29 luglio, 2006
Sua Maestà.
27 luglio, 2006
La Semillante.
Un camposanto, in generale, non è meta da includersi negli itinerari vacanzieri di chicchessia. Ma questo, arroccato proprio lì, tra le rocce e la spiaggia dell'isola di Lavezzi, volevo vederlo da molto. Ci sono arrivata attraversando, scalza, un sentiero sabbioso e pieno di rovi e di sterpi. Mi sentivo inadeguata, in realtà, diciamo non proprio abbigliata in modo consono all'evento. Ma mi sono rincuorata. Nessuno, mi sa, raggiunge l'isola di Lavezzi in taillerino blu. Sono entrata in punta di piedi, con circospezione, emozionata, anche, da quel silenzio bianchissimo, da quelle erbacce, da quella fila di lapidi tutte uguali, modeste e dignitose. Riporto testualmente la triste storia della Semillante, naufragata a Lavezzi nel 1855. Se mai passaste per puro caso di lì, trovate il tempo, anche sottovoce, anche velocemente, per una preghiera. Sarà sufficiente.
"Il 14 Febbraio 1855 la fregata di prima classe della Marina Militare Francese Sémillante, agli ordini del comandante Gabriel Auguste Jugan, partiva da Tolone alla volta della Crimea, per approvvigionare le truppe li impegnate di viveri, armi e rinforzi. La fregata contava 292 uomini d'equipaggio oltre allo stato maggiore composto dai tenenti di vascello J.J. Bernard e J.L. Denans, , dai guardiamarina F.E. Lapraire e E.A. Lahalle, dall'aspirante audiliario di i classe E.J. Michel, il sotto commissario E.H. Le Noble, gli ufficiali medici J.M.T. Le Bos e E. Berthon e il cappellano militare J. Carrieres e imbarcava 393 militari di fanteria e artiglieria comandati dal tenente A.A. Maisonneuve e dal tenente P.A. Bolzinger.
La rotta più diretta da Tolone al Mare Egeo passa per il Sud della Sardegna ma il forte vento da Ovest e poi da Ovest-Sud-Ovest fece decidere il capitano Jugan per attraversare le Bocche di Bonifacio e proseguire quindi verso sud al riparo della costa della Sardegna.Il 15 Febbraio, alle ore 11, la fregata doppiava Capo Testa e quindi proseguiva per imboccare il canale tra gli scogli dei Lavezzi e l'Arcipelago della Maddalena. La furia senza precedenti dell'uragano sollevava dal mare tale e tanta schiuma che perfino a terra era difficile riuscire a distinguere il paesaggio. Le Bocche di Bonifacio erano né più né meno che un torrente in piena che scorreva inarrestabile da Ovest a Est. Il vento scoperchiò i tetti delle case e sradico alberi secolari.
Il guardiano del faro di Capo Testa raccontò che la Sémillante ingovernabile sembrava destinata a naufragare sulla spiaggia di Reina Maggiore quando, issando la vela di trinchetta, la fregata riusciva ad evitare gli scogli e proseguiva verso Nord Ovest.Un'ora dopo, verso mezzogiorno de 15 Febbraio, la Sémillante naufragava contro la Punta de l'Acciarino, a Sud Ovest di Lavezzi.Né dal faro di Razzoli né dalla Maddalena si vide passare la fregata, ma solo dopo 24 ore, quando il vento si fu calmato, i primi soccorsi raggiunsero il luogo del naufragio.Il primo cadavere fu rinvenuto solo il 18 di Febbraio, incastrato tra le rocce a più di un miglio dal luogo del naufragio.Su 695 vittime il mare rese 592 corpi, tra cui quello del comandante Jugan. "
26 luglio, 2006
Ici, la Corse.
21 luglio, 2006
Scrivo.
