10 maggio, 2015

Bella sempre.




E sempre stata la più bella di tutte.
Davanti a scuola, mentre mi aspettava sotto i tigli di quel convento che era la mia scuola elementare.
Quando pioveva, con due ombrelli, uno per lei, e uno rosa, piccolino, per me.
uscivo di corsa e l'abbracciavo. 
Che meraviglia, il suo profumo che sapeva di cipria.

Ci sono immagini che non vanno via.

E quando abbiamo scelto il vestito della Prima Comunione.
Ha voluto per me il più bello, quello con il tulle e i fiori bianchi sulla cintura.
Gli stessi che mi ha messo fra i capelli, lunghissimi, come a sembrare la sposa che non sono stata mai. Non così, almeno.

Ci sono immagini che non vanno via.
Di quella volta che sono caduta in motorino e sono tornata spelacchiata e piangente, e mi ha nascosto in bagno per medicarmi, per non farlo sapere a mio padre. Che non lo avrebbe saputo mai.

Cantava sempre, lei.
Stendendo, spolverando, innaffiando la serenella del giardino della Casa Vecchia, cucinando quel suo risotto giallo che è il solo ed unico più buono del mio.
E' da lei che ho preso la passione per il viola, per i libri, per la maglia.
E gli occhi.

Ci sono immagini che restano

Di quell'altra che tornando da scuola l'ho trovata persa a guardare fuori dalla finestra, Che Cosa C'è.
Niente. E mi ha sorriso di un sorriso forzato,  che non dimenticherò mai, Com'è Andato Inglese?

Immagini che non cancelli.

Le volte che mi ha rincorso per prendermi a sberle, tirato dietro qualcosa, una volta, perfino il mattarello. Le volte che la sentivo ridere in cortile con la Mariuccia, e sempre con lei sedersi sulla seggiolina a fare la maglia. Le volte che la vedevo uscire con mio padre, bellissimo lui, bellissima lei, i capelli raccolti, quel vestito di chiffon, gli orecchini lucenti, le mani curatissime. 

Immagini che sono lì.

A vederla salire le scale, quella mattina, che chissà perchè a scuola non mi ci avevano mandato, e con mio fratello stavo in cucina ad aspettarla, saliva piano i gradini, come vecchia di cent'anni e ne aveva solo trentanove,  a guardarmi come a dire Perdonami, Perdonami Se Sto Per Dirti Quello Che Ho da Dirti.

Mia mamma è un fiore bello.
Mia mamma è tutto quello che vorrei essere e che non sono.
E' forte, è spiritosa, ha imparato parole come taggare e postare, ha delle piante bellissime, una casa piena di fotografie, e di cassetti pieni di meraviglie. Ne ha uno che non apre mai.

Siamo state salvezza, una per l'altra, in una città enorme e un pò nemica, dapprima, per noi che arrivavamo dalla provincia, siamo state noi due la nostra famiglia, ha affrontato sola cose più grandi di lei, situazioni, problemi, i matrimoni, anche le felicità, i nipoti che arrivavano, uno dopo l'altro, le feste, i Natali, i viaggi.
E altre tristezze, forse, quelle un pò di più.

Adesso, ridiamo, parliamo tanto, la chiamo spesso, mi chiama ogni  mattina presto per dirmi Stai bene?
Sto bene.
Sto bene, mamma.
Perchè forse ho imparato da te le cose che non sai nemmeno di avermi insegnato, non a parole con l'esempio,  e che insegno a mia volta, che sono sempre mamma e troppo poco figlia.
Perchè forse ho preso da te quella forza e quel rigore, e quel non perdersi mai, ma tu sei ordinata e io no, tu ci sai fare con le piante e io no, tu non hai mai paura, Io, invece, sì.

Hai sempre quel profumo Guerlain che sa di cipria,
Fai sempre un risotto più buon del mio.
Sei bella sempre.
Mia mamma, sempre
Le volte che vorrei essere più figlia, e figlia sono sempre, vicino a te.
Mia mamma, sempre.


2 commenti:

Themoon ha detto...

Purtroppo io non posso capire.
Ma ho trovato il tuo blog per caso, e ti ringrazio di questo post bellissimo.

patri di bamboleenonsolo ha detto...

mia hai fatto piangere pensando a quella figlia che io non ho e che non potrà mai scrivere parole come le tue.

Odore di dicembre.

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