26 maggio, 2008

Ode al caffelatte.


Che non è affatto il cappuccino. E se qui stiamo a scherzare, va bene, ma cortesemente, non mi si vada a confondere il cappuccino col caffelatte. Il cappuccino lo bevi al bar, di solito è ustionante e ne lascio metà nella tazza, ustionante essa pure. Mi lascia i baffi di schiuma che non è carino cancellare con la lingua, non è che fa tanto signoradibuonafamiglia, come dire, e nemmeno pulirsi col tovagliolino, perchè se no, la mano di gloss sapientemente data poco prima se ne va miseramente. Il cappuccino si beve solitamente in piedi, quasi mai seduti beatamente a cianciare di una chiacchiera; in più, e sempre solitamente, esso si consuma dopo aver fatto una capatina dall'Amica delle Provette, che così, su due piedi, ti fa un bell'esamino del sangue, giust'appunto per controllare che tutto sia a posto. E poichè colà ci si reca digiuni, giocoforza piuttardi ci si rifocilla con bioche e cappuccino. Ma non è di lui che parlerò. Il mio cuore batte per il suo, il suo parente povero: il caffelatte. Tanto per cominciare il caffelatte non ha la schiuma. E' così, ridèe ou belle,liscio liscio, senza tanti fronzoli. Lo adoro. Non certo con il caffè normale, ma con una generosa cucchiaiata di orzo solubile, che non è caffè, ma come lo devo chiamare allora, orzollatte? Il mio caffelatte, quello dei miei risvegli e delle mie colazioni a casa è tiepidino. Nè troppo caldo nè troppo freddo, 40 secondi di microonde e la beatitudine trasforma il latte in una bevanda divina nel senso più letterale della parola. Poco importa se con biscotti o senza, con tristi fette biscottate o, durante le vacanze natalizie, inzuppandovi fettine sottilissimi di avanzi di panettone. Il caffelatte è impagabile. Ma quale triste thè, ma quale ancor più triste tazzina solinga e amara: il caffelatte, signora, solleverà le sorti del mondo. Anche perchè, scoperta di questi giorni, esso è ambivalente, a vela e a motore, da bosco e da riviera. Già, perchè se da un lato al mattino presto può essere consumato per dare un inizio decoroso alla giornata, così, nel corso della giornata medesima, esso può contribuire a riconciliarci col mondo, Mi Bevo Un Caffelatte, giusto per calmarsi un pò, per concentrarsi meglio o deconcentrarci del tutto da una questione che ci ottenebra i pensieri. E da due giorni in qua, è stato grazie a questa bevanda celeste che ancora non ho sbattuto la testa contro il muro. Ho detto non ancora. Può darsi pure che lo faccia, un giorno di questi. Direi che sono sulla buona strada.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

e il marocchino? dove lo mettiamo?:-)

Anonimo ha detto...

Sono con te, il caffelatte sarà antica usanza della nostra infanzia, quando il pane del giorno prima ci affogava dentro, ma,per me, non si comincia la giornata senza...
Biancaneve

ruben ha detto...

Di più: il cappuccino non profuma, il caffelatte inebria la casa "di colazione". La morte sua: con i Gran Turchese (quelli classici, non i sofisticati alle gocce di cioccolato).
Ma, cara mia, mi deludi: il latte nel microonde? Il latte va rigorosamente scaldato nel pentolino di latta smaltato di bianco all'interno. Capisc'ammé.

Basciolla.

azzuka ha detto...

al mattino noi consumiamo un tè earl grey, ma appena il pupo è il nido, via col caffelatte (che poi, se lo chiami café au lait, sembra già più trendy...). Noi ci siamo convertiti al caffé lungo (così ne bevi quintali in una mug cup)...

Oggi è stato un mordi e fuggi, ma vederti è sempre... come dire... illuminante!

Erre54 ha detto...

no nel micro onde no mia cara,il caffelatte al mattino e' un rito,, va nel suo bollilatte,,che per giunta e' bello anche da vedere.io lo prendo caldissimo, non riuscirei a berlo tiepido in,una bella tazza, anzi scodella, due fette biscottate, due biscotti anicini o altri ,a volte quelli fatti in casa, e poi via con la zuppa..con i classici novellini quelli sottili della accornero, a volte aggiungo cornflakes o grissino,la zuppa piu' buona rimane sempre quella con il pane di pasta dura.in inverno ci scappa la fetta di panettone, che e' un mattone sullo stomaco alla fine, ma sai mia cara che buono'
buona giornata
Rita

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