Queste Fragole. Sono Fragole un pò selvatiche, nessuno le ha piantate, nessuno le innaffia. Scrivo, ogni giorno o quasi, più o meno al mattino, o quando ho cinque minuti, meglio se un quarto d'ora, tale è la durata dell'operazione. Quando mi viene in mente una cosa carina o terribile, a seconda dei casi. Quando sono troppo felice o troppo triste, quando vorrei nascondermi e occultarmi al globo terracqueo, e quando invece vorrei far sapere a tutti che sono qui. Scrivo, per appiccicare pensieri che altrimenti volerebbero via e nessuno li vedrebbe più, Li incollo per bene, così, quando ne ho voglia, li risfoglio e li tengo vicino, ancora un pò. Un album di figurine. Mi leggono in tanti, lo so. Li conto. Ed è un regalo, ogni volta. E mi dicono, scrivi, scrivi ancora, ti leggo ogni mattina, non hai scritto più niente da due giorni, oramai, scrivi, ancora, scrivi per me. Così, ecco. La mia Amica degli Struffoli, quella delle confessioni, delle risate e dei gossip, quella che è venuta a un compleanno dei miei figli con la pancia di Filippo, a Lei, stamattina, faccio un regalo. Per ricambiare quelli che mi fa Lei ogni mattina, leggendomi. E per dirle che, le persone che mi sono state care, non spariscono, mai. Restano lì, in un posto speciale, che non i chilometri, non le vicende, non i casi della vita. Restano e basta. Così, un regalo senza carta e senza nastro, senza nemmeno un biglietto. Ma in fondo, anche i biglietti si scrivono e forse tutto questo in un biglietto non ci sta. Così, scrivo.
18 luglio, 2006
Sardegna o Marocco?
17 luglio, 2006
Il pareo.
Sembra che esistano 101 modi per annodare un pareo. Ne conosco due o tre, impararli tutti non è impresa che mi attira. Il pareo fa il suo ingresso negli armadi delle donne di età compresa tra i 9 e i 75 anni, diciamo verso la fine di maggio. Dopodichè, fino ai primi di settembre non si abbandona più o quasi. Il pareo abbatte in modo deciso la differenza tra l'essere vestita e non esserlo, tra il composto e il discinto. Risolve, ecco. Nasconde rotondità da occultare al popolo del bagnasciuga, fa sentire a posto nel breve o meno breve tragitto che separa il nostro asciugamano, lettino o scoglio selvaggio, dal più vicino luogo di ristorazione. Dona insospettata eleganza alla mamma che, a pagina 3 del suo nuovo romanzo, viene interrotta dall'infante piagnucoloso che ha smarrito la paletta. Soccorre, se la giornata al mare viene conclusa con una semplice pizza senza nemmeno passare da casa per una doccia, giusto il tempo per guardare il tramonto sulla spiaggia ormai deserta. Basterà tenerlo un pò più lungo e annodarlo con discrezione. Sembrerà una gonna. Il cassetto dei parei deve essere, per forza di cose, disordinato. Si sceglierà, in assoluta nuance con il costume del giorno e in base al meteo, mi sembra ovvio. Maestralata? Colori decisi. Brezza leggera e mare calmissimo? Il bianco, in assoluto. Qualche nuvola? Puntate sul fior di loto. Il mio pareo preferito è viola, ma pensa un pò, e con tanti gechi disegnati. E' un regalo, da Formentera. E ha fatto la sua bella figura in più di un'occasione. Ad ogni fine estate, lavandoli e riponendoli, i parei vi riparleranno dei luoghi dove li avete sfoggiati, lo scoglio sul quale lo avete steso, quella volta che vi era volato via, e quella invece che avete quasi pianto, pensando di averlo macchiato di olio solare. L'estate starà chiusa nel cassetto insieme a loro, fino al prossimo sole, al prossimo mare, al prossimo tramonto. Il pareo non dimentica. Quasi mai.
16 luglio, 2006
Fragole in panciolle.
12 luglio, 2006
Stavolta, Tahiti.
10 luglio, 2006
09 luglio, 2006
Era l'anno dei Mondiali...
