13 gennaio, 2007

5 cose che non si sanno di me...


Non so mica se mi conviene. Ma, come si suole, colgo la palla lanciata da Cabiria, e partecipo con massimo entusiasmo a un altro di questi graziosi giochini in cui ci si imbatte ogni tanto...
E il fatto che l'invito mi sia stato inviato da Perec, aggiunge un che di divertente ed intrigante a tutta la vicenda, perciò, voilà.
Ecco le cinque cose cinque di me che, forse, era meglio non si sapessero tanto in giro.
1) Ho un passato da alcolista. A 9 anni, golosissima di cioccolato, ho sgraffignato di nascosto dal mobile della sala, quello con sopra la tv in bianco e nero senza telecomando, con il primo, il secondo e la Svizzera, una scatola di cioccolatini Mon Cheri alla ciliegia. Col liquore, ovvio. Ne ho mangiati una decina. Dopodichè, ho iniziato a dire frasi sconnesse, a scoppiare in risate fragorose e senza motivo e a parlare come Don Lurio. Mia madre, seriamente preoccupata, sospettava un improbabile attacco di meningite, ma, avendo scoperto le cartine rosa metallizzato tra i cuscini del divano, ha compreso. E giù di Citrosodina. Inutile dire che mi sono addormentata di schianto sul divano suddetto, e al mio risveglio sono stata sgridata per benino, con il divieto di raggiungere i miei amichetti in cortile per giorni due. Ed ora mi vedo costretta ad ammettere con orgoglio e vergogna che quella è stata l'unica volta in vita mia che mi sono ubriacata. I miei figli non ci credono e intuisco il motivo. Ma come si fa ad avere una madre che si è ubriacata coi MonChèri? Meglio rimuovere. E fare finta di niente..
2) Leggo i quotidiani al contrario. Cioè, non proprio. Leggo la prima pagina, poi li metto al contrario e inizio da lì. Spettacoli, locale, sport, fino alla pagina della politica, saltando la Borsa, della quale non me ne importa una beata. E non sopporto che nessuno lo legga prima di me, e se lo fa non lo deve stropicciare. E non tollero che chi lo legge prima di me mi anticipi le notizie. E detesto che qualcuno mi legga da dietro, sbirciando sulla mia spalla, io seduta e lui/lei in piedi. Son guai seri. E poi, udite, leggo i necrologi. Qualche volta di sfuggita, qualche volta mi ci applico. Ma deve essere un retaggio dell’infanzia trascorsa con mia nonna materna che accoglieva mia madre al ritorno dalla spesa con la frase Chi è Morto? con una punta di sottile soddisfazione nella voce, a dire, beh, finchè lo chiedo, và tutto bene.

3) Non mi piace la frutta lavata. O meglio, la frutta bagnata. Non lavo mai le mele d’inverno e le pesche d’estate. Qualche volta, giusto per non prendere una qualche infezione o rara malattia tropicale, mi inganno da sola: le lavo, le asciugo e le mangio il giorno dopo, fingendo di dimenticarmene. La mia Amica Logopedista direbbe che sono psicotico-ossessivo-compulsiva, ma io, che non so proprio bene che cosa significhi, credo che esageri un pochino, so che mi vuole bene e non faccio altre domande.

4) Ho un rosario nella borsa, che porto sempre con me. E un altro accanto al letto,in una scatolina, regalo di un’Amica Cara. A volte, lo recito sottovoce, un po’ di nascosto, non so. Sono stata militante di Azione Cattolica e catechista e soffro da morire a non poter avvicinarmi a nessun Sacramento, confessione compresa, E neppure fare da madrina di battesimo o testimone di nozze, per espiare la colpa di aver sposato in Municipio un uomo divorziato, e, benché i miei figli siano cresimati e battezzati, essi sono nati fuori dal matrimonio cattolico e quindi Nostra Romana Chiesa di me non sa proprio che farsene. E io ci piango ogni volta.

