05 settembre, 2010

Dimanche.

Ancora pigri e indolenti, lassù, nella casa in collina. Indolenti neanche tanto, vista la quantità di cose che si riesce a fare, svuotare armadi, far progetti, andar per case da studenti, verificare che forse si hanno troppi servizi di piatti e meglio sarebbe contattare un rigattiere, chi lo sa, o regalarli a qualcuno, ma non ci si separa mai volentieri dalle cose di casa, da quel primo servizio da 6 che adesso è forse da 3, ed è spaiato e sbeccato, ma si è comprato emozionatissime da Croff in via Roma, quando Croff c'era ancora ed era in via Roma, per dire, e non ci si capacitava del fatto che sì, eravamo noi, ero io, a scegliere quei piatti a fiorini rosellini, per una casa provvisoria, per una storia che provvisoria non è stata mai dal primo primissimo secondo che. Sono una donna all'antica, credo, mi attacco alle cose, agli oggetti, ho dei coltelli con i manici a verdura, dozzinali e un pò kitch, che hanno attraversato insieme a me tutti i traslochi della mia vita, valore effettivo credo tre euro complessivi, forse meno, per me più della corona dello Zar. Così, si inizia. La scuola ancora lontana, un sapore di vacanza lenta e tranquilla, forse un ospite perugino tra qualche giorno, uno del 12, stavolta il passare il muretto è un pò più lungo, ma che importa, in fondo. Domenica settembrina, la vendemmia iniziata, un invito a pranzo nella famiglia più allargata del mondo, dove le parentele si inventano lì per lì, a piacer nostro, che non è la legge ma il cuore a dire chi siamo davvero. Domenica di semplicità estrema, un pacco di cannoli da plotone riposa in frigo pronto per essere consegnato e divorato, un classico, la domenica si va a pranzo con le paste, si sta in terrazza, si chiacchiera di cose e si sta in pace. La vita ti riserva delle sorprese amarissime e dolcissime, basta saperle assaggiare tutte e essere pronti, elastici e scattanti, mai mesti o rassegnati, mai troppo sicuri di sè medesimi, mai troppo chiassosi. Le cose importanti, quelle vere e degne, succedono sempre un pò per caso, ci si tengano strette le cose care che son pochissime, a guardare bene, che sono i piatti sbeccati coi fiorini rosellini, che sono i coltelli col manico a verdura, che son le persone che dormono beate sotto questo tetto, quelle che passano di qua, quelle che ci piace vedere, quelle che cugini e zii, sì, che non la legge ma il cuore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi ci sento dentro, oggi....che sia la tel?!?
e allora buon settembre di cose dolci....limitando i cannoli!!!

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...