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21 aprile, 2011

Pasquali Vacanze.

Lunghisssssssime. Ma proprio tanto, quest'anno. Iniziano e terminano con i ritmi della scuola e questo non va male, almeno finchè si può e ci saranno ancora cinque anni buoni, perchè anche la Princi fra 5 anni starà finendo il liceo e sarà l'ultima di questa casa, e da allora in poi delle vacanze scolastiche non ci importerà più nulla. Le Pasquali Vacanze iniziano in un modo tutto speciale, con un Ingegnere e un Architetto, per dire. Un progetto che si custodisce  e culla da un pò, che nessuno sa e che tutti sanno, ma che ci riempie l'anima di una bella agitazione, di un bel sentire, un bell'andare. Questa cosa piace a tutti. E, a giudicare dall'energia che ci si mette, verrà un amore. Le Pasquali Vacanze continuano poi con il Pasquale Knit e la Pasquale Pizza con le Amiche Scellerate. Dopodichè, è tutto da inventare, ci sono pic nic e grigliate e merende sparse in ogni dove, alcuni lavori di falegnameria, c'è un tavolo steso ad asciugare nel pratino rasato di fresco dal Jr.Ing. che ormai a lui ci piace di usare il tosaerba e noi lo si lascia fare, se si diverte lui. Domani, poi, è il giorno designato per l'acquisto di un cargo di Pasquali Uova, nessuno degli abitanti la Casa in Collina è troppo grande per il Pasquale Uovo, ci mancherebbe ancora. In questa pallida giornata di aprile inoltrato, il mondo sembra essersi accoccolato un momento, steso al sole a riflettere, accanto all'Abiurato Stendino, seduto a gambe incrociate davanti alla siepe, a pensare un pò, sfruttando l'ombra che fa il ciliegio. Le Pasquali Vacanze, iniziano così, il sole opaco, le maglie stese, il pane quasi pronto e il mondo fermo che pensa e sorride. Almeno il mio.
Per il pattern del Pasquale Uovo della foto guardare qui.
ph. Natural Suburbia

04 aprile, 2010

La carta che brilla.

Nessuno aveva voglia di sparecchiare, abbiamo ritirato alla rinfusa, ognuno ripone qualcosa, come quando siamo tutti, come quando io ho cucinato come una pazza e allora vogliono darmi una mano, come quando hanno voglia di rimanere ancora a tavola, o sul divano, a chiacchierare. Sembra così strano parlare del mare eppure, si fanno progetti, a stilare un calendario ancora è presto, ma che strana domenica di Pasqua, non c'è nulla da fare, fuori piove e piove, e si sta così bene qui, si è assaggiato ogni sorta di gusto che a vedere un pezzo di cioccolata ti viene la nausea, non so mai dove buttare la carta delle uova, è così bella e colorata, tengo i nastrini, tengo i cordini, ma la carta no, qualche volta ne vedo qualcuna che fa da spaventapasseri negli orti, per cacciare gli uccellini, c'è un albero di ciliegie, qui dietro, ha sempre delle carte lucenti di uova di Pasqua, che strane le carte appese, così leggere che il solo respiro dell'aria le scuote e le fa brillare nel sole, ma loro no, non si spaventano mica così tanto, sono così ghiotti di ciliegie e ormai mi sa che hanno capito il trucco, forse perchè non sono passeri, ma uccellini e basta e c'è una bella differenza. La Pasqua duemiladieci la mettiamo via, in fondo è stata quasi una domenica normale, la ripieghiamo per bene, e la archiviamo insieme a tutto il resto, il mio albero di tulle e uova è ancora fuori, domani ci sarà il sole, si dice, ma non so nemmeno se crederci oppure no, io sto bene, così spero di voi, così si scriveva nelle lettere una volta, o anche nelle cartoline che nessuno scrive più e nemmeno nei biglietti di auguri, quelli con le uova e i pulcini e i bordi dentellati, non dritti, come quelle dal mare. Domani sarà meglio, domani nessun pensiero triste, forse un pic nic, da qualche parte, nemmeno troppo lontano, basta un prato e una tovaglia a quadri, la torta salata nella stagnola e i i bicchieri di plastica, ma quelli che si lavano, non quelli che si buttano, ho un cestino da pic nic che ci potrei fare un concorso, da quanto è bello, e domani sarà meglio, e niente menate e nessun pensiero: per quelli, come per i passeri, a tenerli lontani c'è la carta lucente delle uova di Pasqua, dovrò ricordarrmi di non buttarla, indifferenziata, ecco dove.

03 aprile, 2010

Happy Easter.

