05 aprile, 2010

Scriverei.

Scriverei. Se avessi qualcosa di sensato da dire, ma ho la testa vuota di cose serie, oggi, ci si è lasciati così andare nella casa in collina, nessuna grigliata ma tante merende, e cose e la famiglia a ranghi più che ridotti, oramai, sono prove tecniche di trasmissione, per quando questa casa vuota lo sarà per davvero, e allora ci si impana di stupidaggini, si cerca quel ciondolo con la tazzina e con la crostata, si fanno braccialetti con la Princi, si ride tanto, si fa la maglia, si canta tanto, si pensa al blog, che strano, io non ci penso mai a cosa fare, qui. Mi viene da scrivere, apro e scrivo, fine, non è che ho un progetto, non è che ho una scaletta, o peggio, li scrivo prima e poi li pubblico così, a naso. Scriverei se sapessi di cosa parlare, se avessi una storia d'amore da raccontare, totalmente inventata, un giorno forse la scriverò, non è detto che non ce l'abbia già, da qualche parte, solo che non so più dove l'ho messa, come buona parte delle cose mie. Non è vero, non ce l'ho, ho  solo tanti racconti e una penna che non scrive, un bottone che ho perso, e una tazza sbeccata. Dentro ci tengo    la mappa per scappare dal mio giardino, la chiave di una porta scardinata, un lucchetto chiuso di un diario dei segreti dove non c'è scritto niente. E' un giorno di vacanza e in vacanza è andato anche il cervello, perciò ci si permette il minuscolo lusso di scrivere quello che viene fuori, così, senza un titolo, senza nemmeno tanto senso, come si fa sempre, come faccio sempre, apri e inizi a scrivere, venga fuori quel che vuole, c'è una musica che mi piace e allora, ok, scrivi, dai, che tanto oggi vale tutto, fai un altro dei tuoi esercizi, come si chiamano Quaderno a Righe, ecco, come t'hanno insegnato quella volta, Lei Non é Brava Coi Personaggi, è vero, non li so fare, non so creare i caratteri, non so nemmeno fare i dialoghi, in realtà nemmeno Moccia li sa fare, e con Betta a Roma sono andata al suo negozio che vende solo cuori e cose a cuore, e ci avrei dovuto impazzire e invece no, non ho avuto cuore di entrarci, pensa un pò, a me lui non piace, e mi sembrava incoerente entrare nel suo negozio, e ci siamo guardate e dette, No, Non Possiamo, che a noi non ci piace, e allora, che sei tanto furba e saputella, scrivila tu la storia di Babi e Step, scrivila tu che fai tanto la splendida e dici Non mi Piace, coraggio. No che non la scrivo, la scriverei, se la sapessi, la scriverei, se sapessi, scriverei, e dato che non so, no che non scrivo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

i miei quaderni li chiamavo "A Fiori".. il primo aveva una copertina bianca con tante belle margherite colorate e da lì è nato tutto... anche quelli venuti dopo sono stati sempre "i miei quanderni a fiori"... ora sono in una scatola nello stanzino delle cose perse, in attesa forse che mia figlia cresca e li legga, tanto per vedere se almeno sui stessi sentimenti ci si può incrociare un pò di più... o forse, come dicevo una volta per pubblicarli, pezzi di vita adolescenziale che Moccia ci fà un baffo... e tu, eccome se sai scrivere, come ho già detto è un piacere leggerti... un cuore per te... Aggy

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