo che premevo troppo con la biro e alla fine il foglio era tutto rovinato. Ma insomma, voilà il frutto domenicale, che va bene c'era il sole e qualche chiacchiera di fuori, coi Regi Vicini sul muretto, ma di allontanarsi troppo da casa non se ne aveva voglia, una specie di paura leggera, ma come, ancora? di già? La domenica in questa casa sa di questo, si è tutti qui, il Laureato senza Brunetta, il Giurisprudente senza Biondina, il Liceale pensieroso e la PrinciSorriso. Per quanto si può si sta tutti insieme, l'arrosto e le chiacchiere, la merenda, film demenziali e qualche libro, si sta insieme, insomma, che da domani tutti si esploderà verso la nuova settimana, le cose proprie, le scuole, le faccende, le questioni. Certo, non ci siamo fatti mancare una bella discussione a tavola, per fortuna senza lanci di suppellettili, e già che c'eravamo, un dito squarciato e sanguinolento, che ha implicato un viavai dalle scale, disinfettante, garze, cerotto, ghiaccio, mancava il bisturi e magari un càmice e potevano scambiarci per ER. In tutto ciò, la domenica è passata con accesa pigrizia e questa invenzione viola a piccoli petali, la coperta della nonna, quella dei pionieri, che finirà quando anche il viola sarà finito, che non ha misure e non ha schema, e che va avanti così, un petalo dopo l'altro, senza contare e senza immaginare, che mi è presa così, una domenica normale o quasi, che di uscire non ne avevo voglia e che avevo diffusa e leggera un'ansia morbida e persino famigliare, una paura discreta che fa ormai parte di me.

10 ottobre, 2008

Il gomitolo.


E' un autunno un pò così. Tiepido e gentile, spietato per certi versi, noioso a tratti e troppo complicato in altri. Noi quassù, nella casa in collina, ci si arrabatta, ci si prova a districare, a nuotare fuori, qualche volta si urla, si lanciano sedie di design contro qualche figliolo, si cerca di fronteggiare alla meno peggio, ci si prepara a che cosa non si sa, e si vive, tranquilli è una parola inadeguata, ma insomma. L'espressione la vita scorre non mi appartiene per niente. Qui la vita non scorre affatto, altro che fiume tranquillo, qui è tutto un susseguirsi di burrasche e buriane e maremoti e inondazioni, no che non scorre placida, forma cascate e onde anomale e tempeste perfette. Perciò ci si deve trovare, come ho avuto modo di dire in molte occasioni, un modo per salvarsi un pochino. Un gomitolo è la salvezza. Non mi estraneo, ma ci vado vicina. Mi si può parlare, rispondo anche, tranne quando devo contare e allora tutti che rispettano, come in una sorta di tempio, un silenzio un pò forzato, La Mamma Sta Contando, e invece magari, penso a tutt'altro. E' una piccolissima rivincita, un minuscolo inganno per dire, dai, lasciatemi stare per un pò, ho rassettato e fatto il pane e il sugo e la spesa, ho steso e raccolto e piegato e diviso, andata sù e giù dalla city un paio di volte, foderato libri e sentito poesie, lagnanze e discussioni, gestito lamentele e firmato verifiche e giustifiche e permessi e sistemato due armadi e trasportato piumoni e trapunte e riordinato, era ora, bikini e parei con un sospiro di mestizia. Adesso, basta. Ho un gomitolo qui, qualcosa ci farò, la tv mi annoia e non ho testa e concentrazione per leggere nulla, al momento. E' un filo sottile che mi porta dove voglio, basta che scelga, se al mare, da Tiffany o sul set di un bel film, non so mai bene se sono io a seguirlo o se è lui, il filo, che segue me. Ed è così bello inventare qualcosa, sia fuori che dentro, mi invento un viaggio a Parigi mentre faccio una mantella per la PrinciCheSuona, un giro da Harrod's e vien fuori una cuffietta, un capitolo del mio libro ed ecco due scarpine. A tutto il resto, penserò tra un pò. E poi, ci sono piccoli regali come questo, a farmi stare così bene. Tutto nasce da un gomitolo, da passione e inventiva,amore e fantasia. C'è tanto da fare e lo farò, ma adesso, lasciatemi qui col mio gomitolo, coi mie pensieri e le mie storie inventate, lasciatemi contare che se sbaglio devo disfare e disfare proprio non mi va.