5) Sono un’ansiosissima e lo sanno anche i sassi. In tempi non sospetti, prima delle Torri Gemelle e quindi una decina di anni fa, mio marito viaggiava spesso in aereo. Dato che per me ogni partenza, sia transoceanica che il tratto campo di calcio- scuola media, è passibile di tamponamenti a catena, voragini improvvise, inondazioni non previste e terremoti di catastrofiche dimensioni, ero usa telefonare all’aeroporto per tranquillizzarmi(ancora non avevo scoperto la valeriana e altre corbellerie). Un giorno, e fu l’ultima volta, chiamai Napoli Capodichino, per avere notizie sul volo dove viaggiava beato e ignaro, il mio sposo. L’omino che mi rispose restò un attimo in silenzio e poi mi disse, con marcato accento partenopeo, “E chevvulìte, signurì, che l’aereo abbia caduto?” Lì per lì non ci avevo pensato, ma credo che l’omino, rientrato a casa, abbia raccontato al desco famigliare che quella mattina una stordita aveva chiamato per sapere se l’aereo Torino Napoli fosse arrivato, e che in giro era pieno di gente bizzarra e che non aveva niente di meglio da fare, e tutta la famiglia ha convenuto con lui che in effetti quella lì doveva essere parecchio strana. Se lo facessi ora avrei già la Polizia alle calcagna, mi sa.

Di me non si sa molto altro. Ma dato che questo Meme si accontenta solo di 5 cose, direi che mi è andata di lusso. E a voi, anche.
E la mia palla, a spicchi viola, la lancio con grazia a Sigrid, Ruben e Daniela.
Vediamo un pò.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

lo sapevo che oltre ai parenti dovevamo avere qualcosa in comune, e una sbronza è un ottimo cementificante per le amicizie. anch'io mi sono sbronzata coi moncheri... una cosa che non si dimentica facilmente!
tanti baci, e grazie.
perec.

Anonimo ha detto...

Ciao Diamante,
ti scopro tramite Perec, e non potevo non metterti fra i migliori link del mio blog.
Una sola osservazione al n.4: se permetti, chissenefrega! Io sono nella tua stessa condizione, anzi il divorziato (da matrimonio religioso) sono io, secondo matrimonio civile, due figli battezzati e cresimati, ma Dio è comunque con noi.
Don Aldo, il cappellano di quand'ero giovane dirigente dell'AC anch'io che mi ha dato moltissimo, mi disse: la sostanza del matrimonio è l'amore fra i coniugi, quando cessa viene meno anche il sacramento. Se avessi voluto, lui mi avrebbe risposato in chiesa, anche con il divorzio alle spalle.
Verrà il tempo che potremo rientrare a testa alta, sono solo formalità.
Quelle poche volte che prego, sento che Lui è lì, ed è buono ed eterno. Le regole le hanno fatte gli uomini, che cambiano.
Un abbraccio.

diamanterosa ha detto...

@ Red Chef.Beh, in teoria hai ragione. Mio marito ed io educhiamo i nostri figli in modo cristiano, molto più di qualche coppia che è in chiesa ogni domenica, ed è sposata con rito religioso. E' un grande dilemma della mia vita, ma, anche se mi fa male, ho imparato a conviverci.

@ Perec. Anche tu nel tunnel dei MonCheri? Noooooooooo!

Anonimo ha detto...

... anche in quello dei pocket coffee, sono finita, studiando... e l'altra sera, alla stazione di bologna, divorata dalla fame e non volendo finire sul deluxe che ben conosci, mi sono scelta il moncheri in stecca dal distributore automatico, che si è mangiato la prima razione di soldi, costringendomi a pagare una stecca da 5 nem 2 euro e sessanta. divorati tutti, uno via l'altro. non pensavo di poter raggiungere casa con ancora l'encefalogramma vitale!

Anonimo ha detto...

Io ho provato lo stesso brivido della ciucca al cioccolato ma con i cuneesi al rhum!!!tutt'ora quando si avvicinano le feste non posso fare a meno di prendermi una piomba insulsa che mi porta puntualmente a svegliarmi nel posto dove ho scartato l'ultimo cioccolat(one)!adoro, anche perchè credo che lo zucchero,il cioccolato e il liquore mixati insieme trasformino il tuto in una sorta di LSD legale!!!
ODDIO mi è venuta voglia!!!

Elisa ha detto...

Mi hai fatto morire dal ridere, soprattutto con i Mon Cherie, ma anche con la storia dell'aereo.

P.S. anche io leggo giornali/riviste al contrario...chissa' cosa vorra' dire.

ruben ha detto...

Ma allora, io che divoravo gli ormai dimenticati BOERI (quelli con il numero interno che te ne faceva vincere altri)... avrei dovuto iscivermi all'Anomina Alcoolisti infantile???

Anonimo ha detto...

Anch'io voglio essere invitata a questi Meme!!!

Odore di dicembre.

  Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...