Dormirò così tanto che mi faranno male gli occhi. Dormirò fino a tardi la mattina e andrò a letto presto la sera e magari anche al pomeriggio, mi addormenterò di sorpresa, il vero lusso è addormentarsi sul divano, così, vestita, come a dire non era in programma e invece, ecco che dormo secca, un gatto vicino, magari, la tele accesa su un film in bianco e nero che nessuno guarda mai insieme a me, epperforza, Mamma, Ma Che Cosa Guardi! Strana Pasqua questa qua. Si dovevano avere ospiti, ma garantito che, se devo avere ospite la mia famiglia, quella di prima, intendo, sicuro al millimetro che tanto non vengono. Lo so già, non c'è Natale, non c'è Pasqua, non c'è compleanno di nessuno dei miei figli e sono tanti, per non parlare del mio, maffigurati. Non ho colombe da preparare come ha fatto Afef, che ieri leggevamo le istruzioni da quel suo prezioso libro, non ho arrosti per mille, non ho uova in regalo, solo per i figlioli, ovvio. Non ho agnelli, per fortuna, non ho torte pasqualine e centritavola coi fiori di pesco. Ma ho addobbi fatti con cura, i vasi fuori messi in ordinissimo, il giardino a posto, perfino quello odoroso, quest'anno niente origano, solo timo e salvia e basilico e erba cipollina, e aneto, perchè no. E poi rosine bianche a qualche viola del pensiero bianca essa pure, e via le erbacce e i rami secchi della serenella laggiù e guarda un pò queste due sembrano foglie di tulipano, chissà. Ci saranno forse amici in transumanza, amici dei figlioli che campeggeranno in qualche stanza della casa in collina, fidanzate forse, noi non si va da nessuna parte, il maltempo frena ogni minima voglia. Ci sono cioccolate e ovetti di ogni gusto, sarà un semplice pasquale pranzo per una semplice pasquale giornata, noi si fa così, domani si inventerà qualcosa, si è così abituati che non ci si bada nemmeno più. Io mai figlia, io mai sorella, io soltanto quella che deve, quella che se la cava, io qui, gli altri altrove, i miei figli preziosi, il mio Sposo che non dice, la nostra Pasqua così, come i nostri Natali e tutto il resto, cos'è normale, alla fine, come fan tutti o come faccio io? Mai figlia o sorella, donna irrisolta e confusa, che appende uova di cartapesta e sistema il giardino e quanti saremo lo so già, nessuno dei miei, ma quali miei, sarà perchè non ho trovato i fiori di pesco, domani è Pasqua, mi sa che dormo.

01 aprile, 2010

Eccentrica.

Ho scoperto da ieri la definizione di eccentrica. Meglio, di ruota eccentrica. Dicesi ruota eccentrica, la ruota svirgola, quella che non è che vada dritto, tipo quella della bici, tu pedali e lei va lì. No. La ruota eccentrica và un pò dove le pare a lei, gira su se stessa, al contrario, magari si pianta pure e poi, se proprio deve, alla fine va dove deve andare, individua quale è la sua strada e ci va. La ruota eccentrica, per meglio comprendere la scientifica definizione, è quella del mio cestino da lavoro, che in realtà di ruote eccentriche ne ha ben quattro, e se alla fine ognuna di esse decede di fare quello che vuole lei, diciamocelo, vien fuori un bel casino. Non sono brava con la leggi della fisica, mi capita di imprecare qualche volta col carrello dell'Esselunga, che anche lui, secondo me c'ha qualcosa di eccentrico, qualche volta. Ma noi qui non si va mica tanto per il sottile, noi ci piace essere informati, noi ci piace studiare, non ce ne dobbiamo vergognare, e allora, se non sai le cose, sàlle. Datosi la frivolezza, la totale mancanza di senso compiuto, la leggerezza un po’ scema di questo primo scritto dell’era pasquale, si ben comprenda che lassù, nella casa in collina, sono iniziate le pasquali vacanze. E benchè siano soltanto per la scrivente e i figlioli tutti, dacchè il Regio Capitano ancora fatica in miniera, ma solo per oggi e basta, direi che si prospettano dei bei giorni di calma assoluta, di sonno, di scialo, di spalmate su divani, che di prati in fiore per il pic nic, ahimè, non ce ne saranno tanti. L’eccentricità della scrivente si perpetra nel fatto di aver addobbato, come ogni anno, un albero pasquale prospiciente la sua umile magione, di crogiolarsi al pensiero del Knit Cafè con le Amiche del Cuore, in tutti i sensi più reconditi, seguito da serata di frizzi e lazzi dove, si vocifera, si potrebbe anche riedere ai rispettivi focolari forse per le 23. Son cose. La ruota eccentrica alla fine, dà da pensare, ti suggerisce similitudini mai immaginate, ti fa comprendere che poi, alla fine, anche se giri e giri su te stessa e non sai dove andare, comunque ci vai, e sembra che sbagli strada, ma poi all’improvviso trovi il faro, la luce del sentiero, la lampada a petrolio e allora, voilà, sei a casa, al sicuro non so, ma a casa, e allora, va bene.