09 ottobre, 2008

Ode al rossetto.

E mica quello rosellino, pastelloso, appena appena, che si vede e non si vede, e nemmeno il burrocacao, quello che ci si può mettere anche senza guardare. E neppure il gloss , quello coi brilli che ti metti al semaforo. No, no, intendo proprio il rossetto-rossetto, quello acceso, rosso, lo dice la parola medesima, rosso fuoco, rosso peccato, rosso Ferrari, rosso e basta. Acquistato ieri mattina, così, senza una ragione ben precisa, in una mattinata autunnale che prometteva così bene e che invece poi, ha persino pioggerellinato, che non si dice ma non importa. Un rossetto rosso passione, quindi, di quelli che anche la Monica Bellucci e scusate se è così poco. Da mettere in occasioni speciali, e perchè no, anche al super per la spesa grossa. L'importante è come lo porti, non lo diceva anche Coco? Così, ho annunciato via sms alla mia Amica delle Perle l'efferato delitto: Acquistato Rossetto Da Viale. In effetti proprio da viale non è, direi da centro massaggi, o da casa privata Citofonare Samanta, senza nemmeno l'h. Un rossetto rosso ci salverà. Dalla crisi finanziaria, dall'abbronzatura che va via, dall'umor nerissimo di questi primi giorni d'autunno pieno, e persino dall'isola dei Famosi. Dato con grazia, abbinato a un look pressochè monacale, total black, mi aiuti a dire, nessun tacco perlamordidio, ciglia spazzolate e poco altro. Tirerà sù, un color trota diffuso, quel noioso sternutire, il maglioncino che sa di armadio e nessuna voglia delle calze. Iscrivetevi testè presso l'amica saputella a un corso di RossettoRossissimo. Si passa lentamente, prima sotto e poi sopra, e dopo, e SOLO dopo, la matita per sistemarlo un pò. E' la Sorbona bellezza. Si sembrerà un pò più a posto, un pò più cool, un pò più in ordine, come diceva mia nonna, un pò più carine. Effetto BoccaDiRosa? E che sarà mai!

08 ottobre, 2008

...muovimi il sole.

E' una mattina arancione di foglie e un pò trasparente di brina ghiacciata, di azzurro nascosto da un velo di nuvole timidissime. Non fa nemmeno freddo, pensa un pò. Ho deciso che sarà una bella giornata, che non frignerò come una scolaretta, che non mi farò prendere dagli eventi, che mi sentirò bene, educata e rispettosa, compunta e a posto, dacchè ho in testa questa canzone, la canterò fino alla nausea, come faccio spesso, una frase o due per mille volte. Almeno, fino a quando avrò chiaro che diavolo vuol dire Muovimi Il Sole. Però, è una bella frase e allora va bene.




07 ottobre, 2008

Ciao.

