26 febbraio, 2008

Il Mucchio Selvaggio.

Ciclicamente, mi acchiappa. Doverosa, obbligatoria, assolutamente non più rimandabile la sistemazione della cabina armadio dei due figlioli, che stanca son di chiudere gli occhi e far finta di niente, che tanto, lo sappiamo, questa stanza all'ultimo piano è loro e loro soltanto, che si sono scelti tutto, i colori, le cose, la disposizione, perfino le lenzuola, e io ben mi guardo dall'entrarci. Ma quando è troppo, è troppo. Che uomini diventeranno mai se non tengono in ordine la loro stanzuccia, se appallottolano con rara maestria un maglione che ridotto così entrerebbe senza il minimo sforzo in una tazza da caffelatte, in che stato di confusione totale si abituano a vivere, che poi lo dice anche Morelli, la confusione di fuori dà origine alla confusione di dentro, insomma, beh, forse mi sono fatta un pò prendere la mano, che stufa son, e due, di tuonare Mettete in Ordine! che insieme a Questa Casa Non è Un Albergo faceva parte dell'elenco di frasi che giuravo di non dire mai. Ieri, una società per azioni formata da me e dal mio piccolo Bistrattato Liceale, che in questi giorni fra interventi e vaccini di routine, creatura, proprio è stufo di càmici e medici, insomma io e lui ci abbiamo provato. Non lui, più io. Anzi, io sola. Lui, guardava, limitandosi a interventi sporadici, davanti alla tonnellata di compiti che ha per rimettersi in pari coi compagni, dopo tante assenze. Il Maturando, assente giustificato per il Regio Compleanno della Biondina. E' stata dura. Il mucchio selvaggio, debitamente privato di vestiti smessi, di magliette rovinate da incauti stiraggi, di pantaloni diventati corti, o semplicemente che non piacciono più, ha una dimensione quasi umana. Non è cosa da poco. Chi ha figli sa che genere di lavoro sdilinquito, noioso e spesso lunghissimo sia questo qui. Ma io mi salvo coi pigiami. Non li butto. Non li regalo. Li conservo. Non so perchè. Mi inteneriscono, mi ricordano, mi piace tenerli lì, orsi e pinguini, mazze da baseball e missili, guardarli, scoloriti un pò e macchiati di antibiotico e di mercurocromo. Mi piace pensare alle notti che hanno passato coi miei bambini quando erano bambini, mi piace ricordare le volte che hanno guardato i cartoni le mattine senza asilo, le febbri cui hanno assistito, le varicelli e i morbilli e i baci della buonanotte e le favole. Mi piacciono i pigiami dei miei figli, che male c'è, mi piace pensare a loro come erano quando stavano qui dentro, dentro e li guardo adesso, così grandi e così dannatamente belli e riccioluti e sorridenti e casinari e sempre più simili fra loro due maschiacci tenerissimi con gli occhi di Nutella e mi sembra davvero che sia passato un secolo o un secondo e allora, di sgridarli per il disordine e il mucchio selvaggio, ma ditemi un pò chi ne ha ancora voglia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

le tue fragole sanno di casa.. ritrovo nei tuoi messaggi tutto quel che credo di aver fatto passare a mia madre, e che ancora le faccio passare! sono più grande dei tuoi pargoli ma sono la piccola di casa mia, ma anche la mia stanza sembra sempre reduce da un'implosione dell'armadio, e anche mia madre ormai non ci entra più per evitare che le vengano i capelli bianchi dallo spavento! ti leggo ogni giorno da un po', e credo che i tuoi figli siano fortunati, sembri una mamma molto dolce.. e da figlia posso dirti che quando escono di casa belli come il sole con una sciarpa-fatta-da-mamma-apposta-per-me, sanno bene anche loro che in realtà indossano un tuo abbraccio..


Daniela

Nefertari ha detto...

Come ti capisco! Anch'io un paio di volte all'anno finisco nel mucchio selvaggio del mio squinternato adolescente, che si atteggia tanto a uomo vissuto e nel contempo non mi permetterebbe di buttare mai niente di ciò che gli appartiene, perchè in fondo vuole mantenere ogni contatto con la sua ifanzia ancora dietro l'angolo.
Non sono tenerissimi (tranne quei momenti in cui li strozzeresti...) ?

Gallinavecchia ha detto...

Il cartello della Direzione è assolutamente fantastico! Che mito che sei :-)

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