09 maggio, 2006

Dimenticare.

"I giorni. I giorni e le notti che ho lasciato scorrere via, consumato, nel tentativo di dimenticare. Tutto per convincere me stessa che niente era successo o che, comunque, non aveva lasciato tracce visibili. La disperazione al femminile è così sottile, non si nutre di alcool, sigarette e notti assurde, è fatta di piccoli ricordi pungenti, nostalgie improvvise. Il tuo maglione azzurro, il tuo giocherellare con le chiavi, il suono della tua voce. Ho voluto dimenticare per il gusto fuori moda di sentirmi ancora una volta "donna dal cuore spezzato" al contrario di quello che sono, buffa sedicenne ferita per quanto lo posso essere e credo non molto, benchè il mio modo di soffrire sia così credibile e autentico. Quasi vero. Ma ci sono riuscita ad annullarti per quello che eri, così quando ti incontro sei sempre tu ma non così tu, e le tue mani non sono più tenere ma solo mani incerte di mezzo bambino. E ora litigo con me stessa perchè ho raggiunto il mio scopo, ho perso tanto di te e in poco tempo, sarebbe passato lo stesso ma per mesi ancora ti avrei guardato con dolcezza, magari solo per giorni, ma che bei giorni di amore finito sarebbero stati. Ancora una volta ho imparato qualcosa e soffro perchè non soffro più e forse la prossima volta sarò meno assurda e più pratica. Speriamo di no."
Beatrice Masini, Cormano, Milano.
Era il 1977. O 79, non ricordo. Le ragazze, all'epoca avevano le gonne a fiori, le camicie di Fiorucci e la cinghia per i libri, quella di elastico. Leggevano Doppiovù e l'edizione italiana di Glamour, che si chiamava Lei. L'ho comprato dal primo numero. Perchè fra le rubriche ce n'era una che raccoglieva gli scritti delle lettrici e pubblicava i più belli. Ne hanno pubblicato qualcuno anche a me. Molti però erano di questa ragazza. mia coetanea. Non la sopportavo molto, perchè un mese sì e uno no, gli scritti erano quasi sempre a firma sua. Il suo nome mi è rimasto in testa. Così come questo, il più bello, secondo me. che ho letto e riletto centinaia di volte, fatto mio e scritto sui diari delle mie compagne quando venivano mollate dal fidanzato di turno. Ma, benchè la rivista Lei sia sparita nel giro di due anni, devo riconoscere un discreto fiuto alla redazione.
Beatrice Masini, quella che come me mandava gli scritti alle riviste perchè era carino vederli pubblicati, per ritagliarli e incollarli da qualche parte, è diventata una scrittrice. Ed è lei la traduttrice di Harry Potter.
Non so se mi spiego.
E, a mille anni da quel Dimenticare, che forse neppure lei si ricorda più, complimenti. Complimenti vivissimi.
Qualcuno glieli faccia arrivare, per favore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

la fortuna arriva sempre, a talune bussa prima ad altre dopo, l'importante é non perdere lo stimolo.

cizeta

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