08 aprile, 2009

E' il caso di dirlo?

Buona Pasqua, intendo. Ma buona di che? Ho comprato delle uova giorni fa, così, per una specie di tradizione, per vedere la sorpresa, perchè si fa così. Zero voglia di zero, di niente, di niente, di niente e di zero. Rende l'idea? Ci si recherà da qualche parte, le previsioni son così così, ma siamo incollati ai tg e alle notizie e i pensieri hanno un colore grigio che sa di magone ricacciato giù, per molte cose. Che giorni di tristezza assoluta, di inadeguatezza, di incapacità, di impotenza. Si fan chiacchiere con le amiche, ci si sforza un pò di dire scemenze per non perdere il giro, perchè altro non si può fare, perchè non trovi nemmeno una parola che serva e che sia utile e che ci stia bene. Per nessuno. Nè per qui vicino nè per là, lontano. Che Pasqua è mai questa, ma quali colombe e quali uova, e le campane e l'ulivo, e la Resurrezione, poi, ma andate a spiegarglielo voi.
Thanks to Little Cotton Rabbits.

26 marzo, 2008

Love Boat.



L'unica cosa davvero degna di nota era che la nave era tutta viola. Viola i divanetti, le poltroncine e la moquette. Per il resto, un vero, inimitabile, incommensurabile de-li-rio! Partiti con non ricordo quante ore di ritardo, un mare da Tempesta Perfetta, un mal di testa feroce, di quelli che ti vengono una volta ogni due anni, forse tre, io non sto mai male, fisicamente, intendo, sono, quel che si dice, un tipo tosto, non ho quasi mai il raffreddore, men che meno il mal di gola, non sono intollerante a niente e se lo fossi non lo so, sono allergica all'Aspirina, soltanto, quella con Vitamina C, che ho preso per vent'anni, credo e poi, all'improvviso, voilà. Ma, a parte questo quadro clinico improvvisato, direi che è stato un viaggio da dimenticare. Onde e onde, nausea nessuna e a nessuno, per fortuna, i miei figlioli e il mio Sposo uomini di mare, sono, pure la Princi che, in mezzo al mare ha pure trovato il tempo di guardarsi una puntata di Amici e di rifare un balletto nel corridoio con una bambina trovata lì per lì, Aspetta Che Passi l'Onda, diceva aggrappata al corrimano del corridoio, sotto lo sguardo nauseato (per forza) e un pò invidioso delle comari che si recavano caracollanti verso il bagno a...a....beh,non proprio ad incipriarsi il naso. Io lì, raggomitolata alla bell'e meglio sul viola divano, non proprio in formissima, perciò, mi dico, quasi quasi mi faccio un giro in infermeria. Sono stata una fanatica di Love Boat, e chi non lo era, all'epoca?Il Medico di Bordo, ussignur, beh non era proprio un figaccione, diciamocelo, ma assomigliava vagamente a Mago Merlino, sulla settantina, un forte accento genovese e l'aria più scocciata che porfessionale. ma come, e il Capitano Stubing? Morale: una stupida tachipirina che mi ha fatto come un bel bicchiere di latte e menta. Ho sofferto in silenzio. E adesso, bella fresca e pimpantissima, l'emicrania dimenticata per i prossimi 3 anni, il viaggio verso l'isola in diurna pure, bell'e pronta per una bella settimana che è quasi a metà. Giri in giro stamattina, e giri in giro nel pomeriggio. Un ritorno alla vita normale, insomma, dopo Il Grande Fratello con la mia famigliola sull'isola. Non che mi dispiaccia, certo. Però, questo viaggio caracollante in fondo, non è stato nemmeno male. Sarà perchè la canticchiavo fra me e me...





Però e nonostante, sob, del Capitano Stubing nemmeno l'ombra.

24 marzo, 2008

Baci da qui.



Che io, così, a memoria, non è che proprio mi ricordassi un tempaccio del genere. Beh, sì, forse a pensarci quella volta che avevo soltanto due bambini, due deliziosi maschietti di tre anni e uno, che venivamo già qui ma eravamo in un'altra casa e un freddo ma un freddo, e mi ricordo che i due avevano le tute uguali rosse e blù e le Superga verdoline ed erano così carini, ma così carini. Ecco, sì, ora mi ricordo bene, che dal freddo che faceva avevamo acceso il forno tutto il giorno, ma che bella vacanza è stata, anche quella, anche se i grandi non c'erano e la princi nemmeno, non ancora, ma insomma, che bello che è stato. Non ci samo fatti mancare proprio niente, vento e pioggia, e nemmeno una manciatina di grandine, dai, già che c'eravamo. Ma bello lo stesso, questo si sa. Abbiamo avuto tempo per tante cose, di studiare, persino, di leggere e di fare altri progetti, spostare un muro, una lampada, sta meglio così, no, meglio cosà. E persino adesso, che Maddalena è illuminata come un presepe, che le nuvole questo vento le sta portando via, e il mare è ancora rabbioso e leggermente alterato, adesso abbiamo avuto anche il tempo di cercare nella scatola delle fotografie e trovare, ma guarda un pò, quei due bambini là.