E' un'ombra invisibile. Un peso impercettibile, presente. In un angolo, qualche volta, che sembra sparito, che sembra scolorito, che sembra solo ma non è. Che strani giochi fa, che sono anni che ti sforzi di ricordare e di mettere insieme, è passato così tanto tempo e le cose che che ti restano sono così poche, che hanno perso la luce lungo la strada, e ricordi sì, ma vorresti ricordare di più. Te ne è mancato il tempo. Di collezionare cose da ricordare, ecco, le metto lì, le riaprirò quando sarà il momento. Passano, i giorni e gli anni, e non è mica vero che passa, è sempre lì, a volte non lo ascolti, a volte, nemmeno te ne accorgi che c'è, e invece è lì, eccome. E ti rende così strana, più strana che triste, in realtà, a immaginare come sarebbe adesso se, e cosa farebbe adesso se, e coi nipoti e con me, e con mia madre e con mio marito, magari ci parlerebbe di calcio, di politica, di cose. Ma parlare coi se non è mica divertente, e sono così tanti anni che dico se e se e se, e non so nemmeno se oggi andrò al camposanto, forse domani, forse chissà, e se e se, se ascolto questa grande sconfinata malinconia, se ho poche cose di lui da ricordare e raccontare e sempre le stesse, se passeranno ancora mille anni e io ancora qui, intrattabile e strana, a pensare e immaginare e a dire ma quant'è che non sei qui papà.

06 ottobre, 2008

Passerà.

Pedala. Veloce. Che di cose da fare ce ne sono tante, che i festeggiamenti sono finiti, e hai buttato nell'organico gli avanzi della torta e i bacididama non più freschissimi, avresti potuto tenerli da tuffare nel caffè ma tu no, plateale, li hai buttati nel secchio, come a dire, ok, finito tutto, compleanni, lauree, onomastici e chissàchealtro. Torna sulla terra, torna al quotidiano, torna ai giri, alla spesa e alle cose, e alle grane e anche all'ansia, perchè no, che è così tanto che non ti viene a trovare, vorrai mica lasciarla sulla porta, chiuderla fuori, sei ben maleducata, non si fa mica così. Così come. Così che stamattina ti sei svegliata che avevi sul petto quel peso e quello sguardo a tratti perso a tratti spiritato, e che sei stata così brava a controllare per un pò, fino a quando tutti sono usciti dalla porta, la merenda in mano, il sonno ancora stampato sulla faccia, e tu hai chiuso la porta e ti ci sei appoggiata e hai respirato profondo, e adesso da dove comincio, e hai guardato i resti della domenica, le coperte per guardare la tv, il lavoro a maglia, la bottiglia del latte, le felpe in giro, le scarpe in giro, e ti sei detta, no, di nuovo, eccola che arriva, pesante e sottile, subdola e ingombrante, invisibile e schiacciante. Trovate un vaccino per questa cosa qui, trovate una pastiglia, una fialetta, delle goccine, che ti calmino da questa cosa, che ti facciano sentire che tutto è a posto e tutto è ok, e tutto va bene e che basta così. Vaccino non ce n'è, nè so da che parte cominciare ad inventare uno, così scrivo e scrivo e scrivo e in qualche modo, non so come e non so quando, passerà.

03 ottobre, 2008

Non sembra.


No, non sembra. Non sembra lo stesso di quando diceva tolefono. Di quando gli insegnavo a nuotare, di quando mi guardava curioso con quegli occhi profondi, sospettosi, anche, ma con un guizzo che mai dimentico, un misto di bene e di allegria, non so, mai ostili, mai. Non sembra lo stesso di Fai la Faccia di Spiacenza, di quando abbracciava con una tenerezza infinita i suoi fratelli neonati, quella sorella adorata che, lo so, ha un posto speciale di zucchero nel suo cuore. Non sembra lo stesso, di quando siamo andati a comprare un frigo più grande, di quando abbiamo allestito un'altra stanza, un'altra libreria, un'altra lampada per studiare, non per un piccolino ma per un fanciullo di tredici anni non ancora, spaesato, lacerato, un pò triste. Non sembra lo stesso di quando pallido mi ha detto Non Sto Bene, Là, e io mi sono sentita peggio, sapendo che bene non stava veramente e l'ho obbligato ad andare al pronto soccorso per poi scoprire che si era spaccato la milza cadendo su una sedia nell'intervallo a scuola. O di quella volta che camminava su per la salita zoppicando, Sono Caduto In Moto, Non Lo Dire a Papà. E di quell'altra e quell'altra ancora, Possiamo Sporcarci Adesso? il giorno del matrimonio di suo padre e mio, e di quella Sai, Mi Sono Innamorato. Oggi, questo figlio fa qualcosa che rende suo padre ciarliero e orgoglioso e nervosissimo e impaziente. E rende felice i suoi fratelli e me, me che lo amo di un amore speciale, che so il suo cuore come se se lo avessi fatto io come tutti gli altri e che sono così fiera di lui, così orgogliosa anche io che non c'entro niente, e che oggi lo perdono di quell'unica volta in cui mi disse Il Parmigiano Me lo Mette Mio Papà. Al mio dott.ing (azz, un altro!) un sorriso per dirgli che è il meglio dei figli che c'è. Anche un pò mio.