...quelli dell'82, però. L'anno del mio esame di maturità. Non un grande momento, per me. In una città che ancora non amavo e che vedevo troppo grande ed ostile, con compagni che non mi amavano e che non mi avrebbero amato mai. Per loro, ero soltanto una sciocca provinciale, con tutte le E larghe, tranne quella di verde. Non ne ricordo nessuno o quasi e sono certa che nessuno di loro si ricorda di me. Avevo troppa confusione, troppa solitudine e troppo dolore da mangiare. A diciannove anni, non è un granchè. Ma ricordo, lucida quella sera di luglio. Venticinquemila lire per il biglietto dei Rolling Stones. Ho gli orali il giorno dopo, ma posso mancare? Ho i capelli legati con un nastrino tricolore che ho preso dal fioraio, ho sempre avuto la mania dei nastrini. Ci vado con la mia compagna di banco e due amici del mare. Saremo lì dalle 3 del pomeriggio, farà un caldo infernale e ci bagneranno con gli elicotteri. Mi porto gli appunti di economia, e provo anche a ripassare. Non servirà. Avrò 5 di economia e 9 di italiano. Forse, ho sbagliato qualcosa nella scegliere un istituto tecnico, lo dicevo io, ma non l'ho scelto, purtroppo. Forse, una secondogenita senza papà ha mai fatto un liceo? Alle 9 arriva Mick Jagger, ha la maglia degli azzurri e lo stadio insorge. E'stata una sera speciale, di confusione e di bandiere, di quelle sere che non scordi, e che ancora racconti, dopo anni, ventiquattro, appena ieri. Quell'anno, abbiamo vinto i Mondiali. Dopodomani i Rolling Stones saranno a Milano. Non dico nulla. Non ho mai imparato l'economia, cito Dante a memoria e ho sempre la mania dei nastrini. Mia figlia sta infilando da stamattina braccialettini tricolori per tutti. Per una sera che sarà speciale. Forse, un pò di più.
08 luglio, 2006
Infida ma splendida.
Una vera invasione. Silenziosa e trasparente, urticante, suppergiù. Misteriosa ed elegante, eterea e un pò bastarda, la medusa ha letteralmente invaso i nostri mari. Compreso il mio. Certo, a vederla, tutto sembra fuorchè una piantagrane, una rovina pomeriggi, un flagello vero. E' bellissima, tonda, con mille riflessi violacei, con quel suo incedere docile e morbido che ti verrebbe voglia di farle una carezzina. Ma la carezzina te la farà lei, accidenti, lasciandoti una scia di affetto che brucia per una buona mezz'ora, nonostante la sabbia calda e l'ammoniaca. Beffardo animale. In realtà, il suo comportamento non è poi così diverso da quello di certi umani. E loro, gli umani che incantano e poi pizzicano, non si possono nemmeno tenere nel secchiello o far sciogliere lentamente sulla sabbia. Però, qualche volta, sarebbe bello.
07 luglio, 2006
Mai più senza.
Credo che a tutti, dalla casalinga plurimamma ai single impenitenti, sarà almeno una volta nella vita, capitato di stilare una lista della spesa. Personalmente, la trovo rassicurante. Mi annoto infatti con precisione cosmica ogni cosa: latte, uova, ammorbidente. Magari su un bel cartoncino semirigido che non si sgualcisca, e con un bella penna ad inchiostro glitterato.. Magari, viola. Vediamo allora di stilare, in una mattinata di vento profumato, quel che serve per un'estate, per una piccola vacanza, anche solo per una cena su un terrazzo di città. Tralasciando un costumino grazioso, una ciabattina gioiello, un caftano, si aggiunga, senza tema di smentita, il Fluide de Beautè Paillette. Carita, ovvio. Ne avevamo già parlato, ma questo, care le mie signorine, è con i brilli. Lusso e scelleratezza. Abbronzante, doposole, nutriente, sui capelli, profumatissimo, per illuminarsi d'immenso dopo una giornata di sale e di vento. Che sa d'agrumi, già si sa. ma la vera magia è rappresentata dal fatto che i brilli, impalpabili e delicatissimi, non scivolano via con un crawl impeccabile o con un semplice sguazzo che sia. RImangono miracolosamente avvinghiate alla pelle già biscottata, donando riflessi lunari, stile Zeudi Araya, tanto per capirci. E gridolini di giubilo in chi vi annusa. Luminose e deliziose, sarete pronte per la cena all'agriturismo fra le rocce, rifuggendo, snobbissime, il clangore caciarone della vicinissima Costa Smeralda, il look tutto bianco, il sandalo a stiletto, la gonnina inguinale molto dopo il diciottesimo anno, il tettame gommoso, il gioiello vistoso. Luminose e deliziose, praticamente, perfette. Basterà una canottierina, jeans discreto, zeppa da viale e niente smalto. Il brillio incontrerà. Sconsigliato in caso di storie torbide e/o amorazzi estivi da nascondere. Il brillo, s'aggrappa. Dont' forget.
05 luglio, 2006
Dell'elmo di Scipio.
