25 giugno, 2007

Seven o'clock.






Seven o'clock... aria di mare,
uova alla coque, poi bordeggiare
dove non so... forse posti sconosciuti...
dove chissà'... si potrà' girare nudi...
Seven o'clock... ora d'andare,
non che non puoi defezionare...
il necessaire, col bilama e il piegaciglia
e un videotape col Barbiere di Siviglia...
Sergio Caputo (toh guarda chi si vede)
Mi sono svegliata all'alba. Ho guardato il mucchio di valigie all'ingresso, ho pensato che ancora non era tempo di affrontare la pratica del caricamento bagagli. Prima, si aveva da fare. Aveva la camicia a quadrettini e uno sguardo smarrito e si sforzava di non far trapelare alcun sentimento da quegli occhioni di Nutella, ma si vedeva benissimo che aveva paura. L'ho aspettato fuori, facendo tremila commissioni quasi inutili, ormai, misurando a passi ciondolanti il selciato davanti al Duomo, coi gerani e la lavanda e quell'odore di tiglio che segna la fine della scuola. E' uscito in ritardo, scarmigliato e imbronciato, con la platea dei compagni che per niente al mondo avrebbe perso la prova d'esame dell'ultimo della lista. Non è Andata Benissimo, Mamma. Me lo sono abbracciato stretto, chissenefrega di Chopin e di quel quadro di Van Gogh che non hai saputo descrivere, non è tempo di affrontare la predica dello studio adesso. Stasera, una nave salperà dal porto di Genova. Ci saremo anche noi. Di lì in poi, nulla so o quasi. Stavolta parto, signora mia, chiudo il gas, lascio il Liceale tra le braccia dell'Amata, ci raggiungerà con il Giovane Holden tra qualche giorno. Le vacanze sono cominciate sul serio, un minuto fa. Questa sì, è l'unica pratica che voglio affrontare.

21 giugno, 2007

Piscina therapy.


Il tempo è incerto, c'è un leggero venticello e magari ci sarebbe qualcos'altro da fare, ma cosa importa. Oggi di stare a casa nessuno ne ha voglia, è una specie di anticipo d'estate, il costume e l'olio solare, si mangia qualcosa lì e poi si sguazza se si vuole, si legge, si chiacchiera. Non mi ricordavo come, a piccole dosi, il luogo dove vivo potesse essere così gradevole. Ci si conosce tutti, o quasi, si vedono le new entry, si spettegola un pò sulle vicende dell'inverno, sugli amorazzi nati e quelli ahimè miseramente finiti, sulle riunioni di condominio, su quello del C che passa il tempo ma fa sempre ben la sua sporca bella figura. Ho portato la musica, un libro, potrei dormicchiare, se voglio, ma il gustoso racconto di un'altra, mirabolante avventura della signora Tale, signora mia, è proprio il caso di dirlo, proprio non me la posso perdere. Nel cestino ho anche un lavoro da iniziare, un filo di cotone color glicine, al mondo niente di meglio c'è che metter sù 30 catenelle e andare avanti, a piacere, a sfinimento, e vedere che il tuo filo si trasforma da astuccino a presina, a sacchettino, a cosa diavolo non si sa, ma è color glicine e qualsiasi cosa sarà, andrà bene, è il magico divenire delle cose che fai con le tue mani. Così, questo venticello del Basso Monferrato, le nuvole e l'aria bassa un pò ti hanno guarito dalle malinconie e chiacchieri, sottovoce e un pò felice, anche perchè quel prato laggiù, col vento che lo scuote e l'erba che si muove, a guardarlo bene sembra il mare.

20 giugno, 2007

Sola.


Inutile stare lì, a perderci il sonno e a immagonirsi, sempre, e starci male e chiedersi ma come divaolo si farà. Non serve. Avrei dovuto fare un corso di menefreghismo coatto, sicuramente mi avrebbero rimandato duecento volte almeno. Che brutta cosa è sentirsi non compresi, fraintesi, eppure mi sembra di essere chiara a dire le cose, a farle, anche. Che brutta cosa è capire ancora una volta che agli altri importa ben poco delle cose che fai, se sei felice o no, se sei in pace o no, se tuo marito ti mena o no, se hai cento amanti o solo uno, se i tuoi figli sono tossici o delinquenti o santi o seminaristi. Ogni tanto mi giunge la conferma: alla mia famiglia non importa niente di me, è ufficiale. E considerando che, alla luce degli ultimi eventi, la mia famiglia d'origine è solo mia madre, scrivere a mia madre non importa niente di me fa un brutto effetto. Ma è la realtà dei fatti e va detto, ancora una volta. Che brutto, però.

Breakfast with the cat.


Appena nato è stato battezzato Ascanio. Dopodichè, avendo sfornato Mora e Mirtillo in una piovosa mattinata di marzo, ci siamo ricreduti e le abbiamo cambiato nome: si chiama Husky, un nome da cane, in realtà, però al momento non ce ne venivano altri, troppo presi dai micetti neri appena nati. Stamattina ho fatto colazione con lei, con il rumore dell'irrigazione in sottofondo, uno strano colore dell'aria di fuori, come se fossimo sotto una scodella, ecco, umido e caldo già di prima mattina. Il mio sposo semi-partito per l'Isola, i figlioli dormienti, la casa silenziosa e immota. Oggi, un giro di ricognizione alla segreteria del nuovo liceo, qualche faccenda a destra e sinistra, forse un inizio di valigia. E sì, signora, scusate il ritardo ma stavolta parto anche io e sul serio, armi e bagagli, paletta e secchiello, pinne, fucili ed occhiali e via! Ho una collezione di costumi nuovi (2 in realtà, ma chi l'ha detto che non è una collezione?), di quelli che sono interi ma non proprio, che non sono bikini ma che sei più scoperta e scelleratamente scollacciata e che ti-vedo-e-non-ti-vedo, insomma, non so se mi spiego. Veramente alla partenza manca ancora qualche giorno, il Mediano deve ancora affrontare il suo esame orale, ieri ripeteva Cavour palleggiando con un cuscino in salone, è forse concentrazione questa? Meglio attendere pazientemente lunedì prossimo, piegare per benino costumi e parei e non pensarci ancora, sbrigando le cose che ci sono da fare e rimandendo qui, duri e puri, a far colazione col gatto, ben composti sotto un cielo a scodella. Coraggio, lo scollacciamento può aspettare. Non per molto, però.

19 giugno, 2007

Sognami.



Che questa mia canzone arrivi a te
Ti porterà dove niente e nessuno l'ascolterà
La canterò con poca voce, sussurrandotela
e arriverà prima che tu ti addormenterai….

E se mi sognerai
Dal cielo cadrò
E se domanderai….
Da qui risponderò
E se tristezza e vuoto avrai
Da qui cancellerò

Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono vento e nostalgia
Sono dove vai…..

E se mi sognerai
Quel viso riavrò…
mai più..mai più quel piangere per me
sorridi e riavrò……..

Sognami se nevica
Sognami sono nuvola
Sono il tempo che consola
Sono dove vai…..

Rèves de moi amour perdu
Rèves moi, s’il neigera
Je suis vent et nostalgie
Je suis où tu vas

Sognami mancato amore
La mia cASA è insieme a te
Sono l’ombra che farai
Sognami da li……….

Il mio cuore è li

Biagio Antonacci

La canto da giorni. Non è bellissima?

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...