31 dicembre, 2007

E così.


E' un anno, lo sai? un anno che passa, cancella, rimuove, scolora e sconquassa. Un anno di cose, profumi e canzoni, di vecchi rancori, di nuovi sorrisi, di lacrime, giochi, conquiste e sconfitte, di favole tristi, di storie sfacciate, eleganti, così, dicembre trentuno, che sembra di sabato ed è lunedì. Di spese e risate, di sonno e di veglia, biscotti, frittate, passato per caso, in un attimo o un secolo, mezz'ora e tre mesi, qualcuno di più. Di amiche che ho perso, e che invece ho trovato, di compiti e voti, di urla e di prediche, di sbuffi, di tuffi, di mare e di sole, di acqua gasata, granite e di thè. Ti chiamo, ti aspetto, ti abbraccio e ti bacio, auguri anche a casa, ma auguri di che? E pagine nuove son tutte da scrivere, l'agenda profuma di colla e cartone, si buttano cose, si cambia, domani, ma come si cambia in un giorno, così? Un anno banale o speciale, chissà, lì dietro la porta, domani sarà. Così, buoni buoni, si cresce un pochino, i miei desideri son quelli di tutti, le cose più semplici, chiare, perfette, è un anno rotondo, non vedi anche tu? Stasera, di fuochi, di brilli e di tacchi, di sete fruscianti, di cose così, un giorno qualunque, di ghiaccio e di brina, che sembra di sabato ed è lunedì.

30 dicembre, 2007

Holiday Breakfast.


Che silenzio c'è, questa mattina, in una cucina qualsiasi, in una casa qualsiasi sulla collina. Si scendono piano piano le scale, solo il ronzio della fontana del presepe, e il disordine caldo della sera prima davanti alla tv, una tazza per la camomilla, i regali scartati in ordine molto sparso sotto l'albero zen. Da sotto le scale, uno sposo assonnato e felice accoglierà con un abbraccio una sposa in pigiama, che lusso è stare in pigiama quanto si vuole, coi capelli arruffati, il sorriso stropicciato di chi avrebbe dormito ancora un pò, ma che si è alzato per non perdersi il silenzio della mattina. Si è apparecchiato con cura la sera prima, da sempre, oramai, si sparecchia la cena e si apparecchia la colazione, più natalizia, questa volta, i sottopiatti rossi, i biscotti preferiti accanto alle tazze di ciascuno, le vitamine, le arance, marmellate e cereali. Le vacanze di Natale hanno, in questa come in tutte le case, una specie di soffice magia, non è mica come le altre domeniche, questa qui, lo sanno tutti, e in viaggio certo non si può creare la stessa atmosfera. E' odore di casa. Di caffelatte e di mandarino. Di dormire quanto vuoi. Di bighellonare senza programmi di sorta, di chiacchierare sottovoce per non svegliare il resto della ciurma, non sentono mica ma chiacchierare sottovoce rende più intatta e morbida e protetta questa mattina di niente, che non è festa ma è come se. E poi vederli spuntare uno ad uno dalle scale, indovinarli dallo scalpiccio, questi figli scellerati e adorabili, questi fiori in vacanza, queste anime belle che non sai bene di quanto amore li ami, perchè è un amore che non si pesa, che non si conta nè misura, questi regali quotidiani di un Cielo che ogni tanto ti stupisci di quanto buono sia stato con te.

28 dicembre, 2007

And so, this is Christmas.

Il mio, almeno. Il nostro. Un pò Mamma ho Perso l'Aereo un pò Quella casa nella Prateria. Bello da sciogliersi, in ogni caso. Scoprire, ancora una volta che siamo una falange armata, che siamo forti e invincibili, e un pò fuori, anche. Un Natale diverso dagli altri, ma forse per questo più caldo di tanti altri, seduti a tavola col vestito bello, con l'insalata russa, il panettone e le zie. Un Natale così.

Che magico, Covent Garden alla Vigilia, in giro solo noi o quasi, un artista di strada cantava "Hello, Is It Me You're Lookin'For?" Sì, certo, stavo cercando proprio questo, le persone che ho qui con me sono le sole cose che voglio al mondo.

E abbiamo girato e girato, con pioggia e sole, e abbiamo riso, riso tantissimo e camminato e sù e giù, e siamo stati bene e non abbiamo perso nessuno in metropolitana, i ragazzi sembravano più in gita scolastica che in viaggio con la famiglia e ovunque canzoncine di Natale e atmosfera di Natale, e cose di Natale ma che strano Natale è questo qua.


Adesso, c'è da riordinare tutto, biglietti, scarpe, magliette impossibili, libri, ferri da maglia n.25, cose, bustine di zucchero e fotografie. Tutto quello che è stato, per un Natale così perfetto da sembrare davvero un film, per un natale come il nostro, per un Natale così.
E così.

E così.
E così, in una Londra viola e nera e colorata e luccicante, un delirio di facce e persone e cose e passi e sacchetti e saldi e sorrisi e caffè e lingue e sorry e chador. Magnifica, direi.
E' stato bellissimo. Così bello che quasi dimenticavo, accidenti, Buon Natale, ma sono in ritardo, e allora non vale più. So sorry, appunto.

20 dicembre, 2007

Luna di giorno.


E lì, Appiccicata, adesiva, di carta velina. Trasparente, un pochino, la devi cercare, non è che guardi in alto e la trovi subito. E' preziosa, mica si fa trovare così facilmente. In questi giorni, c'è. Anche alle 2 del pomeriggio. Provare a cercarla. E' uno strano gioco del destino, un amuleto per la chi la vuole, porta fortuna, coraggio e calore, si trova, si trova, a cercarla col cuore. E' una finta, un inganno, una sciocca bugia, sembra una fata e par che la sia. Porta sogni, civette, bacioni e babà, porta consigli, porta conigli, porta preziosi nascondigli, forse sbadigli, magici intrugli, porta conchiglie, stupide biglie, mazzi vistosi di rosse giunchiglie. Non sembra una luna a vederla così, forse tra un attimo si stacca da lì, nessuno sa bene se c'è o se non c'è, ognuno, dal cuore, la tiene per sè. Nasconde un segreto che ancora non sa, sembra che piova ma non pioverà, la luna di giorno è fatta così, sembra soltanto, un pò no, un pò sì.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...