Non sono una tifosa. O meglio, non nel senso letterale del termine. Subisco mio malgrado dozzine di partite, partitelle, amichevoli, campionati, tornei, partite ammogliati/scapoli (già, ma i separati, conviventi, plurimaritati, dove giocheranno mai?) e cose del genere. Non ho dimestichezza con 4.4.2, fuorigioco, punizioni e calci d’angolo. Quest’ultimo, no, invece, sì che lo so, è quando tirano da quella bella bandierina di un bel giallo acceso. Devo aver già avuto modo di spiegare che allo stadio o alla tv, guardo il folklore, i tatuaggi, gli striscioni, le smorfie, le proteste, e, lasciatemelo dire,il sedere dei calciatori. Faccio parte di quel plotone di femmine che ieri sera ha urlato, sbraitato, con grazia, per carità, detto qualche parolaccia, abbracciato saltando mio marito dopo il gol di Del Piero. E’ stata una bella partita, una bella serata. Amici, bambini, in una deliziosa confusione familiare, sembrava uno squarcio di vita anni 60, quando ci si ritrovava a casa di qualcuno a vedere la televisione. Il Caressa Incipit, mantra e poesia, recitava che, essere italiani, ieri sera contava di più. Che peccato però. Che non insegnino più a scuola l’Educazione Civica, il senso del Paese, l’appartenenza. Ricordo che la mia maestra delle elementari spolverava ogni lunedì mattina la foto di Giovanni Leone appesa lì, accanto a quella di Paolo VI. E che ci aveva insegnato l’Inno di Mameli scrivendolo alla lavagna. E i segnali stradali, e a non buttare la carta per strada. Già, ma allora alla maestra (una soltanto) si dava del lei, avevamo il grembiule nero e il fiocco rosa, lo scudetto con la classe a numeri romani sul braccio, i calzettoni e la cartella. Ora, io non so bene quanto anni abbia Marcello Lippi. Qualcuno più di me, mi sa. Lui, l’Educazione Civica l’ha studiata di sicuro. E’ sempre stato campione di diplomazia, autocontrollo ed educazione, riuscendo persino ad essere spesso molto antipatico. Ma quel vaffan in mondovisione, dopo la traversa o il palo di non so chi, ce l’ha, in qualche modo restituito. Umano. Rimandato in Educazione Civica ma promossissimo, a pieni voti, nel cuore di ogni italiano che stamattina si sveglierà con la voce rauca dal tanto urlare. L’Italia, chiamò.
03 luglio, 2006
Ode al Pan di Stelle.
E’ un biscotto che significa vacanza. Secondo una strana e immotivata regola di casa mia, lo compro solo d’estate, chissà perché. A vederlo così, il Pan Di Stelle evoca, nella sua rotondità, con tutte le stelline glassate sopra, la volta celeste, per l’appunto. Ma la vera caratteristica che fa di Lui un’eccezione nell’affollato mondo nei biscotti da colazione, è il Modus Intingendi. Sacrilego intingerlo per metà, potremmo riassumere la sua filosofia di vita in Tutto o Niente. Il Pan Di Stelle, infatti, si tuffa intero. E di piatto. Questa semplice manovra consentirà al commensale di osservare lo splendido spettacolo cromatico dato dal contrasto fra i candore del latte e l’elegante color cacao. Un abbinamento perfetto. Il tempo di immersione nel Bianco Universo sarà facilmente individuabile e avrà il suo compimento soltanto quando il Pan Di Stelle dolcemente imbevuto e le candide stelline (undici, lo sapevate?) si mimetizzeranno perfettamente con la superficie lattea. Osservare il galleggiare di un Pan Di Stelle è terapia consigliata anche nei più ostici casi di ansia e/o depressione e/o nervosismo diffuso. Un farmaco, praticamente. E già liberalizzato. Dovrò informare Prodi.
01 luglio, 2006
Parliamone.
Confessions in group of five.
Sono da pochi mesi in questa che viene chiamata "blogosfera".
Senza parole.
Potevo esimermi?
Odore di dicembre.
Che non è pino, non è neve, non è gelo, non è niente. Non c'è dicembre in questi giorni, non c'è niente del genere, non ci sono le...
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C'era un libro, una volta, così intitolato. Mi pare fosse di Luca Goldoni, indagherò. Colgo l'occasione per spiegare. In realtà da s...
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La Casa in Collina, con tutti i suoi abitanti, era da sempre teatro di storie e leggende, di piccole e grandi tradizioni, qualcuna impara...