07 marzo, 2011

Il vento di qui.

Non so esattamente da dove arrivi, se da nord o da dove, io non so mai da dove arriva il vento, che in collina va bene, ma se si è per mare l'affare si complica eccome, meno male che ci sono persone e strumenti e aggeggi infernali che lo fanno per me. Il vento di stamattina e di stanotte, e di adesso squassa gli alberi del Prato di Là, da non confondersi col Prato di Qua, che ancora non l'ho visto. E' un vento forte, non bello, no, perchè non è il vento tenero della primavera, che porta fin qui il profumo dei fiori e l'odore del mare, lo dico spesso, da qui, nei giorni belli chiari che si vede la città, e il Duomo e le montagne, se chiudi gli occhi forte e stai a sentire, senti l'odore del mare anche se sei in collina, ma in fondo il mare non è lontano, meno di un'ora e ci sei al Mare Vicino, però quando lo dico mi prendono tutti per pazza e mi dicono Ma Va Là Che Non è Vero. E invece è vero. Sono due giorni di vacanza immotivata, lassù nella Casa in Collina, nell'assurdo ragionamento che si devano perdere due giorni di scuola per carnevale, ma che festa è, che ricorrenza è, che insieme a Capodanno, Ferragosto e San Valentino ci farei un bel falò e starei lì a guardare. Cionondimeno, due giorni di vacanza significano molto per questa casa, dove il delirio di orari e cose e impegni e transumanze è inimmaginabile, dove si sa quanti si è al mattino e giammai quanti si sarà fra un paio d'ore, chi torna e chi parte, chi pranza qui ma cena là, chi cena qui ma aggiungi un piatto e cose del genere. Nel frattempo, la scrivente si organizza, dovrà farsi passare la tosse che non se ne può più, sistemare alcune faccende qua e là, una spesa di quelle toste, dacchè un'invasione di locuste ha decimato le provviste. Intanto, il vento tira gli ultimi, di fuori, non è chiaro che intenzioni abbia mai, se crescere e diventare tempesta, o se lasciarsi andare a brezza leggera. E non lo so neppure io, che fare di me. Se ribaltare la casa o sedermi e fare niente, se uscire fuori e respirare questo vento rabbioso o stare a guardarlo da qui, tenendo i pensieri in superficie, non facendoli troppo scompigliare, che i pensieri scomposti son difficili  da governare, ti scappano da tutte le parti e ti lasciano vinta e spossata e stanca di una stanchezza che non sai, lasciali stare i pensieri frullati dal vento, lascia tutto com'è, qualche volta, è meglio lo stagno alla mareggiata, meglio la brezza alla tempesta, e non dire più che da qui si sente il mare, tanto, nessuno ti crederà mai.

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