24 marzo, 2006

C'era.


Era splendido. Su una strada che faccio raramente, in realtà. Ma a maggio, ogni scusa era buona per inventarmi un piccolo viaggio che mi facesse passare di lì.
Enorme, se ne stava lì, lungo la cancellata di un vecchio edificio completamente abbandonato, come a dire, sì lo so, non ci viene nessuno da anni, ma nessuno mi vieta di continuare a fiorire e fiorire, ogni anno, ogni primavera, per nascondere l'orrendo che c'è qua dietro e per farmi guardare, un minuto scarso, dai curiosi come te. Fioriva e fioriva, con quei suoi fiori profumati di fresco, di lenzuola pulite, di tiepido. Il glicine è uno strano fiore. Si guarda e basta. Non si compra da nessun fioraio, non si può tenere in casa dentro un vaso, e neppure si può cogliere, se non sfidando plotoni di calabroni. Chissà perchè, il calabrone adora il glicine.
Mi piaceva. Lo trovavo affascinante, inquietante, anche, una simile meraviglia che incorniciava un enorme, vecchio stabilimento fatiscente.
Beh, non c'è più.
Stamattina, passando di là, ho visto i suoi tronchi tagliati, i rami, già con le gemme, ci posso scommettere, affastellati nel cortile, lungo la cancellata.
Mi ha rattristato. Ho pensato che forse, alla nuova destinazione dello zuccherificio, un glicine non sarebbe servito a nulla. E' un fiore di tempi passati, di ville decadenti, di campagna. E' troppo semplice, inusuale, antico. Ma a me resta nel cuore. Dove nessuno lo taglierà mai, dove potrò guardarlo ogni volta che voglio, sentire il ronzare dei calabroni che ci abitano, e dove potrà continuare, lucido, a fiorire e fiorire.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

l'emozione mi ha assalita. il glicine dei miei nonni non c'é piu', l'hanno tagliato quando se ne sono andati.
grazie per riuscire a farmi commuovere con due semplici righe.
cizeta

Anonimo ha detto...

son venuta a leggerti:-) ho tentato mille volte di far crescer il glicine sui miei balconi,un tocco di vera classe,in questo quartiere snob ma che di classe ne ha ben poca...ma non ci sono mai riuscita...anche a me evoca tempi passati, casa della nonna ,infanzia felice con un'orda di cugini... mi hai scatenato una dolce melanconia...

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