22 settembre, 2008

Vivement dimanche.

Massì, che un pò ci piace. A lamentarsi son capaci tutti, e di nuovo la scuola, e di nuovo l'ufficio e di nuovo da capo, ma un pò ci piace, dai, le domeniche così, i fine settimana lenti e gli amici, ancora, e. E la paella per 15, Ma Come, Così Pochi, squittisce pensierosa la mia Amica della Pastiera, che tutti proprio tutti ci ha invitato sulle sue colline, per un sabato alternativo, a ricreare il gruppone delle vacanze, un pò allargato, che già abbiamo famiglie complicate e chiassose, e ora si aggiungano il Piccolo Lele, che dicono mai citato in questa sede, che è una specie di altro figliolo, la Biondina Boccolosa, e la Bruna Ingegnera, noi, signori miei, ci si sposta con fidanzate al seguito, mica scherziamo, noi, sa? E che divertenti le presentazioni: Ciao, Mi chiamo Irene, sono figlia di Lui, ma non di Lei. Ciao, Mi chiamo Enrico, sono figlio dell'altro Lui e dell'altra Lei. E io, invece, non sono figlio nè di Lui nè di Lei. Un bel grattacapo. Ma in fondo, che importa. Siamo sempre tanti e stiamo sempre così bene, e si fanno partite di calcio estemporanee, il mio Sposo in porta, una panchina piena di figliole sospiranti, e noi a casa, si apparecchia e si spettegola, che male c'è. Ho immortalato tutto: la cucina verde, il cesto delle verdure dell'orto, i fidanzati che si baciano sotto la tettoia, il gamberetto sulla paella, i sorrisi, i gol. Peccato aver scordato la macchina fotografica lassù. Ma si sa, si scordano le cose dove si vuole ritornare, e io, modestia a parte, e con me tutta questa delirante, affettuosa, schizzata Comunità Viaggiante, ossì che ci vogliamo ritornare. Grazie, Luisa, per essere così come sei.

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