15 maggio, 2008

Ci siamo. Quasi.


Ci sono i piumini dei pioppi, il sole, i ragazzi a scuola coi bermuda, le foto di classe, i giochi della gioventù o cose del genere. Tutto lì a dirti che anche questo anno scolastico ce lo stiamo togliendo di torno. Passato in un soffio, direi. In questa casa, quest'anno, la fine della scuola ha un sapore diverso, più malinconico di sempre, non saprei, un pò più sofferto. La PrinciFanciulla che conclude la beatitudine delle scuole elementari, il Liceale che arriva arrancando e sbuffando e SonoStanco con la s sibilante alla fine della PrimaEffeLiceoScientificoStataleGalileoGalilei. E poi, Lui. Un pò sciupato, in questi ultimi giorni, Non Ho Fame. Ha i riccioli più riccioli del solito e uno sguardo liquido, sconfinato, che non so descrivere. Ride. Ride di una risata che non suona, fa lo scemo come sempre, ma per meno tempo, non so. E studia studia. Esce pochissimo, nessun allenamento, solo qualche partitella di calcetto nel campo del villaggio, Non Vado In Città, Mamma, Sto Qui Fuori. E a cena, parlaparlaparla. Non tace. Di qualsiasi argomento, calciomercato, Travaglio, cose, amici, persone. Non tace. Non Sono Agitato, Davvero. Non so se credergli. Prima dell'esame di maturità, è proprio normale avere paura, ce l'abbiamo avuta tutti, no? Nessun esame mai sarà più come questo, nella vita. Ma lui, non tace. Ed è più grave di qualsiasi silenzio, di qualsiasi muso, di qualsiasi mugugno o borbottio. Era così grande, stamattina prima di uscire, così smarrito, un pochino, di quegli smarrimenti che solo le mamme sanno sentire, di quelle vibrazioni sottilissime che ti trasmette quando si avvicina, sa di sapone e di buono, Ciao Mà, e sembra dire, Sapessi, Mà. Ma io non so. Cioè so, immagino, credo, penso, ma sto così zitta, io. No che non è la scuola, o forse anche, ma i suoi pensieri, le sue ore sui libri e questo parlare, parlare, tradiscono qualcosa che mi sfugge, una specie di segreto, lui sa che io so, e vorrei dirgli coraggio, si cresce anche attraverso queste cose, questi dolori freschi e questi nodi nello stomaco, è un regalo dei tuoi anni, che sono da vivere così come sono, ti faranno bene anche se ti sembrano così pesanti, adesso, una valigia piena di mattoni. Vorrei dirgli che capisco, che so così bene come si sente che lo potrei disegnare, perchè lui è la mia copia esatta, fuori e dentro, lui è la mia anima più maschia, lui è il mio cuore leggero, lui è come me. So i suoi respiri e la sua sfacciataggine che nasconde una dolcezza sconfinata, so i suoi sguardi spavaldi a celare una timidezza impalpabile, so il suo sentirsi perso e far finta che no. So. So e sto zitta mentre lui parla e parla.

3 commenti:

thecatisonthetable ha detto...

Non ho parole per descrivere...

Anonimo ha detto...

tranquilla, la menta attecchirà ne sono certa! ho sempre pensato di avere il pollice verde, ma al momento il mio giovane germoglio non reagisce a nessuno stimolo, parola o carezza, non riesce a crescere e a vedere oltre il muro di cinta del terrazzo. Forse il caldo sole di oggi aiuterà!

zazie ha detto...

Anche mio fratellino (ops, non piu' -ino) quest'anno avra' l'esame di maturita' e mi dispiace molto essere cosi' lontana.

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...