22 marzo, 2008

Alta gioieilleria.

Una delle meraviglie del mondo è costituita dall'avere un sacco di tempo a disposizione e nessun impegno, di nessun genere, che non sia salutare qualche amico infreddolito come noi, comprare i giornali, fare niente o quasi. Piove e piove e ancora piove, un pò smette e un pò diluvia, e pensare che molti si sono preoccupati di farci sapere, con un pizzico di cattiveria, che lassù a casa c'è un sole da spaccare le pietre. Non fa niente. Noi qui si sta e bene anche. Nonostante il freddo e la pioggia, si riesce anche a realizzare delle cose semplici e carine, una collana, per la precisione, adocchiata tempo fa su Ravelry, grazie a Clarissa, che la annoverava tra i suoi preferiti. Così, un giro in ferramenta per munirsi dei famosi cerchiolini di plastica e via, la prima collana della Princi , interamente fatta dalla sua mamma, sta prendendo vita via via. Certo, la tecnica è da affinare, per esempio come assemblare nel modo più omogeneo possibile i cerchiolini debitamente rivestiti all'uncinetto. Ma il risultato è grazioso. Già pronto un progetto Total Black, da indossare con un tubino discreto o una scollatura generosa. Che piova pure, se vuole.

21 marzo, 2008

Brrrrr.....


Un gelo polare. Vento che fischia e che sbatte. Il mare un pò imbufalito, in realtà, e di un colore rabbioso e insolito. Ma che bello, però. Che verde che c'è, e che nessuno che c'è in giro, e che belli i negozi quasi deserti e i pochi turisti, intabarrati come a Natale, andiamo a comprare delle coperte, a casa geliamo. Noi si sta benissimo, invece. Certo, fa freddo eccome, ma insomma, è così bassa la Santa Pasqua quest'anno, lo dicono anche qui, e poi che bella vacanza questa, che siamo tutti tutti, che certo, ci vuole una seduta di yoga ogni volta, e incrociare le gambe e fare gli occhielli con pollice e indice e dire ooohmmmmm ooohmmmmm, e contare fino a duemila, e sentire il Buddha Bar a stra-palla, ma che bello però. Che non abbiamo un orario nè per pranzo nè per cena, che leggiamo e chiacchieriamo e siamo avvoltolati nelle coperte di pile, e nei sacchi a pelo, è attrezzata, questa casa, anche per l'invasione degli ultracorpi. Ci sono provviste, un pane che sta lì, a lievitare beato, e tu guardi fuori e pensi, ma com'è possibile che ci si possa rosolare al sole a picco, qua fuori, e che adesso faccia un freddo così. Quest'oggi, tra un pò, temerari fino alla spiaggia, ci vorrebbero le tonnellate di cuffie di lana che ho prodotto quest'inverno, ma è un attimo, signora mia, mi dia un gomitolo e due ferri, gliene faccio una dozzina, con tutto il tempo che ho, ma mi dica un pò bene, e che problema c'è?

13 marzo, 2008

L'albero di Pasqua.

Mi è venuta così. E' una giornata di tale bellezza, quest'oggi, che forse andava un pò celebrata, festeggiata, come a dire, va bene, va bene, è arrivata stavolta, la stagione che ci piace, dei colori e dei cestini, delle mezze maniche, dei pullover leggeri, dei golfini slacciati, delle camiciole, delle insalate, dei fiori sugli alberi, delle pratoline e delle violette. Dovrò svecchiare il giardino, togliere le erbacce, dire due paroline a quel rosmarino che è tutto curvo su se stesso, carezzare per bene i fiorellini azzurri che nessuno ha piantato, controllare con occhio sapiente le ortensie ancora in gemma. E fare un albero. Un albero di Pasqua, Ma Mamma, Non Esiste, e pazienza, lo facciamo esistere noi. Il fascio di giunchi è un avanzo di Natale, la base è la stessa un pò come la pizza, puoi farla margherita o stracchino e rucola, che differenza fa, la pasta è uguale. Ci ho attaccato, all'alberino, non alla pizza, delle uova di stoffa, degli uccellini di cartapesta, dei fiocchi di tulle recuperati dalle bomboniere. Voilà, il mio albero di Pasqua è bell'e pronto. Ci manca un pò di verde. Ma, adesso che ci penso... posso sempre aggiungerci della rucola.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...