02 ottobre, 2008

Soffia.

Soffia, esprimi un desiderio, quello che vuoi, e baci e baci, uno di qui e l'altro di là, e auguri e buon compleanno, buonissimo davvero, con le persone che vuoi, con le cose che sai, con le risate che ti porti dietro, con le lacrime, ma quante, che hai in una scatola e che forse senza quelle non saresti diventata quello che sei, già ma che cosa sei, vanesia donna, e che ti credi, in fondo. Presuntuosa nel dire, sono felice, sto bene, è un momento della mia vita che fermerai qua, schiaccia pausa, oggi, adesso, magari dopodomani è già diverso, che ne sai, ma oggi no, oggi è festa e allegria e zuccherini e confettini, per oggi, immunità assoluta, puoi fare quel che vuoi, fino alla mezzanotte, puoi giocare se ti và, ridere fino alle lacrime, quelle che hai paura che ti coli il viola sulla faccia, puoi cantare, ballare e saltellare. Buonissimo compleanno, ora soffia, da brava, attenta a non colare la cera ed esprimi un desiderio, quello che vuoi, coraggio, soffia.

01 ottobre, 2008

Ben venga ottobre.

Ben venga sì. Ottobre, malinconico e decadente, brumoso e affascinante, l'ora solare, la nebbiolina, la pioggia brodosa, le foglie rosse e gialle che scricchiolano sotto i piedi o si amalgamano e si appiccicano alle scarpe e ti fanno scivolare, ben venga eccome, le castagne, i funghi, la polenta, il thè al pomeriggio, l'odore di umidità, i maglioncini, gli spari dei cacciatori la domenica mattina, il piumone da tirar fuori, il profumo della naftalina, le copertine davanti alla tv. Ben venga, siam qua, il mal di gola, il naso che cola, le vitamine, l' Oscillococcinum, gli occhiali che si appannano come quando scoli la pasta, il ritorno del pettirosso, i libri nuovi di zecca, l'elezione dei rappresentanti di classe, le zucche e i fantasmi. Ben venga, ma dove, che nessuno ne ha voglia di tutte queste cose qua, o forse sì ma in piccolissime dosi, appena appena, a dire, va bene, ok, ci hai fatto vedere come sei ma adesso tornatene dov'eri e ridacci il sole, l'aria libera, il mojito, la sabbia e un pareo. Tocca cercare qualcosa da fare, ottobre è qui, come un parente ingombrante, come la coda al casello, non ne hai voglia ma te lo devi cucchiaiare. E allora, vediamo, oltre alle solite semplici cose che rendono la vita meno spinosa di quel che già è di per se stessa medesima, cosa mai inventarci? Un knit cafè domani, per cominciare. E magari un compleanno, per finire. immunità fino alla mezzanotte, puoi dire e fare quel che vuoi nei limiti della decenza e del buon gusto, qualche pacchettino, i bigliettini delle Princi sparsi per tutta la casa, gli auguri ruvidi dei figlioli maschiacci, una sorpresa dal mio Sposo. Questo primo ottobre passi pure se vuole. con questo spray color totano, ma io, intanto, non vedo l'ora che sia domani. Ben venga, quantunque.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...